di Massimiliano De Paola «Così salviamo le aree interne del Paese, vero motore dello sviluppo». Poco più di un mese fa Fabrizio Barca spiegava perché non serve fuggire per crescere. «Il futuro non è solo delle grandi città. Le aree interne rappresentano un’opportunità». Opportunità e criticità sono due facce della stessa medaglia. Parliamo delle “aree interne”, zone interessate da un enorme potenziale di sviluppo e innovazione. Da tre anni il governo ha deciso di puntare su queste realtà. È un investimento che interessa 65 aree-progetto in tutta la Penisola. Un quinto del nostro territorio, abitato da quasi due milioni di persone. Tra i protagonisti dell’iniziativa c’è Fabrizio Barca, economista, statistico, già Ministro della Coesione Territoriale durante il governo Monti e Dirigente Generale al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Cari lettori di Unico, voglio farvi fare con me un viaggio immaginario, per raccontarvi ciò che ho vissuto col GAL in queste ultime due settimana di incontri itineranti sul territorio. Questa mia esperienza è stata utile per scoprire cosa può fare il GAL per il nostro territorio e per i giovani che in esso vivono, mi è servita anche per comprendere meglio pro e contro tra paesaggi incontaminati e strade dissestate. Si è svolta lunedì 11 luglio a Buccino, presso la sede della Comunità Montana Tanagro Alto e Medio Sele, la riunione del partenariato Alburni Antica Volcei, atto formale che ha dato vita alla nuova strategia di Sviluppo Rurale GAL I Sentieri del Buon Vivere. L’occasione è stata utile per fare il punto sui risultati raggiunti dal GAL della scorsa programmazione. “Il GAL uscente è sicuramente una delle migliori esperienze che ha avuto la Regione Campania per l’utilizzo di questi fondi e per le strategie dal basso”, ha sottolineato il Presidente del GAL Giovanni Caggiano. Il GAL I Sentieri del Buon Vivere è ripartito organizzando su tutto il territorio dei laboratori di resilienza rurale, durante i quali ha incontrato, anzi sta incontrando, con un metodo innovativo, le comunità locali per co-progettare e definire in modo condiviso la nuova strategia di sviluppo locale. L’evento di apertura dei laboratori di resilienza rurale si è tenuto lunedì 18 luglio a Sant’Angelo a Fasanella, presso l’Aula Consiliare, alla presenza del Consigliere per l’agricoltura e lo sviluppo rurale della Regione Campania, Francesco Alfieri e della Senatrice della Repubblica, membro della commissione agricoltura, Angelica Saggese. Il prof. Quaranta, consulente specializzato per il GAL, ha ricordato l’approccio che il GAL si è dato per co-progettare la strategia, un metodo partecipativo innovativo e concreto basato sulle testimonianze di casi di successo sui temi di maggior interesse del territorio. Il prof. Quaranta ha ricordato che nella scorsa programmazione sono stati fatti più di 500 incontri sul territorio. La seconda tappa è stata organizzata il 20 luglio nella Sala Comunale di Contursi Terme, per discutere di integrazione e sinergia tra i settori produttivi, alla presenza di enti, operatori locali, aziende di successo e giovani promotori del territorio. Continuando l’attività di co-progettazione e definizione della nuova strategia di sviluppo locale, messa in atto dal GAL I Sentieri del Buon Vivere, attraverso la realizzazione dei laboratori di resilienza rurale, la terza tappa si è tenuta il 21 luglio presso le ex Cantine SMOM del Comune di Valva, per discutere insieme di spopolamento e di misure e soluzioni da adottare per invertirne la tendenza, promuovendo sviluppo e partecipazione. Il 22 luglio, presso la sede del Comune di Controne, si è tenuto un altro incontro laboratoriale dal titolo “Produzioni agroalimentari di eccellenza: la necessità di fare sistema”, per discutere insieme di produzioni di nicchia e di eccellenze agroalimentari. I prossimi Laboratori si svolgeranno a Caggiano, a Corleto Monforte ed infine a Palomonte. A questo punto faccio mie alcune riflessioni generali. Per attraversare i paesi in cui si stanno svolgendo i laboratori, il problema più grave che ho riscontrato credo che sia quello della viabilità che impedisce uno sviluppo serio nell’epoca di internet. Quello culturale si sta superando, le aziende – soprattutto quelle più giovani – stanno comprendendo che l’unica strada è fare rete. Quello della connessione a internet veloce è senz’altro un altro problema di cui si è parlato nelle riunioni, internet ormai è un’infrastruttura di cui non si può più fare a meno in questo mondo veloce e globalizzato. Nel corso degli incontri si è lungamente parlato dei prodotti di nicchia: ceci, olio extravergine di oliva, vino, miele e tanti altri prodotti. Si è parlato dell’esigenza di fare un paniere e lavorare a un marchio territoriale, magari legato al Parco Nazionale. Così i piccoli frutti degli Alburni, i fagioli di Controne, il vitigno Aglianicone, il miele, l’olio extravergine di oliva, sono stati presentati da giovani imprenditori locali che hanno raccontato la loro storia aziendale, i loro successi e le loro esigenze, manifestate al GAL affinché ne tenga conto nella costruzione della strategia. Si è parlato molto anche di artigianato locale che deve essere necessariamente collegato al turismo e alle strutture ricettive che, a loro volta, dovrebbero mettere in vetrina in loco ma anche sul web i prodotti agroalimentari e i prodotti artigianali presenti su questo territorio. E’ l’unico modo per creare un giusto connubio che renda possibile uno sviluppo sostenibile. Quello del GAL è un territorio particolarmente diversificato ed oggi c’è una forte domanda di territorio diversificato. Turisti, coppie di creativi, sessantenni che si sono stufati delle città, cercano la diversità. E’ un segmento da rintracciare anche e soprattutto con accurate operazioni di marketing a mio avviso. Finisco come avevo cominciato, con le parole di Fabrizio Barca. “Purtroppo queste terre non le stiamo curando con le giuste politiche economiche. Se sono zone soggette a un calo demografico è perché non ci stiamo interessando abbastanza, ad esempio, all’aspetto scolastico e della salute. Bisogna cambiare approccio. Dobbiamo riscrivere il sistema pensando alle logiche di questi territori. Ad esempio in merito al sistema delle emergenze sanitarie. Quanto tempo trascorre, dopo aver chiamato l’emergenza, perché arrivi un’ambulanza? In una grande città passano intorno ai dieci minuti. Il valore considerato accettabile è 16 minuti. In questi territori si arriva a 35 minuti, a volte fino a sessanta. Ecco allora la diversità di intervento: nelle aree interne l’ambulanza deve essere medicalizzata. Se chiudo un ospedale inefficiente devo dislocare dei mezzi nei posti giusti. Bisogna prevedere la presenza di medici, magari anche di un eliporto. Non si dovrebbe spendere di più, ma si dovrebbe spendere meglio. A livello strategico si parte dalla capacità di questi Comuni di allearsi tra di loro in modo da esprimere una visione comune. Devono sapere come vogliono giocare le loro carte e pensare come vogliono vivere nei prossimi 15 anni. Agricoltura, turismo, cultura? Loro scelgono una strategia, noi e le Regioni l’approviamo”.
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