Il Natale è alle porte. Tra le numerose riflessioni che questo momento favorisce, mentre, chiusi nelle nostre case, ci chiediamo quale sarà il nostro futuro, Amazing Peace – A Christmas poem della poetessa afroamericana Maya Angelou, è un testo che celebra lo spirito del Natale senza moralismi e privo di retorica. Un vero e proprio canto di Pace che credo valga la pena condividere.
La meraviglia della Pace
Un tuono rimbomba nei passi di montagna
e il fulmine tintinna sui cornicioni delle nostre case.
Nelle strade ci aspettano acque torbide.
La neve cade sulla neve, cade sulla neve a valanga
sui villaggi indifesi.
Il cielo si fa grigio e minaccioso.
Noi ci interroghiamo.
Cosa abbiamo fatto per offendere la natura?
Ci preoccupiamo di Dio.
Ci sei? Ci sei davvero?
È ancora valido il patto che hai stretto con noi?
In questo clima di apprensione e paura, arriva il Natale,
luci grondanti di gioia, squillanti campane di speranza
si intonano al cielo canti di perdono nell’aria tersa.
Il mondo è invitato ad abbandonare la strada del rancore,
c’è la via dell’amicizia.
È la lieta stagione.
Il tuono si concede al silenzio e il fulmine dorme tranquillo in un angolo.
Le acque torbide si perdono nel ricordo.
La neve diventa un morbido cuscino per assisterci
mentre continuiamo il cammino verso una terra più vicina al cielo.
La speranza rinasce nei volti dei bambini
sale sulle spalle degli anziani che camminano nei loro tramonti.
La speranza si diffonde sulla terra. Allietando il creato,
anche l’odio si acquatta rintanandosi in corridoi bui.
Nella nostra gioia, pensiamo di sentire un sussurro.
In un primo momento è così tenue. Poi si sente solo un po’.
Ascoltiamo con attenzione come aumenta di intensità.
Sentiamo una specie di dolcezza.
La parola è Pace.
È forte ora. Più forte.
Più forte dell’esplosione delle bombe.
Fremiamo a quel suono. Siamo eccitati per la sua presenza.
È quello di cui siamo affamati.
Non solo l’assenza della guerra. Ma la vera Pace.
Un’armonia dello spirito, un ristoro di cortesia.
Sicurezza per i nostri cari e i loro cari.
Battiamo le mani e accogliamo la Pace del Natale.
Invitiamo questo buon periodo a rimanere un po’ con noi.
Noi, Battisti e Buddisti , Metodisti e Musulmani, diciamo vieni.
Pace.
Vieni e riempi noi e il nostro mondo con la tua maestosità.
Noi, l’Ebreo e il Gainista, il Cattolico e il Confuciano,
ti imploriamo di rimanere ancora un po’ con noi
così da poter imparare dalla tua luce scintillante
come guardare al di là delle apparenze e vedere la comunione.
È Natale, il tempo dell’odio è terminato.
Su questa base di pace, siamo in grado di creare un linguaggio
per tradurci a noi stessi e agli altri.
In questo Santo Istante, celebriamo la nascita di Gesù Cristo
nelle grandi religioni del mondo.
Esultiamo al prezioso avvento della fiducia.
Gridiamo con voci gloriose la venuta della speranza.
Tutte le tribù della terra perdono le loro voci per celebrare la promessa di
Pace.
Noi, angeli e mortali, credenti e non credenti,
con lo sguardo rivolto al cielo diciamo questa parola ad alta voce:
Pace.
Guardiamo il nostro mondo e diciamo questa parola ad alta voce:
Pace.
Ci guardiamo l’un l’altro, quindi in noi stessi,
e diciamo senza timidezza o scuse o esitazione:
Pace, fratello mio.
Pace, sorella mia.
Pace, anima mia.