Lo Psicologo nella scuola di merito
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara e il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari, hanno avviato un importante confronto per garantire supporto psicologico negli istituti scolastici. Mim e Cnop hanno avviato un tavolo di confronto per cercare utili soluzioni positive e garantire un presidio efficace sulla base delle esigenze di ciascun istituto scolastico.
Mim e Cnop considerano l’opportunità dello Psicologo a scuola; il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi avviano un prezioso confronto per garantire supporto negli istituti scolastici. Il Ministro Giuseppe Valditara ha incontrato David Lazzari, Presidente del Cnop (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi), per un confronto sul tema dello psicologo nelle scuole. L’incontro si è tenuto presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Nel corso del colloquio, si è discusso intorno alla più opportuna modalità per concretizzare un supporto psicologico nella scuola. Lo Psicologo dovrà, comunque, rivolgere peculiare attenzione eventualmente ai ragazzi. Di comune intesa, Ministero e Cnop, hanno avviato un tavolo di confronto per cercare utili soluzioni positive e garantire un presidio efficace sulla base delle esigenze di ciascun istituto scolastico. Così recitava la nota del Disegno di Legge d’iniziativa della senatrice Fasiolo, come da comunicato alla Presidenza del dicembre duemilasedici in merito alla istituzione della figura professionale di Psicologo scolastico: “La presenza dello psicologo nella scuola italiana, al di là di situazioni specifiche normate per legge, non è definita da una norma che ne veda l’inserimento stabile, rivolto a tutta l’utenza richiedente, ma lascia alle scuole dell’autonomia la possibilità di avvalersi o meno di tale servizio, attraverso accordi con le aziende sanitarie locali, con gli uffici scolastici regionali, con gli studenti e le loro famiglie su delibera degli organi collegiali, con il contributo di enti, istituti bancari, associazioni, genitori, o attraverso il Fondo d’Istituto. Va segnalato che, a fronte di bisogni di supporto psicologico sempre crescenti, che richiedono la presenza nella scuola di competenze multi professionali, l’Italia è rimasta il solo Paese europeo a non essere dotato di questa ormai necessaria figura: lo psicologo scolastico. In molte realtà scolastiche, tuttavia, in questi anni si sono sviluppate esperienze molto produttive, difficilmente riassumibili, costituite da centri di ascolto a supporto del delicato processo evolutivo dell’adolescenza, da progetti accoglienza, da centri di orientamento scolastico, con una funzione di counselling, tutoraggio eccetera. Una figura «ponte» dunque, quella dello psicologo, tra scuola e famiglia, scuola e servizi socio-sanitari, docenti e alunni, scuola lavoro, mondo dell’alternanza, una «spia» del disagio o di patologie potenziali, un potenziale supporto a contrasto del fenomeno del «cyberbullismo», ma anche un rivelatore di attitudini, interessi, stili cognitivi, un punto di riferimento per l’adolescente. Una presenza, oggi irrinunciabile, non tanto e non solo in contesti emergenziali, ma continua, quotidiana, parte integrante del piano triennale dell’offerta formativa. L’esperienza dei centri di informazione e consulenza (CIC), regolati dalla legge n. 162 del 1990, va dunque perseguita, ottimizzata, attualizzata in funzione di nuovi bisogni, in una società in veloce cambiamento che richiede capacità relazionali ed adattive crescenti, capacità di leggere ed interpretare il presente, risposte flessibili e rapide, apertura al nuovo, curiosità, pensiero critico e creativo, costruzione del senso di appartenenza alla comunità educativa”. Col disegno di legge Fasiolo si volle regolamentare e stabilizzare la fondamentale figura dello Psicologo scolastico. Veniva quindi istituzionalizzata, sin d’allora, la figura professionale dello psicologo scolastico al fine di sostenere lo sviluppo e la formazione della personalità del minore, di supportare le istituzioni scolastiche e le famiglie, di contrastare e prevenire i fenomeni di abbandono e di dispersione scolastica, di bullismo e di disagio giovanile. Veniva stabilito, inoltre, anche il modus operandi. Tale professionista resta alle dirette dipendenze del Dirigente. A seguito di richiesta ha facoltà di formulare pareri e suggerimenti scritti su tutte le aree di intervento. Su richiesta del Consiglio di Classe quindi, il Dirigente dispone la partecipazione dello psicologo alle lezioni, al fine di osservare il clima relazionale esistente e di migliorarne l’efficacia. Questi quindi ha il compito di fornire ai consigli di classe e al collegio dei docenti ogni elemento utile al miglioramento della dinamica relazionale, alla personalizzazione dell’offerta formativa ed alla valutazione degli alunni. Sempre su indicazione del Dirigente scolastico, lo Psicologo, può convocare e sentire i genitori per eventuale colloquio utile per lo sviluppo dello studente. Le aree d’intervento dello Psicologo scolastico sono molteplici: sostegno alla costruzione della personalità degli alunni e allo sviluppo delle competenze di vita; predisposizione di un ambiente di apprendimento responsabilizzante e motivante; supporto al benessere degli alunni e del personale scolastico; individuazione precoce delle situazioni di devianza, quali bullismo e cyber bullismo e di disagio, quali disturbi alimentari e dipendenze, nonché dei bisogni educativi speciali; supporto e formazione, nei confronti dei docenti, riguardo alle specifiche problematiche dell’età evolutiva ed alle eventuali difficoltà relazionali esistenti all’interno della classe e tra docenti e alunni; supporto e formazione, nei confronti del personale docente e del personale amministrativo, tecnico e ausiliare (ATA), per una migliore gestione delle situazioni di disagio; consulenza psicologica rivolta alle famiglie per il supporto alla genitorialità; interazione, ove richiesto, con le altre figure professionali che operano a vario titolo nell’ambito della scuola. Nel nostro Paese, unico in tutta l’Europa, la figura dello Psicologo scolastico, purtroppo, viene considerata esclusivamente in casi emergenziali, solo come correttore, riparatore. Bisognerebbe riconsiderare il ruolo e la rilevanza funzionale di questo professionista, fino a collocarlo come entità integrativa della scuola, non come specialista che opera ancora dall’esterno, tanto a garanzia del benessere di tutta l’istituzione. Dovrebbe collocarsi quindi entro il sistema scuola per conoscere le svariate dinamiche e le interazioni, i rapporti trasversali ai quali tutti gli attori del mondo scolastico sono quotidianamente chiamati.
elgr