Lo Psicologo a scuola per Proff e alunni
Lo psicologo non dovrà sostituire i docenti, ma fungere da supporto per l’intera realtà scolastica. “..Laddove vi sia bisogno, l’accompagnatore del ragazzo può essere sempre lo psicologo, ma la funzione principale spetta al consiglio di classe, con il sostengo del preside; lo psicologo è una funzione di sistema che affronti anche singoli casi poi sostenuti da uno specialismo”.
Lo psicologo per docenti e discenti. E così sia se lo vuole Bianchi. “Lo psicologo? Non pensiamo che possa sostituirsi all ‘insegnante, sostiene il Ministro dell’Istruzione. Questa figura può solo essere di supporto. E qui esiste il problema fondante della formazione. Perché il docente deve poi potere domandare aiuto al tecnico specifico di cui si può disporre”. Timori e difficoltà dovranno essere affrontati e risolti, in sostanza, con l’ausilio del docente e dello Psicologo, grazie all’opera sinergica d’ambedue.. Non va concepita la presenza dello Psicologo a scuola come sostitutiva o predominante rispetto a quella del docente. La funzione psicologica, a dire di Bianchi, va intesa come supporto per tutta la scuola nella sua interezza. Non è concepibile esclusivamente come sostegno per gli alunni. David Lazzari che è tante cose, Spec. in Psicosomatica ed in Psicologia della Salute, Docente a c. nelle Università di Perugia, L’Aquila e Siena, ma anche nuovo Presidente dell’Ordine degli Psicologi, si dice convinto di un processo orientato “..verso un’articolazione funzionale dentro la scuola, per cui hai la dirigente, la responsabile dei rapporti con l’esterno, il responsabile della sicurezza, e altre funzioni legate ai percorsi educativi speciali e quindi cominciamo ad articolare le funzioni della scuola in maniera più complessa, più ricca, con persone che apportino degli specialismi in grado di agire sulla singola situazione”. Il primo presidio, secondo il Ministro Bianchi, è la formazione degli insegnanti. “Una delle nostre riforme principali è quella del reclutamento. Stiamo lavorando per una formazione iniziale dell’insegnante, non solo perché gli insegnanti siano solidi sulla disciplina e sulla didattica della disciplina, ma anche perché siano solidi in queste situazioni, o davanti al bullismo o al cyberbullismo, che alle volte sono moltiplicatori di fragilità. La scuola non vuole e non deve surrogare la famiglia o la società. La scuola è la scuola; è il principio fondante per cui tutti, non uno di meno, devono fare parte di una comunità e la scuola è la prima comunità in cui ciascuno viene inserito”. Vanno formati anche i dirigenti, ne è convinto Patrizio Bianchi. “E’ lui che rappresenta la scuola e assume la funzione dello Stato. Quindi quando un docente ha riconosciuto un disagio e grazie alla figura dello psicologo si è intervenuti, poi è evidente che sarà il dirigente ad assumersi certe responsabilità. E a questo fine dobbiamo formare anche i nostri dirigenti, su questo non c’è dubbio: dobbiamo assolutamente investire di più su questi presidi”. Trattare la questione scuola in termini di investimenti richiede una dinamica tutta fatta per rafforzare il sistema di ascolto di minori bisognosi di aiuto. Altro aspetto problematico delle nostre scuole è il fenomeno della dispersione scolastica. Quest’ultimo richiede un’azione di larga partecipazione. Il fenomeno è ovviamente legato ai casi di affidamento e abbandono. “Su una media europea del 10% di dispersione scolastica, il nostro Paese si colloca al 14%, ma nelle periferie urbane del sud la dispersione sale ulteriormente. La presenza della scuola e degli enti locali in questi casi è fondamentale”. Tanti i dati e i casi che gravano sugli insegnanti, sui presidi, sul personale scolastico e che costringono ad adempiere a mansioni che non rientrano tra le loro competenze. Da questa condizione il bisogno indiscutibile di ricorrere alla presenza dello Psicologo. “Tutto il Pnrr, prosegue il Ministro Bianchi, si basa sulla condivisione degli obiettivi con le Regioni cosa che permette di collocare la situazione dei singoli in contesti sociali che le rendano gestibili. Da qui il potenziamento del tempo pieno. Tutti devono potere avere un tempo scuola che permetta di sviluppare non solo competenze cognitive, ma anche relazionali, tali che un bambino fragile si possa inserire in un contesto senza traumi”. E’ utile, aggiunge poi il Ministro, che gli insegnanti vengano formati adeguatamente. “Io non sono sicuro che tutti gli insegnanti siano attrezzati per connettere l’autorità scolastica con quella sanitaria o giudiziaria, ma queste autorità devono collaborare. Altrimenti per il ragazzo sarà un altro trauma. Non bisogna lavorare per compartimenti stagni”. Lo Psicologo, dunque, si aggiungerebbe a una vera e propria equipe, fatta tutta di competenza e collaborazione, utile garanzia di miglioramento, cambiamento e crescita di tutta la realtà scolastica. “La scuola oggi è in presenza, ha ribadito Bianchi, una cosa che ho voluto con testardaggine, perché molti ragazzi sono oggi in una condizione di malessere e bisogna guardarsi negli occhi per capire che si sta male. Il primo presidio è il rafforzamento e la formazione dei nostri insegnanti anche nell’ambito della discussione sulla riforma del reclutamento la formazione iniziale deve strumentare l’insegnante non solo ad essere solidi nella disciplina e nella didattica della disciplina ma anche in queste capacità. Io non sono contrario allo psicologo a scuola, ma non può sostituirsi alla funzione dell’insegnante, può fare da supporto e sostegno. Credo sia importante riaffermare la centralità della scuola pubblica che deve garantire a tutti non solo l’istruzione ma anche la partecipazione alla comunità e alla sua vita. I bambini e i ragazzi che vivono l’affidamento hanno sofferto e per questo la scuola è così importante; la scuola non vuole e non deve surrogare la famiglia o la società, la scuola è la scuola e nel nostro ordinamento è quel principio fondante per cui tutti hanno il diritto di fare parte di una prima comunità che è la scuola. Le linee guida per il diritto allo studio degli alunni fuori dalle famiglie di origine del 2017 è importante, segna il ruolo della scuola e della famiglia. L’ultima analisi che abbiamo, del ’19, ha riferito il ministro, segnalava oltre 27.608 minori collocati fuori dalla famiglia, al netto dei minori stranieri non accompagnati. Di questi poco metà circa sono in affidamento familiare, circa 14mila vivono nei servizi residenziali per i minorenni. Ci sono situazioni diverse quindi. Serve una attenzione particolare per i minori fuori famiglia, perché la loro condizione non si traduca in abbandono scolastico”, ha aggiunto Bianchi, ricordando che “su una media europea del 10% in Italia l’abbandono è del 14% ma nelle periferie urbane del sud è 3 volte sopra la media. Serve infine forte assistenza alla famiglia che accoglie il bambino affidato. La scuola è comunità, i bambini che hanno avuto difficoltà proprio in ambito familiare, una scuola che sia comune e aperta e universale credo che sia elemento fondamentale, la scuola è palestra di comunità e così deve essere”. Via libera, dunque, da parte di Bianchi, allo Psicologo a scuola. Bianchi ha fortemente sottolineato la necessità dello Psicologo nell’istituzione scolastica lo scorso mese di febbraio, nel corso dell’audizione alla Camera a Palazzo San Macuto sulle attività di tipo familiare che accolgono i minori. Occorre però distinguere le due aree, l’aspetto didattico e quello psicologico. Lo psicologo non dovrà sostituire i Proff, ma fungere da supporto per l’intera realtà scolastica. “..Laddove vi sia bisogno, l’accompagnatore del ragazzo può essere sempre lo psicologo, ma la funzione principale spetta al consiglio di classe, con il sostengo del preside; lo psicologo è una funzione di sistema che affronti anche singoli casi poi sostenuti da uno specialismo”. Bianchi riaffermando la centralità della scuola pubblica è dell’idea che deve garantire a tutti non solo l’istruzione, ma anche la partecipazione alla comunità e alla sua vita. L’azione dello Psicologo, in questa logica, deve essere concepita come un vero arricchimento. Si parla però ormai, in verità, da diverso tempo di uno Psicologo per ogni scuola: “Ci vuole lo psicologo nelle scuole, all’interno della comunità educante come parte strutturale che segua i nostri ragazzi e i nostri insegnanti”, così il Ministro a L’Aria che tira su La 7, già a fine estate scorsa. L’esperto di psiche e di relazioni si metterebbe anche a disposizione dei docenti e sicuramente servirebbe a tanti costretti a stress e burnout. La Malpezzi, cogliendo abilmente la palla al balzo, benedicente l’iniziativa del ferrarese disse: “Bene che il Ministro Bianchi abbia ribadito la necessità di inserire lo psicologo a scuola per il sostegno della comunità educante. Per me dovrebbe essere strutturale: la scuola può intercettare il disagio e creare un legame con famiglie e territori. Mettiamo al centro i ragazzi”. Intanto però, restando ai fatti, la proposta di Legge che aveva tale intento, datata 2018, è rimasta lungamente arenata. Portava la firma dell’ on. Maria Teresa Bellucci, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Affari Sociali e in Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza. Tanto si leggeva allora nel ddl: lo “psicologo scolastico” è “uno strumento di promozione del benessere e di prevenzione della devianza e della dispersione. I continui fatti di cronaca, purtroppo, mostrano come sempre più frequentemente siano presenti situazioni di disagio sociale all’interno degli istituti scolastici, nei quali si verificano episodi di violenza a danno degli studenti, ma anche degli stessi docenti”. I tempi sono mutati. La politica oggi non usa astrolabio e sestante per tracciare la rotta. Oggi le ventate sono nuove, come le tecniche di navigazione della politica..è il tempo della scuola affettuosa del fare. Bianchi sicuramente saprà condurre a questo necessario e importante cambiamento nel mondo scuola.
Emilio La Greca Romano