L’Italia accoglie l’artista afghano Rahraw Omarzad
Prosegue l’azione di solidarietà culturale nei confronti dei creativi e degli artisti afghani. Si tratta di un gesto concreto nei confronti di un uomo di cultura e della sua famiglia, che ha anche un valore simbolico a difesa delle libertà creative in tutto il mondo. È un altro passo intrapreso dal mondo della cultura italiano in una lunga pratica di vicinanza al popolo afghano.
Il mese di settembre scorso si è concluso registrando un considerevole aumento delle fughe dall’Afghanistan. I fuggitivi sono aumentati del 90%. Tanti gli arrivi di rifugiati registrati dall’Unhcr in Iran, Pakistan e Tagikistan. E mentre il nostro Governo da un lato temporeggia nel fornire chiare indicazioni su come ottenere visti d’ingresso per raggiungere il territorio, dall’altro prosegue l’azione di solidarietà culturale nei confronti dei creativi e degli artisti afghani. Proprio oggi è atterrato a Roma Rahraw Omarzad. Troverà dimora a Torino per collaborare con il Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea e insegnare alla Accademia Albertina. Rahraw Omarzad chiederà asilo politico nel nostro Paese, in ragione della crisi in Afghanistan. L’arrivo in Italia di Omarzad e della sua famiglia è stato possibile grazie al lavoro congiunto del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, anche attraverso la rete diplomatica, del Ministero della Cultura e degli sponsor nel sistema museale italiano. Così il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha commentato l’arrivo di Rahwar Omarzad: “Con l’accoglienza di Rahraw Omarzad, che qui avrà una casa per la sua famiglia, un lavoro e una cattedra accademica, prosegue l’azione di solidarietà culturale dell’Italia nei confronti dei creativi e degli artisti afghani. Si tratta di un gesto concreto nei confronti di un uomo di cultura e della sua famiglia, che ha anche un valore simbolico a difesa delle libertà creative in tutto il mondo. È un altro passo intrapreso dal mondo della cultura italiano in una lunga pratica di vicinanza al popolo afghano. Quest’anno la presidenza italiana G20, anche nell’incontro dei leader presieduto dal Presidente Draghi questa settimana, ha ribadito l’importanza e la necessità di salvaguardare il patrimonio culturale afghano. Lo stesso spirito era contenuto nella dichiarazione dei Ministri della Cultura G20 approvata a Roma il 30 luglio.” Grazie alla sua attività, Omarzad ha intessuto negli anni numerose collaborazioni con il mondo della cultura italiano, che lo apprezza e desidera sostenerlo assieme alla sua famiglia. Capofila di questo sforzo il Castello di Rivoli – Museo d’arte Contemporanea, che ha coordinato istituzioni italiane, come l’Accademia Albertina di Torino ed il Museo nazionale delle arti del XXI secolo -MAXXI, ed internazionali, quali Francesca Thyssen Bornemisza/TBA21. Grazie a questa rete di sostegno Omarzad si stabilirà a Torino per una collaborazione con il Castello di Rivoli e gli enti affiliati, insegnando all’Accademia Albertina. Rahwar Omarzad è stato, sin dalla sua fondazione nel 2004, il direttore del Centro per l’arte contemporanea in Afghanistan. Fra le sue iniziative, questa istituzione vanta la creazione del Centro artistico femminile, impegnato nella rimozione dei numerosi ostacoli che hanno impedito alle donne afghane di avvicinarsi al mondo della creazione artistica. Omarzad è stato fino a oggi professore della Facoltà di Belle Arti di Kabul. Come artista si esprime nella video art e nella fotografia, incentrando la sua ricerca sui temi dell’evoluzione, del cambiamento e del rinnovamento. Rahraw Omarzad è uno scrittore, artista, docente afgano ed esperto di arte moderna afgana dall’Afghanistan. È direttore fondatore del Center for Contemporary Art Afghanistan, docente all’università di Kabul e caporedattore della rivista d’arte Gahnama-e-Hunar. “Ho avuto il piacere di lavorare con il Prof. Omarzad nel 2010-2012”, dichiara il Direttore del Castello di Rivoli Carolyn Christov-Bakargiev, “in occasione di dOCUMENTA a Kabul, la prima mostra internazionale d’arte nel paese dopo la caduta del primo regime Taliban (1996-2001), visitata da 27.000 persone; sempre nel 2012 ho esposto la sua opera Gaining and Losing a Kassel, che è stata vista da 905.000 visitatori. Inoltre Omarzad ha proposto molti giovani artiste e artisti provenienti dal suo CCAA ai workshop che abbiamo organizzato a Kabul. Pertanto, se fosse rimasto in Afghanistan dopo l’arrivo dei Taliban a fine agosto 2021, Omarzad sarebbe stata una persona particolarmente esposta per vari motivi tra cui il fatto di avere creato un centro artistico per lo sviluppo della cultura artistica contemporanea, una scuola di formazione per artiste donne e per le numerose collaborazioni internazionali. Dopo anni di impegno volto allo sviluppo della comunità artistica locale, ritengo fosse importante poter aiutare lui e la sua famiglia a venire in Italia. L’arte contemporanea è fatta da persone che raccontano il nostro mondo ed elaborano i traumi nel momento stesso in cui accadono; è quindi importante occuparsi degli artisti presenti in zone di conflitto – è una nostra responsabilità. Con l’arrivo di Omarzad e della sua famiglia in Italia si darà il via a nuovi arricchimenti culturali. Sono grata al Governo Italiano e in particolare al Ministero della Cultura, al Ministero degli Affari Esteri e per gli sforzi compiuti prima del 27 agosto, al Ministero della Difesa, per la dedizione e la professionalità con la quale hanno accompagnato e coordinato con precisione il processo, dimostrando un apprezzamento dell’importanza dell’arte e della cultura nel nostro mondo contemporaneo”.
Emilio La Greca Romano