Aule. Banchi, sedie, lavagne, gessetti, libri, quaderni. Docenti che spiegano e alunni che ascoltano. Sono queste le immagini principali della scuola che, in questi ultimi mesi, è stata continuo oggetto di discussione con il decreto “La buona scuola”. Quotidianamente le televisioni e i giornali sono stati invasi da tanto chiacchiericcio politico e mediatico che ha adombrato la vera protagonista di tutto quel “rumore”: la scuola. Pesanti nuvole si sono addensate sulla buona scuola, quella fatta da tanti docenti che con passione e impegno cercano di inculcare sani valori nelle future generazioni. Perché, a dispetto di quanto si pensi, le buone scuole esistono e tante sono presenti anche nel nostro Cilento nonostante il numero di bambini e ragazzi tenda ad assottigliarsi sempre di più e malgrado le tanto contestate pluriclassi.
Un esempio virtuoso è quello dell’Istituto Comprensivo di Gioi diretto dalla dott.ssa Rita Maria Grazia De Rosa. In questo Istituto, infatti, la classe III B della scuola Secondaria di Primo grado di Stio ha vinto il premio “Inventiamo una banconota”, promosso dalla Banca d’Italia. L’obiettivo del concorso era quello di disegnare una banconota immaginaria per l’Expo ispirata al tema “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita”. All’iniziativa, a cui potevano aderire le scuole primarie, secondarie di primo grado e secondarie di secondo grado, hanno partecipato 406 scuole. In palio per le tre scuole vincitrici un premio di 10.000 € da utilizzare per la didattica.
La scolaresca cilentana, guidata dal prof. di Tecnologia Claudio Stifano, si è lanciata in questo progetto con tanto entusiasmo. Tra i temi proposti dal bando, sui quali sviluppare la banconota, i ragazzi hanno scelto “Scienza e Tecnologia” perché, come spiega il prof. Stifano, “si adattava bene a molti argomenti che avremmo affrontato nel programma di Tecnologia”. Poi è iniziato il lavoro: ricerche, approfondimenti, curiosità da scoprire, notizie da imparare, confronto professore-alunni per tirar fuori le idee e i concetti migliori da inserire, in digitale, in un fazzoletto di spazio 220×120 mm. Agli inizi di marzo il progetto è stato inoltrato. “Prima di Pasqua”, dice il prof. Stifano, “ci hanno comunicato che il 27 aprile io e tre alunni (come imposto dal bando) dovevamo recarci a Roma perché eravamo arrivati alla seconda fase della selezione e dovevamo discutere il nostro progetto”. A Roma i ragazzi hanno esposto il loro progetto e poi dopo due ore di attesa e di ansia è esplosa la gioia: la Giuria, presieduta da Marzia Faietti (Direttrice del Gabinetto Disegno e Stampe degli Uffizi), li ha proclamati vincitori. L’8 maggio tutta la scolaresca, accompagnata dal prof. Stifano, si è recata nuovamente a Roma per la premiazione.
La banconota vincente, realizzata da questi giovani artisti, veicola un messaggio ambientale molto importante. Il prof. Stifano lo sintetizza così: “la tematica scelta ci chiedeva di focalizzarci su ‘La scienza e la tecnologia per garantire un cibo sano e sufficiente e uno sviluppo equilibrato e sostenibile’. Per questo, concentrandoci anche sulla frase ‘Nutrire il pianeta’, siamo giunti alla conclusione che non dobbiamo maltrattare il nostro pianeta, ma salvaguardarlo perché tutto ciò che mangiamo proviene dalla Terra e se è inquinata gli effetti sono devastanti per la nostra salute. Nutrire il pianeta significa non impoverirlo e si può fare ciò grazie all’uso di energie rinnovabili: energia solare, eolica, idrica. Attraverso il riciclaggio si potrebbero risparmiare materie prime e nello stesso tempo rispettare l’ambiente. È importante passare dalla cultura del rifiuto alla cultura del materiale che può essere riutilizzato”. Il senso e la passione del lavoro svolto sono, ovviamente, racchiusi nella banconota: i colori dello sfondo ricordano quelli della natura incontaminata e quello del sole, dal quale dipende l’energia del nostro pianeta; il simbolo del riciclaggio indica l’importanza data a questa attività (poco praticata o praticata male); dal pianeta Terra “spuntano” energie rinnovabili (solare – eolica) che lo alimentano; l’albero stilizzato che nasce dal pianeta indica la rinascita della natura; le farfalle che volano sull’albero sono un messaggio di speranza. I ragazzi, infatti, nel corso delle loro ricerche hanno scoperto la teoria dell’“effetto farfalla” di Lorenz il quale affermava che “il minimo battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”. La loro speranza è che il battito delle ali della farfalla, riprodotto sulla banconota, possa provocare un cambiamento nella gestione delle risorse naturali perché solo nutrendo bene il pianeta possiamo nutrire bene noi stessi.
Aderire a questo concorso non è stato solo un modo per partecipare ad una gara in cui gustare il sapore della sfida (e poi della vittoria). È stato un modo per conoscere di più, per confrontarsi, per incuriosirsi, per imparare giocando… per appassionarsi.
È questa la buona scuola. Quella che c’insegna come amare il nostro pianeta, quella che ci fa innamorare delle poesie di Leopardi o dell’Inferno di Dante, quella che ci fa andare oltre i numeri e le parole. E questa scuola va coccolata, va difesa, va amata.