Non sempre le facili illusioni ci convincono, ma le culliamo e le coltiviamo soprattutto quando si sono perse tutte le speranze di vedere realizzate le nostre aspettative.
Questo è quello che deve essere lo stato d’animo di molti Consiglieri della Comunità Montana della ValCalore. Infatti dopo avere partorito una Giunta ed avere eletto un Presidente con l’ambizioso incarico di tirare fuori l’Ente dalla palude in cui naviga da anni, ci si è affidati alla buona stella del Consiglio Regionale affinché si facesse carico del disavanzo di bilancio.
Intanto la Giunta e il Presidente sono in regime di proroga e possono gestire solo l’ordinaria amministrazione con difficoltà anche a pagare la bolletta dell’ENEL e della TELECOM.
Ai cittadini, che assistono ormai da tempo a questo spettacolo che sembra sempre più all’inesorabile affondamento del Titanic, la cosa non potrebbe importare di meno se non fosse per alcuni “piccoli” aspetti che la riguardano:
– L’operatore agricolo non trova un interlocutore istituzione che lo aiuti nella gestione e nella progettazione della sua attività.
– L’operatore turistico non trova risposte alle sue iniziative che avrebbero bisogno di un coordinamento di valle per evitare sovrapposizioni dannose per sé e per gli utenti.
– L’operatore commerciale vede penalizzati i suoi affari, perché viene a mancare una fonte sicura di reddito per i suoi potenziali clienti che, come è normale in una fase di incertezza occupazionale, tendono a ridurre le spese.
– L’imprenditore non può più partecipare a gare d’appalto che la C.M. non bandisce nei vari settori.
– Tutta la ValCalore è penalizzata nei confronti della altre zone del Parco del Cilento e Vallo di Diano in questa fase di avvio e di scelte che incideranno sul futuro del nostro territorio.
– I dipendenti che, a vario titolo rappresentano il patrimonio umano dell’Ente, vedono compromesso il loro futuro e le aspettative delle loro famiglie.
Avevo tempo fa richiamato l’attenzione dei Consiglieri della C.M. sul danno che il loro attendismo stava arrecando alla comunità che rappresentavano, nonostante gli “sforzi” i risultati sono stati vani e allora è giunto il momento di salutare lo scranno del Consiglio e rimettere il mandato nelle mani di Sindaci dei loro Comuni affinché con un’azione istituzionale forte e con l’assunzione diretta anche di una parte del deficit dell’Ente si facciano carico della restituzione alla nostra terra di un organismo forte che sia il vero volano dell’economia della ValCalore.
Questo ruolo gli compete in forza delle deleghe che la legge assegna alle C.M. ma anche per rendere giustizia a quanti ancora credono nella democrazia rappresentativa.
In particolare mi rivolgo alla comunità rocchese, nelle sue espressioni più varie affinché si facciano carico di questo problema dando esempio di sensibilità istituzionale, di abnegazione e di sacrificio per riaffermare quel ruolo di guida che la storia e la posizione geopolitica assegna al nostro comune.
Bartolo Scandizzo