Un affare per progettisti, imprese ed amministratori
Un’opera “faraonica” e “incompatibile” scarsamente condivisibile e poco trasparente, che si vuole imporre a tutti i costi, solo per il proprio interesse e il soddisfacimento personale, snobbando soluzioni alternative “eco-compatibili” proposte da associazioni, da professionisti esperti, seri e preparati e dalla stessa Europa, che con una mano finanzia opere di distruzione della Costa tra Salerno e Agropoli e dall’altra afferma nello Studio EUROSION , l’inutilità e l’inefficacia delle barriere rigide.
Il progetto di difesa della costa del golfo di Salerno, del costo di 70milioni di euro, prevede cemento grigio, barriere rigide, pennelli in pietra e celle chiuse. I pennelli previsti nel progetto, incrementeranno l’erosione, mentre le barriere e le celle chiuse creeranno ristagni, con conseguente rischio di tossicità delle acque di balneazione. La nuova strategia antierosiva, prevista non solo dagli ambientalisti ma dalla stessa Unione Europea, deve basarsi invece sui ripascimenti morbidi, come risulta dallo Studio EUROSION della Commissione Europea. Le tecniche di protezione morbida, prevedono interventi che favoriscono il naturale apporto di sabbie da parte dei fiumi, la stabilizzazione delle dune con la vegetazione psammofila, il ripristino del bilancio sedimentario costiero e la liberazione delle spiagge dal cemento. Il ripascimento morbido, adottato positivamente dall’Olanda da oltre vent’anni, ha contribuito alla salvaguardia della costa e alla sua fruizione turistico-ricreativa, alla filtrazione delle acque attraverso le dune e ad incrementare il valore ambientale-ecologico del litorale. Lo stesso ripascimento morbido è considerato dall’Europa una soluzione non soddisfacente, se confrontata con la delocalizzazione e l’abbandono delle aree in erosione. Fin dagli anni ’90, in Europa si è sviluppato un nuovo approccio all’erosione costiera, basato sulla rinuncia all’uso delle terre a rischio e sulla ricollocazione delle strutture più all’interno, come è avvenuto nel Regno Unito e in Francia. In questi casi l’analisi costi – benefici ha dimostrato che il costo di un sistema protettivo tradizionale – opere rigide o rinascimento morbido – realizzato con soldi pubblici, non valeva il valore delle opere da proteggere, come nel nostro caso, una cinquantina di lidi costruiti sulle dune con una strada abusiva a monte. La delocalizzazione di strutture antiquate e anacronistiche favorirebbe una soluzione più favorevole dal punto di vista economico, con un ripristino dei contesti ambientali e un sostanziale incremento di reddito. L’esperienza adottata sulle coste francesi e inglesi ha dimostrato che per de localizzare le strutture costruite sulle spiagge e assicurarsi un ampio consenso c’è bisogno di tempi certi e adeguata “compensazione”. Tutto questo dimostra che il fenomeno “Erosivo Costiero” non s’affronta solo con progetti “faraonici” di dubbia efficacia ma con strategie preventive basate sulla pianificazione, sul monitoraggio, sulla valutazione e sui principi della Gestione Integrata delle Aree Costiere. Mentre stigmatizziamo lo spreco di soldi pubblici per la “Cementificazione” del Golfo di Salerno, Franco Ortolani ci arriva in aiuto con le sue considerazioni sulla spiaggia di San marco ad Agropoli. “La spiaggiadi San Marco – scrive il prof. Ortolani – è stata irreversibilmente modificata, essa rappresentava la principale attrattiva balneare di Agropoli. La riduzione del rifornimento naturale della sabbia ha progressivamente causato l’erosione della spiaggia, per cui i responsabili istituzionali hanno avuto la “brillante” idea di difendere la linea di costa con le solite barriere di massi, che costano molto… sono inefficaci contro l’erosione, brutti esteticamente, ma rappresentano un sicuro affare per progettisti, imprese e amministratori. Da anni proponiamo interventi di restauro geoambientale delle spiagge cilentane, mediante sedimenti compatibili. Interventi duraturi ed eco-compatibili che richiedono solo un po’ d’intelligenza. Poca intelligenza e molta furbizia nell’originale opera di difesa costiera chiamata “Porto furbo”, realizzato sulla spiaggia del Lido Azzurro alla sinistra del Testene. Con le barriere soffolte la spiaggia di San Marco si è accorciata e lo spessore al disopra del mare è sensibilmente diminuito. Meno spiaggia = meno bagnanti = meno guadagni”. La scelta “Tafazziana” della barriere sottomarine ha dato i risultati auspicati….gli Agropolesi si vanno a fare il bagno alla Linora!!! Altro esempio eclatante dell’inutilità delle barriere-pennelli a mare c’è dato dalle immagini provenienti dalla Sicilia. Da RagusaNews – “Nonostante i pennelli, il mare si mangia la spiaggia di Scicli. Malgrado gli annunci propagandistici…la soluzione dei pennelli frangiflutti lungo la Costa di Ragusa non elimina il problema dell’erosione né lo attenua. Lungo il litorale di Scicli le mareggiate stanno sventrando le spiagge e malgrado i milioni di euro spesi, l’erosione non si ferma!!! Al di là degli annunci pre-elettorali, davvero vogliamo spendere altri milioni di euro ed indebitarci ancor di più per un’opera inutile?” Corriere di Ragusa.it – “ Mareggiata inghiotte le spiagge di Spinasanta, Arizza e Bruca, nonostante i 17 pennelli foranei realizzati per fermare l’erosione, progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente. I pennelli – spiegano gli abitanti – non solo si sono rivelati insufficienti a contenere il mare, ma hanno contribuito a risagomare, in negativo, la fascia costiera. Le nostre case sono a rischio, chiediamo che il progetto dei pennelli venga rivisto, perché rischiamo di finire in fondo al mare!!! Abbiamo atteso la costruzione delle barriere frangiflutto come la panacea di tutti i mali dovuti all’erosione costiera. Invece la mareggiata ha scavato la spiaggia inghiottendola, nonostante le nuove barriere”.