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    Percorso:Home»Ambiente»L’Europa condanna a Morte il Golfo di Salerno
    Ambiente

    L’Europa condanna a Morte il Golfo di Salerno

    Di Lucio Capo22 Febbraio 20157 Min Lettura12 VisiteNessun commento
    Frangiflutti Paestum
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    70 milioni di euro per costruire barriere frangiflutto in pietra, da Salerno ad Agropoli
    Salvare la spiaggia, forse, abbandonare il paesaggio e il mare sicuramente. Approvato il finanziamento europeo di 52 milioni di euro al Grande Progetto “Interventi di difesa e ripascimento del litorale del Golfo di Salerno”, pari al 75% del costo totale di un intervento che dà anche altri numeri: quelli dello scempio annunciato. 37 km di ecosistema costiero soffocati da 45 pennelli e 4 celle, per un totale di 1.200.000 tonnellate di massi pari al sacrificio di una collina di circa 300 m s.l.m. Per contrastare un fenomeno naturale, l’erosione costiera, per cui la stessa Europa ha finanziato studi, come Eurosione e Beach-med, che sconsigliano le opere rigide per contrastare i fenomeni erosivi, proprio il distruttivo intervento che si vuole realizzare nel golfo di Salerno. La Provincia di Salerno e la Regione Campania festeggiano la capacità di fare rete per la macroprogettazione, che per Legambiente, impegnato nella protesta #notonz, implica, invece, un approccio di sistema che analizzi altri tipi di numeri, qui assenti: l’apporto detritico dei fiumi, l’occupazione abusiva del demanio e delle dune costiere, la mobilità sostenibile, la qualità dei 200.000 m3 di sabbie per gli inevitabili ripascimenti, l’agricoltura di eccellenza, la balneabilità, la rete dei beni culturali della Piana del Sele, della Greca Poseidonia e della Etrusca Pontecagnano. In barba all’art. 9 della Costituzione Italiana, alla Convenzione Europea per il Paesaggio, agli strumenti di Valutazione Ambientale e Strategica, quest’ultima inesistente, nell’illusione di salvare qualche mq di spiaggia, si sacrifica di sicuro il mare e si abbandona il territorio, nello stesso giorno in cui i balneatori di Capaccio, sito UNESCO, vincono il ricorso al TAR contro l’aumento del canone ricognitorio, grazie alla non balneabilità delle acque del litorale pestano. Quale rimedio è mai questo? Il Grande progetto per la difesa del litorale salernitano vale 70 milioni di euro, 52 milioni pagati dall’Europa. Il “Grande progetto” è stato pensato dalla Provincia di Salerno, che beneficerà del finanziamento, resta però da chiarire, a tutt’oggi, chi verserà i 18 milioni che mancano. Se sostituissimo “Grande” con “Glande”, potremmo immaginare immediatamente l’estensore ti tale obbrobio!!! Questa “Glande” opera Inutile vedrà coinvolti i comuni di Salerno, Pontecagnano, Battipaglia, Eboli, Capaccio ed Agropoli. Da Salerno ad Agropoli un unico grande “TONZO”da 70milioni, lungo 40 km.
    Barriere artificiali antierosione nel nostro mare per costruire stagni, lagni, melme e TONZI. Si prospetta un nuovo MOSE nel mare di Poseidonia. Un mare di camorra, corruzione e malaffare. Un mare di soldi per un progetto inutile, dannoso e pericoloso, che distruggerà non solo la costa, ma anche il turismo a Salerno, nel Cilento e sulla Costiera Amalfitana. 70 milioni di euro che andranno ad ingrassare le mafie degli appalti e dei sub-appalti ed ad ungere con mazzette i soliti noti.
    Con 70milioni di euro di soldi del popolo, la Provincia di Salerno e la Regione Campania, vogliono cementificare tutta la spiaggia del Golfo, dalla Costiera Amalfitana alla Costa del Cilento. Tutto questo per garantire una cinquantina di lidi abusivi. Strutture balneari di una bruttezza “SOSPETTABILE””, totalmente illegali, che, nel corso degli anni hanno cancellato le dune fiorite e profumate, con capannoni di ferro e cemento, spacciandoli per ristoranti, pizzerie, bar, discoteche, parcheggi e tutto quel gran caravanserraglio che ha distrutto il turismo nella Piana del Sele. Distrutte le dune fiorite e profumate , in spregio della DIRETTIVA HABITAT, rimangono solo scheletri di pilastri e ruggine, che i soloni della Provincia e della Regione, vogliono intonacare a calce e pitturare ad antiruggine con i soldi del popolo. Non è legalmente accettabile lo spreco di denaro del popolo per opere di difesa di strutture illegittime, cosi come recitano gli articoli 15 e 16 della concessione demaniale marittima ad uso turistico-ricreativo.
    -art.15) le opere costruite dal concessionario, restano acquisite allo Stato, che può ordinarne la demolizione con la restituzione del bene demaniale in ripristino dello stato dei luoghi. Il concessionario è tenuto ad effettuare,inoltre, la manutenzione delle aree demaniali, la sostituzione delle stesse per danni subiti per effetti di erosione.
    -art.16)L’Amministrazione non assume alcun onere di costruzione di opere di difesa, né alcun onere e responsabilità in caso di danneggiamento o di distruzione totale o parziale delle opere costruite sul demanio marittimo per effetto delle mareggiate sia pure eccezionali o per effetto delle erosioni. A tutto questo si aggiunga la provvisorietà della concessione demaniale marittima, così come recita l’art.19) della stessa.
    -art.19) La concessione demaniale marittima deve intendersi, comunque, a titolo provvisorio e si intenderà decaduta dopo l’approvazione dei Piani Spiaggia da redigersi ai sensi dell’art.6 della legge 494/93. Quindi una pletora di burocrati si affannano e si arrabattano per distruggere il mare, per mortificare il mare, per annegare il mare in un ammasso di pietre e cemento, tutto con i nostri soldi. Un mare di soggetti, facilmente identificabili, come faine affamate, sono li pronti ad azzannare il succulento bottino di 70milioni di euro, che i suddetti vogliono sprecare per un progetto inutile, dannoso e pericoloso. Si vuole intervenire in un delicatissimo sistema ecologico, la linea di costa, con la stessa furia distruttrice di un elefante in una cristalleria. L’Ambiente Costiero, è caratterizzato da un complesso sistema di relazioni, tra la terra (sabbia,sedimenti,depositi…), e l’acqua (fiumi,mare, canali, zone umide….), del sole, del moto ondoso e del vento, ed ha una funzione ecologica di salvaguardia del ricco patrimonio faunistico e floristico (Vegetazione psammofila), di dune fiorite e profumate, elementi fondamentali di una offerta turistica sostenibile, eco-compatibile, responsabile e di qualità. Un qualificato sistema antierosione della costa deve necessariamente prevedere il ripristino e la tutela del sistema dunale, come patrimonio ecologico, come barriera naturale contro l’erosione e come serbatoio stesso di sabbia. Solo il “Carusiello” di sabbia, accumulata dalle dune fiorite e profumate coperte di psammofila, garantisce, un bagno rigenerante. “NO TONZ” nel Golfo di Salerno è il grido di battaglia che risuona nella Piana del Sele. Contro il “Grande progetto” della provincia di Salerno si è schierata Legambiente e a tale proposito Michele Buonomo Presidente di Legambiente Campania ha dichiarato – “Da anni Legambiente lavora, nella totale indifferenza, a difesa della Legalità e della Bellezza. Si è permesso il proliferare dell’abusivismo, la rapina di milioni di metri cubi di sabbia, la cementificazione e l’inquinamento di fiumi e corsi d’acqua, nella totale assenza di quanti avevano il compito di fermare tale scempio. Questo progetto è peggiore del male che si vuole combattere…l’erosione costiera. L’erosione costiera si affronta non con opere rigide ma, con la ricomposizione dei processi naturali e con il ripristino dei sistemi dunali. Legambiente resta fermamente contraria all’artificializzazione e cementificazione del Golfo di Salerno. Il Movimento “NO TONZ”, non permetterà che il nostro mare venga ridotto in uno stagno maleodorante e malsano, non permetterà che venga trasformato in un “Tonzo” per le bufale. E’ evidente ai sani di mente, ma non agli estensori del “Grande Progetto”, che con 1.200.000 di massi, 45 barriere rigide in pietra e 4 celle chiuse, si distruggerà l’agricoltura e si metterà una pietra tombale sul turismo. Questo “Grande Progetto” sarà l’ennesimo spreco di soldi pubblici, 70 milioni di euro buttati letteralmente a mare…che non salveranno la spiaggia, ma che certamente condanneranno il mare”… Chiedo perdono al “GRANDE” Pino Daniele se uso “Terra Mia” per decantare il “Mare Nostro”
    Mare mio, mare mio, com’è bello a lo penzà
    Mare mio, Mare mio, comm’è bello a lo guardà
    Nun è overo nun è sempe ‘o stesso
    Tutt’è juore po’ cagnà
    Ogge è dritto,dimane è stuort’
    E chesta vita se ne va
    Mare mio, mare mio, tu sì chien ‘e libertà
    Mare mio, mare mio, ì mò a siento ‘a libertà (Poeta addolorato)

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