È arioso e monumentale lo scalone fin lassù alla porta merlata carica di storia, accesso al panorama mozzafiato in volo sull’infinito del mare.
Nei vicoli, il vento lieve narra antiche storie di saraceni predoni, di donne coraggiose, di eroi risorgimentali di esiliati colti che vi attenuarono la persecuzione del regime con mitezza di clima e calda ospitalità dei cittadini. Da un terrazzo a catapulta sull’acqua l’occhio spazia sulla pianura ed il pensiero corre ai Greci che fecondarono di civiltà mediterranea il territorio e fecero di Agropoli la zona residenziale di Poseidonia. In distanza i Picentini rievocano prestigiosi insediamenti degli Etruschi, rivali dei Greci, che costruirono templi, terme e fori al di là del Sele. Dall’altra parte la luminosa Baia di Trentova ed il Vallone che ingravida le grotte. Sotto la città nuova ostenta, spesso, speculazione selvaggia con i brutti condomini. Agropoli recita, così, tra luci ed ombre, un ruolo di primo piano nella storia del territorio. È considerata la “Porta del Cilento” non solo per la sua collocazione geografica, ma anche perché è in grado di anticipare assaggi di paesaggi, sapori e saperi da cogliere, poi, nei paesi lungo la costa e nell’interno Ma Agropoli ha, innanzitutto, un ruolo di propulsione e di guida per tutto il turismo cilentano, a condizione, però, che pensi alla grande e voli alto. E l’impegno di tutti dovrebbe mirare ad investire in CULTURA, trasformando il Borgo Antico in un prestigioso contenitore per iniziative di qualità lungo tutto l’arco dell’anno. Proviamo a suggerire spunti per riempirlo di progettualità di grande respiro: 1) “Biblioteca del Cilento”, 2) “Pinacoteca” con relativa sala mostre, 3) “Borgo della Musica e della Poesia”, che recuperi ed esalti il patrimonio culturale di casa nostra: a) “Borgo delle boutiques e della moda”, b) dei sapori, c) dell’Artigianato, d) del cinema, e) della fotografia ecc, ecc.
Ma il “BORGO” ha, innanzitutto, la necessità di riscattarsi da una immagine negativa ereditata da una pagina di storia medievale poco esaltante. Nell’882 corsari Saraceni conquistarono la città, ne cacciarono i Bizantini, e la trasformarono in un “RIBAT”, passando alla storia come predatori senza scrupoli. Quella tormentata ed inquietante pagina di storia è stata tramandata, ingigantita, anche nell’immaginario collettivo dei canti popolari, che riecheggiano spesso il termine dispregiativo di “saracini”. Sarebbe opportuno che il “Borgo” recuperasse tutta la sua bellezza , esaltando al meglio la qualità/eccellenza, della offerta nelle attività commerciali, nella gestione inappuntabile della ristorazione e dei pubblici esercizi, non consentendo che gli angoli più caratteristici vengano involgariti. Il “borgo” non continui ad essere solo il regno incontrastato delle pizzerie, ma diventi, invece, sempre di più, “una elegante passerella della Bellezza e del buon gusto”. Si potrebbe ipotizzare una INIZIATIVA TRIPOLARE, di respiro internazionale, che recuperi l’Europa che è nella nostra storia e punti ad un partenariato: AGROPOLI- AMALFI- ISTANBUL che faccia di due città di casa nostra ponti di raccordo tra l’Europa ed il Mediterraneo come ibridazione della CULTURA ed istituzionalizzi un evento che, anno per anno, abbia come partner d’Italia un PAESE dell’altra sponda del Mediterraneo. Si potrebbe cominciare con la TURCHIA e, per VOLARE ALTO, chiamare come testimonial il Premio Nobel della Letteratura ORHAN PAMUK, ma anche ipotizzare: “Un FESTIVAL DI LETTERATURA AL FEMMINILE, nel nome di Luisa Sanfelice, Eleonora de Fonseca Pimentel e Margherita Yourcenar, che ad Agropoli ambientò il suo romanzo, “Anna Soror”, ipotizzando un gemellaggio con Tivoli, che è cornice del noto “Le memorie di Adriano”.
Il progetto è ambizioso, però, farebbe di Agropoli una città di caratura europea con una ricaduta di immagine per Il TURISMO CULTURALE DI QUALITÀ dell’intero territorio. Come ho scritto all’inizio, questo di oggi è soltanto un anticipo, ma potrebbe essere già considerato come una premessa ad una ipotesi di progettualità di ampio respiro e di caratura euro mediterranea, come storia, tradizioni e posizione geografica della città consigliano e consentono. Io insisterò su questo tema ed in questa direzione nelle riflessioni che mi riprometto di dedicare al futuro della città, che è e resta “La porta del Cilento” e come tale è destinata ad influenzare lo sviluppo di un territorio molto vasto sia lungo la costa che nelle colline/montagne dell’interno.