L’ultima informativa sulla Legge 104-92 punta proprio a garantire l’assistenza al disabile in altre circostanze eccezionali. Le novità riguardano i casi in cui il caregiverabituale debba essere sostituito. Infatti, secondo le novità, può essere chiesta da più di un soggetto in qualità di ‘caregiver sostituto‘ anche per lo stesso disabile.
Quali sono le regole per fare questo?
Se il lavoratore non è il referente unico per assistere il familiare con disabilità grave, ma presta la sua assistenza solo per alcuni periodi o saltuariamente in sostituzione del referente, può usufruire di 1 giorno di permesso ogni 10 di assistenza continuativa.
Per sostituire il caregiver abituale, il lavoratore “sostituto caregiver” è tenuto a presentare all’Inps e al proprio datore di lavoro una richiesta in forma scritta contenente una dichiarazione di responsabilità in cui sono attestati:
- il tipo di assistenza prestata al disabile;
- il rapporto di parentela col disabile;
- il periodo o i periodi di durata dell’assistenza;
- i motivi per la sostituzione del familiare che presta assistenza abitualmente.
Ci sono anche altre questioni affrontate dall’INPS sulla legge 104-92, come il part time. La nota precisa che può essere verticale se si lavora solo in alcuni giorni della settimana, oppure orizzontale in caso di riduzione dell’orario lavorativo. Nel primo caso:
- un permesso giornaliero di due ore per ogni giorno di servizio prestato
- e un permesso mensile di tre giorni ridotto proporzionalmente alle giornate effettivamente lavorate.
Nel secondo caso:
- un permesso giornaliero ridotto in proporzione alle ore lavorate
- e un permesso mensile di tre giorni resta per intero indipendentemente dall’orario di lavoro.
Secondo la Corte di Cassazione, inoltre, i permessi lavorativi sono soggetti ad una duplice lettura. Essi vengono concessi:
«a) Per consentire al lavoratore di prestare la propria assistenza con ancora maggiore continuità;
b) per consentire al lavoratore, che con abnegazione dedica tutto il suo tempo al familiare con handicap, di ritagliarsi un breve spazio di tempo per provvedere ai propri bisogni ed esigenze personali».
Il permesso dal lavoro, congedo parentale che l’interessato richiede, deve essere volto all’esclusivo supporto materiale e morale del soggetto disabile. Chiunque non utilizzi il permesso dal lavoro esclusivamente a favore dell’assistenza del disabile commette il reato di truffa, ed è la Corte di Cassazione ad affermarlo. Essendo retribuiti dall’Inps, non è possibile che i permessi siano utilizzati per vacanze o permanenze all’estero.
Fonte: lentepubblica.it