Eroi senza paura: ” Sono morti per noi, e abbiamo un grosso debito verso di loro; questo debito dobbiamo pagarlo gelosamente, continuando la loro opera, rifiutando di trarre dal sistema mafioso ogni beneficio che possiamo trarne, anche gli aiuti, le raccomandazioni, i posti di lavoro. Facendo il nostro dovere, la lotta ala mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata. Non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento morale e culturale che coinvolgesse tutti, e specialmente le giovani generazioni, le più alte da far sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà, che fa rifiutare il pulso del compromesso morale e la differenza della continuità e quindi della complicità. Ricordo la felicità di Falcone quando in un breve periodo di entusiasmo egli mi disse ” la gente fa il tifo per noi” che con cio’ non intendeva riferirsi soltanto al conforto e l’appoggio morale della popolazione dal lavoro dei giudici,significava qualcosa di più, significava soprattutto che il nostro lavoro stava anche smuovendo le coscienze”
Paolo Borsellino
L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, e saper convivere con la propria paura, non farsi condizionare dalla stessa. Ecco il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio è incoscienza; si puo’ vincere non pretendendo l’eroismo dagli amici, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori del resto delle persone.
23 Maggio, che sia una frase, una parola, un film, un flash-mob non fate finta di niente. Impegniamoci tutti affinchè nessuno possa voltare le spalle. Non fatevi condizionare, non abbiate paura. Ricordate, denunciate.
Dalla parte della legalità, e che per legalità non si intenda solo la parola in sè, ma tutte le regole che concorrono.
Giovanni Falcone, a distanza di soli undici giorni ricevette un biglietto durante una seduta pubblica. Quel biglietto, fu l’ultimo pizzino di morte, dopo infiniti, prima del boato del 23 maggio 1992 che sventro’ l’autostrada uccidendo con Giovanni Falcone anche la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Gli unici sopravvissuti furono gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza.
Paolo Borsellino, il 25 giugno 1992 durante il suo ultimo intervento pubblico prima dell’attentato del 19 Luglio, con toni accesi ricorda il suo compagno Giovanni Falcone: ” perchè oggi che tutti ci rendiamo conto qual è stata la statura di quest’uomo, ripercorrendo queste vicende della sua vita professionale, ci accorgiamo come in effetti il Paese, lo Stato, la Magistratura che forse ha più colpe di ogni altro …” queste parole, durante l’ultima comparsa in pubblico nella biblioteca comunale di Palermo resteranno impresse sempre.
Felicia Impastato, il coraggio di una donna che ha saputo denunciare la scomparsa di suo figlio Peppino Impastato.
Peppino, era un giornalista, persona semplice che denunciava “Cosa Nostra ” , ucciso perchè aveva il coraggio di affrontare la realtà.
Uomini, donne, gente comune che hanno avuto il coraggio di denunciare, di non abbassare lo sguardo se qualcosa non andava, se costruivano un centro commerciale e abbattevano una scuola, se al posto di un campo da calcio mettiamo ancora un altro centro commerciale e così via… se facciamo finta di nulla quando vanno a chiedere il pizzo e noi lasciamo perdere tanto…!
Non ripiegatevi mai a questo sistema.
Il coraggio è ogni giorno.
“Gli uomini passano, le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.
Fabiola Scorziello.