” Quello che mi accingo a scrivere in questo numero non è cosa facile; desidererei trattare delle prime comunità presenti sul nostro territorio. Ho prelevato del materiale da varie fonti, capirete le difficoltà che un simile lavoro comporta; abbraccia un’area così lontana da noi ( VIII-VI sec.a.C.); quando etnie diverse pur avendo caratteri e provenienze proprie si fusero spesso tra loro, e non è certamente da sottovalutare l’esplorazione archeologica che nella Valle del Calore non è stata ancora intrapresa nella sua interezza scientifica. Capirete che la mia analisi per forza di cose dovrà abbracciare un’area molto più vasta che non la sola Roccadaspide per poter arrivare a trarre quelle notizie che danno carattere e particolarità a questa parte della penisola Italica che bella antichità ha diffuso civiltà e cultura. Nel VII e VI sec. a.C., il mezzogiorno nel versante ionico e tirrenico appare proiettato nell’orbita di una civiltà urbana, greco-arcaica, detta “età del ferro o delle tombe” a fossa inumatori. Tali tombe sono fonti di letture circa gli usi e i costumi,sono diffuse dalla Calabria alla Campania (Fonte e Tempalta di Roccadaspide) e sono caratteristiche dei popoli indigeni che abitarono il nostro territorio prima dei coloni Greci. Si chiamarono Italici, Enotri, Siculi, Ausoni. Furono assoggettati precocemente dai Greci e non ebbero la possibilità di affermarsi. La critica moderna ha creduto di attribuire queste diverse stirpi ad uno Stato Indoeuropeo arcaico, al quale appartennero anche i Latini. La sicura conoscenza di questi popoli si ha soltanto a partire dal momento in cui entrano in contatto con i Greci (VIII e VII sec. a.C.) o quando cioè la tradizione scritta ne tramanda il ricordo. L’introduzione in Italia di un’organizzazione di tipo urbano e delle scritture, a opera dei coloni Greci porta con se un’effettiva e profonda trasformazione della vita locale, in ciò riconosciamo l’inizio dei tempi storici.Ma il processo di incivilimento non avvenne simultaneamente in tutto il territorio, esso fu più precoce in tutto il mezzogiorno e lungo le coste tirreniche, certamente preceduto da contatti commerciali. In questo modo la Campania assunse una funzione di importanza primaria nella storia dell’Incivilimento dell’Italia antica.I primi coloni fecero di Cuma il centro propulsore nel cuore della Penisola, i Sibariti (colonia greca in Calabria) posero le basi di Posidonia e dell’Heraion di Foce Sele diffondendo elementi di importanza decisiva per Roma con la coniazione delle monete, il culto di Dioniso e gli edifici termali. Sempre sulle coste del Tirreno vediamo apparire gli Etruschi, posero basi e colonie e diede vita allo sviluppo di Capua. Quelle degli Etruschi merita un capitolo a parte, occorre stabilire le influenze di questo popolo d’incerta provenienza che aveva spinto già dall’VIII sec. a.C., la penetrazione nell’Italia Meridionale fino alla foce del Sele, occupando le piane dell’Agro-Picentino dove aveva fondato un’importante centro nei pressi di Pontecagnano.”
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