Il “fenomeno della lista unica” sembra ormai rappresentare una costante nel Vallo di Diano, alla luce della recente presentazione delle liste elettorali nei paesi chiamati al voto.
Ad inaugurare la “serie” (quantomeno in riferimento agli ultimi 10 anni) è stato il comune di Sassano. Nel 2015, infatti, dopo i 5 anni di Tommaso Pellegrino alla guida del paese, le diverse anime politiche sassanesi (in primis l’ex sindaco Gaetano Arenare) si sono riunite in un unico team.
L’anno scorso è stata la volta del comune di Teggiano. La minoranza guidata dall’ex primo cittadino Rocco Cimino non è riuscita a dar vita ad una lista e così Michele Di Candia, anche con la convergenza del consigliere regionale Corrado Matera, ha conquistato il quarto mandato da sindaco, senza avversari.
Arriviamo poi a quest’anno, con 3 centri valdianesi chiamati a rinnovare i propri consigli comunali: Buonabitacolo, Sant’Arsenio e Sanza.
Solo nel paese alle falde del Cervati ci sarà competizione. Due, infatti, le liste in corsa alle prossime elezioni amministrative. Da una parte il sindaco uscente Vittorio Esposito e dall’altra Antonio Citera, consigliere che qualche mese fa ha lasciato la maggioranza, per formare una compagine composta, per lo più, da giovani.
A Buonabitacolo e Sant’Arsenio, invece, si dovrà “combattere” soltanto con il quorum, essendo stata presentata una sola lista, capeggiata dai rispettivi sindaci uscenti, Giancarlo Guercio e Donato Pica.
Sorprendente l’esito soprattutto a Sant’Arsenio, comunità particolarmente dinamica e attiva, dove la componente giovanile ha sempre ricoperto un ruolo importante.
Certo, meglio una lista unica chiara e dichiarata che una lista civetta, di appoggio alla prima e finalizzata unicamente a “coprirsi” ed evitare le possibili insidie del quorum.
Non è semplice comprendere i motivi alla base della mancata competizione che negli anni ha interessato diversi paesi del Vallo di Diano.
Anche perché potrebbero essere diversi. Da un lato possono esserci battaglie che si considerano già perse, per via di persone e situazione consolidate. Dall’altro una perdita di interesse per ciò che riguarda la politica, l’amministrazione e la propria comunità, che può essere dovuta a difficoltà economico-lavorative, emergenza Covid, ecc. E da un altro lato ancora la mancanza fisica di persone candidabili, anche alla luce dello spopolamento crescente e della difficoltà ad avere “voti propri”.
Qualcuno potrebbe anche sostenere la tesi della “pace sociale”, del progetto unico finalizzato al bene del territorio, in particolare in ottica del PNRR ed agli aiuti ai piccoli centri.
Ma quasi mai la presentazione di un’unica lista rappresenta la conseguenza di ciò e di un discorso di convergenza verso fini comuni.
E l’assenza di dibattito, di confronto e di fermento in paese non è, fondamentalmente, un bene per comunità che, un po’ per contingenze varie, un po’ per proprie attitudini, per gran parte dell’anno risultano impigrite, quasi dormienti e non sempre attente alle dinamiche amministrative.
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