La prima grande conquista delle donne è stata il diritto di voto nel 1946, quando il popolo delle donne ufficialmente viene ammesso a partecipare alle decisioni e alle scelte che riguardano la vita politica del Paese con una collaborazione concreta per la stesura delle leggi e la condivisione delle decisioni economiche. Ma per ottenere dei numeri rappresentativi in Parlamento, dobbiamo aspettare il 2006.
Nel 1948 la Costituzione repubblicana estende alle donne il diritto di accedere, in condizioni di uguaglianza, a tutti gli uffici pubblici e alle cariche elettive. Negli anni 50 e 60 cominciano a svilupparsi alcune importanti norme sulla tutela della lavoratrice/madre, il divieto di licenziamento durante la gestazione, l’astensione obbligatoria prima o dopo il parto.
Nel 1963, trova applicazione la Costituzione con una legge che ammette la donna a tutte le cariche, professioni o impieghi pubblici.
Nel 1999, diventa possibile anche la carriera militare.
Negli anni ’70 sono approvate le leggi sull’interruzione volontaria di gravidanza e il divorzio. Dopo queste leggi l’Italia diventa veramente un paese laico.
Nel 1996 la violenza sulle donne si trasforma da reato contro la morale a reato contro la persona. Più recente è la legge sullo stalking.
Cosa serve oggi alle donne per sentirsi realmente realizzate e rappresentate come persone in tutti i sensi? Innanzitutto, che queste leggi non abbiano valore solo sulla carta. Che siano presenti nella nostra società degli strumenti di lotta continui e costanti, che garantiscano sia il mantenimento in vita delle conquiste fatte, sia il dibattito critico sulle difficoltà e le esigenze della donna contemporanea.
Suffragio femminile
Era il 6 novembre del 1917, quando l’elettorato maschile, in America, attraverso un referendum, concesse alle donne il diritto al voto. Quella data, anche se New York non fu il primo stato a concedere il voto alle donne, segnò l’inizio di un percorso che portò al suffragio a livello nazionale nel 1929. Il primo stato europeo a riconoscere il suffragio universale fu il Granducato di Finlandia, con le prime donne elette in parlamento nel 1907. In Norvegia nel 1913, Danimarca e Islanda 1915. In Russia, durante il governo provvisorio in piena rivoluzione nel novembre del 1917, si tennero le elezioni per l’assemblea costituente a suffragio universale. Suffragio che poi venne confermato nella costituzione sovietica del 1918. Nel 1928 il suffragio fu esteso a tutte le donne inglesi. Prima nel mondo fu la Nuova Zelanda in cui il suffragio femminile fu ottenuto nel 1893, nel 1902 fu la volta dell’Australia. Il diritto di voto alle donne fu introdotto nella legislazione internazionale nel 1948 quando le Nazioni Unite adottarono la Dichiarazione universale dei diritti umani.
Le 10 leggi che hanno cambiato la vita delle donne italiane
Le donne italiane non potevano votare, non potevano abortire né divorziare, e se venivano uccise non era poi così grave, se la loro “colpa” era di avere leso l’onore maschile. La situazione delle donne italiane non era per niente facile, e decenni di lotte civili e femministe sono riusciti piano piano a cambiare le cose.
- Diritto di voto.
- Divieto di licenziamento per matrimonio o maternità
- Accesso alle professioni dei Pubblici Uffici
- Divorzio
- Riforma del diritto di famiglia
- Aborto
- Delitto d’onore e matrimonio riparatore
- Pari opportunità
- Quote rosa nelle aziende
- Divieto di violenza contro le donne