I calcoli renali sono formazioni dure simili a sassi. Si creano quando le particelle di sali minerali, come calcio, ossalato, fosfati, acido urico, presenti in sospensione nell’urina, precipitano e si accumulano all’interno delle vie urinarie.
Se rimangono all’interno del rene di solito i calcoli non provocano dolore. Se invece si spostano in basso, possono fermarsi nell’uretere (la parte iniziale delle vie urinarie), ostacolare il flusso dell’urina e causare coliche con un dolore acuto e violento localizzato nella parte bassa e laterale della schiena e irradiato ai genitali e alla radice della coscia.
La terapia dipende dal tipo di calcolo, dalle sue dimensioni e dagli effetti che provoca. Piccoli calcoli asintomatici possono essere semplicemente monitorati. Se si avvertono dei sintomi, ma le dimensioni del calcolo sono inferiori a 8 millimetri, è indicata una terapia farmacologica a base di cortisonici, per ridurre l’edema, e di alfa-litici e nifedipina, per dilatare l’ultima parte dell’uretere. Se le dimensioni superano gli 8-10 millimetri, i medicinali non sono più sufficienti e occorre la chirurgia. La procedura oggi più impiegata è la litotrissia, che consente, grazie alle onde d’urto, di rompere il calcolo in piccoli frammenti, permettendone così l’espulsione con le urine. Solo nel caso di calcolosi complesse, che non possono essere trattate con altre metodiche, si opta per l’intervento chirurgico tradizionale.
In tutti i casi di calcolosi, si consiglia di fare attenzione alla dieta, anche per prevenire eventuali recidive. La regola d’oro è quella di bere molto, 2-3 litri di acqua al giorno, di ridurre l’apporto di sale, e di non far mai mancare frutta e verdura fresche, contenenti elementi come potassio, magnesio, citrato che contrastano la formazione di calcoli.