Nell’arco di una vita, una persona attraversa molti luoghi e tanti altri ne conoscerà … Solo alcuni, però, diventano e si radicano come quelli del cuore!
Ci si sofferma su alcuni, se ne osservano altri, mentre altri ancora non si notano affatto e si va avanti per la propria strada ripetendo più volte questa sequenza! Ma poi accade che, per qualche motivo all’apparenza anche banale, ti ritrovi a ripensare a determinati luoghi e a soffermarti col ricordo su di essi!
Il pensiero vaga ed individua più posti: dove sei nato, dove sei cresciuto, dove hai vissuto esperienze particolari di vita, dove sei stato felice, dove hai avuto dei rimpianti, dove vivi adesso, dove pensi che vivrai domani…
Nel mio caso è successo che, per esigenze giornalistiche, l’argomento della settimana sul giornale Unico, fosse proprio ‘I luoghi del cuore’, e allora eccoci a ripercorrere prima col pensiero e poi fisicamente alcuni di essi!
Infatti, andando nel profondo, i luoghi del cuore restano proprio quelli della propria infanzia, del dove sei nato!
Io sono nata, a Roccadaspide, giù al paese, in via Chiaie, nella casa di proprietà di zio Antonio De Gregorio, sul cui terrazzo c’è ancora una nicchia dedicata a Sant’Antonio. Per un certo periodo questa casa è stata nostra ed io sono nata lì.
Oggi, 26 novembre 2020, ritorno al paese con mio marito, per rivedere la mia casa ormai chiusa, ripercorrere le strade che da bambina ho percorso tante volte, rivivere sensazioni lontane dolci e tristi. Parcheggiamo l’automobile al Parco pubblico e poi via per le vie della zona bassa del paese tra vicoli e vicoletti, scale e percorsi accidentati, salite e discese, tra case abitate e case fatiscenti con cartelli vendesi e con l’erba cresciuta un po’ dappertutto dove, però, i gatti la fanno da padroni. Sono le poche famiglie che ancora ci abitano che li cibano. Infatti, i gatti, se ne stanno tranquilli, e già al calar della sera, sonnecchiano beati con la pancia piena e nella tranquillità del posto. È quasi al buio, le luci si sono accese proprio mentre ci troviamo in prossimità della chiesa di Santa Sinforosa, dove nel lontano 1978 mi sono sposata, e della chiesetta sconsacrata del Rosario che per qualche anno è stata la sede de “Il Valcalore” e poi verso casa mia, dove sono cresciuta, a San Giuliano, in via Giuseppe Verdi. Anche questa casa è ormai chiusa da quando la mia mamma e il mio papà non ci sono più: ma ancora bella da vedere e da ricordare. Di fianco c’è la casa di casa zia Antonietta e zio Antonio, a cui citofono per un breve saluto. Loro mi hanno visto bambina e io, ogni qual volta posso, passo a salutare con tanto affetto. E poi c’è il castello imponente che sovrasta le nostre case. Alzando lo sguardo sembra quasi di rivivere la vita già vissuta sotto la sua ombra. Qui mi sono tornano in mente i momenti particolari della mia vita giù alle Chiaie, il luogo del cuore dove sono nata e dove sono cresciuta per il mio primo anno di vita. Mia mamma mi raccontava che la casa era sempre piena di ragazzini che, seduti intorno al tavolo, facevano i compiti aiutati da lei mentre io me ne stavo nella mia culla, e un gattino un po’ dispettoso e un po’ geloso era sempre in agguato per qualche scherzo.
In via Chiaie ci sono stata solo un anno, perché poi sono partita per un lungo viaggio, insieme a mamma e papà, verso l’Australia, dove ho vissuto per ben quattro anni e mezzo… Volevamo fare gli emigranti! Ma questa è tutta un’altra storia…
Sempre in zona Chiaie, un po’ più su rispetto a dove sono nata, negli anni 1969/70/71, ci sono tornata come studente dei primi due anni del liceo. Tutte le mattine partivo da San Giuliano e a piedi scendevo giù al paese. Lungo la strada incontravo gli altri studenti, un po’ per caso, un po’ per appuntamento… ci si aspettava e si faceva la strada insieme, si chiacchierava e ci si confrontava. Il ricordo di quei due anni è legato anche ai primi approcci amorosi, alle prime amicizie maschili…
Ripercorrendo queste vie, il pensiero va a tutte le zie di mia mamma che vi abitavano. Indico le loro abitazioni a mio marito cercando di celare la nostalgia. A dire il vero, queste case sono quasi tutte ancora abitate, ed è bello immaginare che la vita al loro interno continua e si rinnova. Mi sono rivista ragazzina che velocissima correvo per questi vicoli, quando mamma mi dava la consegna di portare qualcosa ad una zia o di passare a salutare un’altra per vedere come stava…
E così, in poco tempo, ho ripercorso la mia prima vita tra via Chiaie e la terza a San Giuliano fino al giorno del mio matrimonio. Se quelle pietre potessero parlare, racconterebbero di una ragazzina tranquilla, dedita solo allo studio che viaggiava in ogni luogo con la fantasia!
Gina Chiacchiaro