Tra le innumerevoli caratteristiche che danno un fascino unico nel suo genere, Capaccio-Paestum possiede una ramificazione fluviale che determina la straordinaria fertilità del terreno. Il Fiume Capodifiume, secondo alcune ipotesi, determina la stessa etimologia del nome “Capaccio” che trae proprio la sua principale origine dalla sorgente d’acqua ovvero da “Calpatium” o “caput aquae”. Questo corso d’acqua ha caratterizzato la grossa parte di Storia del territorio essendo uno dei principali motivi per cui, civiltà antiche come quella greca prima e romana poi, hanno prediletto il loro insediamento su questa terra. La ricca composizione di carbonato di calcio favorisce la nascita di giacimenti di travertino che veniva estratto per la costruzione di edifici tipici dell’epoca romana, greca ma anche medioevale. Il fiume “Capodifiume” nasce alle pendici del Monte Soprano la cui caratteristica è la permanente portata sorgiva. Il corso del fiume percorre l’intera pianura del territorio fino al complesso archeologico di Paestum, aree con caratteristiche agricole e nel tratto successivo in zona maggiormente urbana (località Licinella di Paestum). In passato, Capodifiume, era usato come canale di bonifica principale salvo poi essere ramificato in altri canali circostanti. Con i suoi 9km di estensione, rappresenta senza dubbio un fattore cruciale per l’attività socioeconomico dell’intera zona. Più a Sud, a fungere da confine con il comune di Agropoli, c’è il fiume Solofrone. Più volte martoriato da sversamenti di liquami zootecnici e velenosi, il Solofrone resta uno dei fiumi più affascinanti del Cilento. Sorge alle pendici del Vesole e, dopo un tortuoso fluire, si lascia cadere generando uno spettacolo che attira da sempre numerosi appassionati escursionisti che risalgono il fiume da Giungano fino alla “Cascata del Solofrone” posta al confine tra il territorio di Giungano e quello di Trentinara che la domina dall’alto. Oggi il suo ruolo del fiume assume un ruolo nelle relazioni tra le Agropoli e Capaccio Paestum in quanto l’amministrazione della Città dei Templi, guidata da Franco Palumbo, ha deciso di delocalizzazione dell’“Arena del mare” (evento estivo concernente spettacoli e concerti) in località Linora che è situata proprio al confine tra i due comuni segnato del “vetusto” fiume. Questa potrebbe essere l’occasione per valorizzare la sua foce e, soprattutto, per dare seguito ai tanti proclami della volontà e necessità di avviare una forte integrazione tra quanto avviene nei territori divisi proprio dal Solofrone. Infatti, per quanto piccola la distanza tra le due sponde del fiume, finora sono state troppo poche le occasioni in cui le amministrazioni hanno saputo e voluto collaborare in pieno.
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