di Mariantonietta Sorrentino Esiste una concreta possibilità che noi del III millennio passeremo alla storia con l’etichetta di “monnezzari”. Produciamo spazzatura in quantità industriali, senza contare gli sprechi alimentari. I Tg hanno messo la spazzatura, e diverse volte, tra le notizie di attualità. Spazzatura che va in fiamme, rifiuti non prelevati, discariche stracolme. Senza contare le paventate mani della camorra sulla gestione dello smaltimento dei rifiuti. Non si risparmia, in questa devastante condizione nemmeno l’Alto Cilento o aree attrezzate come la fontana dei caciocavalli sotto il celebrato Monte Cervati dove un bel copertone da trattore esibiva tutta la sua gomma a maggio, parola di chi scrive. E fosse solo quello! La plastica si è impadronita dei nostri migliori siti con la complicità di chi pure giura di amarli. Mi si potrebbe obiettare che, in questo scenario apocalittico, operano i volontari di Lega ambiente che ripuliscono le spiagge e non solo. Ma sono una goccia nel mare. Per fortuna, c’è chi pure, senza clamore e con grande spirito di sacrificio e disponibilità, offre un servizio alla collettività con la rimozione dei rifiuti. Si tratta dell’Associazione “Le Aquile” che a Sacco, borgo adagiato ai piedi del Monte Motola, è praticamente sinonimo di Nicola Pisanos. Con i suoi pochi ma intraprendenti collaboratori opera tra l’indifferenza generale. Da cittadino e senza aspettare incarichi o finanziamenti, lui s’è fatto carico di una rimozione rifiuti, scelta che gli fa onore. Nicola Pisanos, radioamatore per legge di natura, non è nuovo a servizi per la collettività. Numerosi in passato i suoi interventi che, dobbiamo sottolineare, si son giovati dell’aiuto dei collaboratori, del plauso dell’amministrazione comunale, ma che non han favorito né sollevato ancora una giusta e sacrosanta attenzione al bene comune. Non possiamo vivere in un Cilento che vuole i turisti, che ha tante ricchezze e poi trascura tanto platealmente i beni paesaggistici. Occorre una inversione di tendenza. Non possiamo vivere solo di clan e interessi familiari, sagre e processioni in questi paesi cilentani dove l’Ente della Provincia era latitante prima ancora di essere formalmente soppresso. Qua, in un lacerto di salernitano spalmato da Eboli verso l’interno degli Alburni ed oltre, dovremmo vivere in un Paradiso, ma così non è. I turisti che scelgono il Cilento devono fare i conti con la spazzatura, ebbene sì, oltre che con la pessima manutenzione viaria e la sentieristica abbandonata ai rovi. E qui, dove Cristo non c’è mai arrivato, operano persone meritevoli di medaglie come Nicola Pisanos. Napoletano “doc” lui gestisce la locale Protezione civile con soddisfazione generale, ma anche poco seguito, facendo salvo i lodevolissimi Donatella Cataldo, Donato Bellissimo e i coniugi Domenico e Rosangela Agresta. Tutti loro meritano la nostra ammirazione. Avvisando la popolazione di Sacco nel tentativo di coinvolgerla, popolazione che è rimasta incurante come da prassi ormai, Nicola Pisanos e i volontari si son rimboccate le maniche per ripulire parte della strada provinciale 11, in particolare il tratto che dalla sella di Corticato arriva alle propaggini del paese sul ponte del fiume Sammaro. Si tratta della zona di confine tra Vallo di Diano e Cilento, in pratica una cerniera percorsa parecchio soprattutto dalla primavera in avanti. Il racconto di quanto questo piccolo ma agguerrito team ha trovato lassù a 1000 metri è sconcertante: sembra quasi il campionario di un negozio di elettrodomestici. E l’imperatrice indiscussa è la plastica il cui tempo di degrado è tra i 10 e i 1000 anni. Possiamo sminuire l’argomento e parlare di piccoli e distratti gesti d’inciviltà quelli di abbandonare sacchetti e quanto altro lungo le scarpate o nei boschi? No, perché sono un autogoal che ha ricadute sul paesaggio, sul turismo e sulle generazioni che verranno. Essi contribuiscono in maniera subdola all’inquinamento di acqua, terra e aria. Nicola Pisanos e i suoi zelanti collaboratori hanno avuto la sensibilità e dimostrato amore per il proprio territorio. Chapeau. Il Cilento, che sia la costa o la zona montuosa, merita rispetto. Lo merita soprattutto se con squilli di tromba si “vende” come Parco Nazionale.
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