TIn tutti i suoi scritti c’è comunque un unico filo conduttore: La Vita!
Gabriela si rivolge sempre a qualcuno che evoca una profondità di pensiero.
Il titolo, della raccolta di poesie “L’Attesa delle stelle”, lascia spazio al sogno! L’immagine, poi, di copertina, che raffigura una giovanissima di spalle che guarda il cielo stellato, annuncia che il contenuto è qualcosa di poetico, di profondo, di dolce.
I suoi versi ricercano il vero, il bello, il giusto. Sembrano indicare qual è la strada da percorrere per raggiungere l’essenza, per colmare l’assenza. A volte fa capolino il pessimismo tra le righe che cerca comunque di dissimulare. Ma è l’ottimismo che prevale con inni alla vita: non manca di dare consigli, di guidare in modo palese, di aiutare a scegliere la via giusta.
Nei suoi scritti si evince il suo attaccamento alle radici, alla sua terra, al suo passato, con ricordi che tornano e raccontano. Ha tempo per metterli in ordine, trascriverli e affidarli al futuro. Intanto “costruisce” il futuro che vorrebbe.
Tutto le dà l’occasione per scrivere e per scriverne: ricordi e speranze, oggetti e visioni, gioie e dolori. E tutto si anima in un prima e un dopo.
Ogni poesia svela la profondità del messaggio che le accomuna e la diversità che ciascuna nasconde. Vanno assaporate dal lettore seguendo il proprio cuore per coglierne l’essenza e farle proprie.
I vari filoni di poesie, personali, di ambiente, familiari, sul tempo che passa, sulle stagioni… Raccontano pensieri e descrivono ambienti. Riflettono sulla vita e sul tempo, sulle persone e sugli animali, sulla natura e sul firmamento…
– In “Assenza”, sembra che il richiamo dal profondo quasi si materializza e si confonde con la sera. Pag.5
– In “Tu madre”, oltre ad una descrizione delicata di sua mamma, Gabriela la eleva a regina, a spirito, a dolce speranza. Pag.7
– Ne “La partenza”, c’è tutta la tristezza delle cose non dette prima del distacco ma anche le speranze di chi va. Solo il ritorno saprà chiarire il vissuto. Pag.177
– In “Solo d’inverno”, l’autrice fa una descrizione d’ambiente dettagliato che conserva un non so che di profondo, come se l’avvicinarsi dell’inverno ha un animo che detta le sue caratteristiche. Pag.9
– Nel “Mattino sognante”, rivive un ricordo d’infanzia serena tra un fare e un ascoltare ciò che il tempo ha donato senza la fretta di andare. Pag.185
– In “Il tempo non esiste”, Gabriella si racconta e lascia andare il pensiero, senza controllo. E lo rincorre e si lascia trasportare in un viaggio che non conosce meta per capire che il vagare del pensiero porta all’infinito. Pag.11
– In “Amore”, non so a chi rivolge il suo pensiero perché spazia, è un abbraccio alla vita che nasce e alla sua evoluzione nel tempo. Pag.15
– In “Questo è il mio silenzio”, è un inno all’amore e le parole non dette raccontano la profondità dell’amore stesso. Pag.17
– Ne “ll linguaggio silenzioso”, c’è una domanda dopo l’altra e le risposte sono dentro ciascuno di noi. Pag.209
– In Posso darti, c’è il desiderio di dare le cose vere della vita: passioni, memoria, conoscenza, gioia, sogni…sono questi i voleri di una mamma! Pag.187
– In Mi libro, sembra di cogliere il senso di felicità che può dare il lanciarsi in volo nel cielo, sull’infinito e in solitudine. Pag.25
– In Ogni mio pensiero, mi piace questo suo desiderio di voler fermare ogni pensiero in ogni sua sfumatura con inchiostro indelebile. È un inno alla mente che va: che scrive e dipinge, che racconta e sfuma, che arricchisce e svanisce… Pag.31
– In Ombre, c’è la descrizione di un meriggio autunnale e ci trasporta nel passato, quando da giovane studente in una giornata monotona ti soffermavi ad osservare da una finestra lo scorrere del tempo. Pag.223
– In Certi luoghi, sembra di toccare con mano il brutto della vita e il pensiero va in questi luoghi ghettizzati con una rapidità incredibile. 221
– In Il principio, sembra di cogliere il racconto biblico della creazione con un messaggio positivo nascosto a cui l’uomo tende. Pag.219
– In Dal ventre, sembra di vivere con dolore il distacco di un figlio dal grembo materno. Sembra non condividere come questo modo bruto di affacciarsi alla vita. Pag.35