Baronissi dischiude le porte del FRAC per accogliere l’opera artistica del pittore Pino Latronico con un’esposizione che prende forma nei saloni del Fondo Regionale d’Arte Contemporanea, riproposta come antologica con una raccolta di opere dal 1978 ad oggi. La Mostra denominata “Arcanamente” vede un percorso espositivo con 35 composizioni, con pitture di grandi e compositi formati che si alternano a disegni e acquerelli. Una “Prima” svoltasi con una serata di grande fascino, caratterizzata da una folta presenza di appassionati dell’arte ed artisti che hanno fatto cornice all’evento mondano, ricco di charms espositivo. Ad introdurre la serata l’attrice Francesca Pica che indossava un costume scenico per richiamare l’opera “Trasmutamento”, seguita dai fotografi mentre trainava l’opera su ruote “Valchiria Lucana”. A seguire, la presentazione dell’antologica con Pino Latronico ed il curatore della mostra Massimo Bignardi, critico d’arte e direttore del Museo d’Arte contemporanea di Baronissi. L’esposizione, che raccoglie opere fondamentali del percorso artistico di Latronico, traccia un vissuto nell’arte, dove le grandi tele raccontano con segni antichi, intrisi di storia dell’arte, di un passato studiato e meditato. La centralità della sua opera e la figura femminile che veste il presente con rimandi eccentrici in un passato senza tempo. Nell’arte di Latronico entra in gioco l’ironia, per certi versi faziosa e penetrante. Questo concetto che si dirama nell’opera pittorica e dialoga nel tempo senza regole, dove la fantasia spoglia la sacralità dei templi classici, colonne e capitelli per renderli vestizioni del corpo femminile. Di lui scriveva Francesco D’Episcopo “Pino Latronico appartiene all’antico, all’autentico, a una memoria che custodisce l’armonia dello spazio e del tempo. Da questa essenziale, esemplare premessa bisogna partire per capire la sua pittura, dominata da una fedeltà estrema ai motivi di una tradizione meridionale e mediterranea, carica di forza simbolica e di sostanza vitale”. L’opera di Pino Latronico si denota come un grande progetto scenico in cui il corpo femminile protagonista si trasforma in un tempio delle meraviglie, mentre la materia della colonna corinzia diventa tessuto plasmato che veste i corpi giunonici. In questo sapiente gioco del comporre, l’autore con ironia, spesso bizzarra, mette a punto giochi pittorici e scultorei con una simbologia di civette, cani e cavalli, che arricchiscono ed impreziosiscono di valori e significati l’immaginario compositivo. Ne è testimone la creazione “La giostra della vita”, opera tridimensionale con nudo femminile dall’ampio cappello a tenda ed una struttura circolare girevole, arricchita con simboli sbalzati in rame, che testimonia la satirica parodia del mondo femminile. Latronico vive la pittura e l’espressione in una illuminata dimensione scenografica, ironizzando le inquietudini del presente per rifugiarsi in un metafisico mondo di satira contemporanea, dove la ricchezza del colore e delle forme rimarcano una mirata ambiguità dell’essere. Così, Massimo Bignardi, curatore della mostra riporta nel catalogo” L’ironia, in pittura, così come è da quasi cinque decenni nell’esperienza di Pino Latronico, non assume il senso che ritroviamo nel discorso verbale, in pratica un espediente con il quale si mira ad enfatizzare o a ridicolizzare una verità, affidandosi alla correlazione tra la parola e l’espressione del viso o delle mani, tanto meno a rendere esplicito il tentativo di porre in ridicolo un concetto, meglio, un pensiero figurato”. Nel catalogo della mostra in evidenza si legge questa intensa citazione di Fernando Pessoa “La vita è un viaggio sperimentale fatto involontariamente. È un viaggio dello spirito attraverso la materia, e poiché è lo spirito che viaggia, è in esso che noi viviamo” così per Latronico continua nello spirito il viaggio nella creatività del suo universo artistico.