Orazio Ciaramella ‘ Horos ‘, è nato a Paternò (CT) nel 1963. Ha conseguito la Maturità d’Arte applicata presso l’Istituto Statale d’Arte di Catania. Durante gli studi catanesi conosce e dialoga con gli artisti contemporanei Kandinsky, Mondrian, Pollock, Vasarely e Munari. Ama la pittura e la scultura, ma nell’una vede solo colore e nell’altra solo volume; sostiene la libertà di espressione linguistica e formale che sperimenta anche sulla ceramica; dipinge su tela ma non disdegna la modellazione dell’argilla; nel 1987 si trasferisce a Firenze, frequenta l’Accademia di Belle Arti e consegue il diploma di Decorazione con una tesi su “Lucio Fontana Ceramista”. In quegli anni apprende i segreti dei grandi maestri toscani; frequenta e collabora con Reza Yah Yaei artista d’origine iraniana da cui acquisisce il rigore formale e la vera libertà espressiva. Numerosissime sono le mostre cui partecipa: nel ’90- 91, Natale in Sicilia, Paternò; Fuoco e Terra dell’Etna, Fiera Milano; Europolis ’92, Bologna; dal 92-95, Concorso Artco, Tusciarte, Fiera di Viterbo. Partecipa nel 1993-94 a Tegma 93-Tegma 94, Centro Affari Arezzo; 1993 Etna Materia e Artigianato, Tusciarte, Fiera Viterbo; M.I.A., Fortezza da Basso, Firenze; Mercantia 93 a Certaldo; 1993 Terza rassegna del presepe a Viterbo; 1994, Federico II di Svevia nel territorio Etneo otto secoli dopo, Viterbo. Nel ’93 è a Monaco di Baviera al Talentbors 93; nel ‘96 a Firenze apre uno studio di ceramiche artistiche (Terre Mediterranee) ove opera fino al 2006; nel 1998, partecipa a Donazione D’A Gallery, Vitorchiano (VT). Le nuove amicizie sono numerose: artisti poliedrici del Chianti fiorentino, ceramisti, scultori, pittori di varie origini; con americani, inglesi, francesi, tedeschi, italiani instaura, assieme a Nina Tasso con la quale ha aperto un negozio-atelier a San Casciano Val di Pesa, un rapporto di profonda amicizia, collaborazione e scambio culturale. Nel ’99 è con Giorgio Bessi a Sculture in Ceramica a S. Casciano Val di Pesa; nel 2000 Omaggio a Picasso, Montelupo Fiorentino; Mercantia Certaldo; dal 2000-05 Festa Raku, Urbino. Dal 2002-05 Incontro Raku a Montespertoli; nel 2002 mostra Dalla Terra al Bosco a Fiorenzuola; 2002 Omaggio a Ettore Bellucci, Urbino. Nel 2003 è a Boston su invito di Paul Pople al Tuscany Art. È inarrestabile la sua attività a mostre di ceramiche: 2004 Terra in Arte, Cerbaia ed in Francia a Valbonne, Recontre de Potiers… Nel 2008 a Urbino vince il II°Premio al Concorso di Ceramica Raku. Nel 2009 vince il I°Premio del Concorso di Ceramica Contemporanea, Premio D’A Castello S. Marco, Calatabiano (CT). Dal 2010-19 è un continuo susseguirsi di eventi, riconoscimenti e partecipazioni di altissimo livello artistico conseguendo il I° Premio, Sezione scultura, nel “Memoriale a Mariano Ventimiglia” di Paternò; poi, fonda nel 2014 insieme ad artisti, ceramisti, artigiani DELFARE, Associazione artistico-culturale per promuovere e divulgare l’arte e l’artigianato. Indi è curatore di varie mostre e cataloghi. Nel 2007 si è trasferito a Paternò dove ha aperto uno studio artistico dall’enfatica denominazione di TERRE MEDITERRANEE.
-Studio: Terre Mediterranee, via dei Pioppi 2, Paternò (CT)
-Tel.095 858669; cell. 339 410 0931; e-mail: [email protected];
-www.terre-mediterranee.it; Facebook: Terre-Mediterranee-ceramiche artistic
L’Opera
Nereide
La Nereide è l’opera artistica realizzata per il progetto culturale di Procida Mediterranea 2022 con l’obiettivo di rappresentare un essere mitologico, una figura che si ancorasse alla cultura mediterranea.
L’artista ha inteso figurare una divinità minore del Regno di Nettuno, area marina protetta in cui si immerge l’isola di Procida proclamata Capitale Italiana della Cultura 2022. L’opera suscita un senso di incanto se pensiamo alla presenza nel mare delle bellissime cinquanta figlie di Nereo che, ancora prima di Poseidone, ebbe la sovranità sulle onde.
Essa è stilisticamente figurativa di una fanciulla con le dolci curve del corpo ben proporzionato e una folta chioma di capelli corvini che nella estremità sono sciolti in filamenti. I colori prevalenti utilizzati sono il nero per rappresentare il buio cupo delle profondità marine in cui vivono le nereidi; l’azzurro è figurativo invece della superficie del mare ove le creature marine si affacciano per andare incontro ai naufraghi da salvare e guidarli alla riva come era loro consuetudine. La forma sinuosa dei capelli è figurativa anche di un delfino saltellante che si presenta disponibile ad essere abilmente cavalcato dalle nereidi per aiutarle nella loro opera di salvataggio. È un’opera che cerca di esprimere un mondo della natura ancora bello, quello del mare, popolato da mitiche divinità disponibili ad aiutare il prossimo unitamente ad esseri marini, i delfini.
Ma il mito delle nereidi non appartiene al mondo di oggi perché i naufraghi non sempre trovano tra le tempestose acque del Mediterraneo qualcuno che li salvi e li accompagni a riva.