Dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti di Napoli ha lavorato con gallerie italiane e straniere. Dal 1986 ha all’attivo numerose partecipazioni a mostre collettive e rassegne internazionali. Delle opere pubbliche realizzate si segnalano l’installazione nella Metropolitana di Napoli – Stazione Piscinola/Scampia nel 2005, la “Scultura per il Parco della Legalità” nel 2008 finanziata dal Ministero dell’Interno, il monumento commemorativo dal titolo “Scala” installato nella P.zza Del Ricordo a Pozzuoli nel luglio del 2014. Una sua scultura è dal 2015 in permanenza a Napoli nel “Museo del Novecento” di Castel Sant’Elmo. E dal 2018 una sua opera è presente nella collezione del Museo Madre.
Lello Lopez fonda la sua ricerca sulla realtà, su un vissuto fatto di incontri con persone. Si stabiliscono così relazioni che sono esperienza diretta di un mondo concreto. L’ analisi introspettiva e riflessioni sul concetto di presente sono altri elementi della sua ricerca concettuale. Questa si concretizza attraverso vari strumenti espressivi scelti di volta in volta a seconda delle necessità comunicative.
COMUNICATO STAMPA: Incursioni Contemporanee
Marisa Albanese, Lello Lopez, Paolo Grassino
Secondo appuntamento espositivo con Lello Lopez
13 novembre – 2 dicembre 2021
Progetto espositivo promosso e organizzato da Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino
a cura di Alessandro Demma
Complesso Monumentale di San Pietro a Corte – spazio Ipogeo
Salerno 24 ottobre – 26 dicembre 2021
Il 13 novembre 2021 alle ore 12.00, per il secondo appuntamento espositivo di Incursioni Contemporanee nello spazio ipogeo di San Pietro a Corte, inaugura la mostra dell’artista Lello Lopez. La mostra, che presenta alcuni lavori che vanno dal 2014 al 2021, è concepita come un complesso labirinto fatto di corpi, immagini, segni e simboli, per aprire un di-battito tra la storia del luogo e le attente riflessioni contemporanee dell’artista napoletano.
Per Incursioni Contemporanee Lello Lopez presenta una serie di opere che prendono le mosse dal suo recente progetto Deposito materiale di senso (2020) composta da vari elementi che, attraverso contaminazioni ed equivoci, sono messi in relazione tra loro svelando aspetti iconologici, narrazioni e relazioni nascoste. Poggiati su una scrivania, in uso un tempo negli studi medici, una scultura di terracotta di due mani parzialmente sovrapposte che reggono un piccolo registratore che invita a lasciare una traccia vocale, – testimonianza di un’interazione che andrà inevitabilmente a modificare di volta in volta il valore ontologico dell’opera – tre megafoni recanti su apposite etichette i nomi di Joseph Kosuth, Robert Barry, Lawrence Weiner, artisti che notoriamente usano la sintesi verbale, un taccuino aperto su una pagina di vecchi appunti, trovati tra libri di casa, che parla della danza e del gioco come massima espressione estetica nel bambino, e, infine, una traccia sonora che ripete la “Apologia di Socrate” di Platone, recitata dal padre dell’artista, riprende dal passato, e attualizza una lezione etico-politica resa esteticamente concreta dalla verità della voce.
A partire da questa complessa installazione si sviluppa la mostra, intesa come un’”opera aperta” che vuole suggerire una riflessione sul senso nascosto delle cose, sul valore dei ricordi e sul concetto di presenza: dalle due sculture, Vanity (2017) e Quel che è accaduto accadrà (2016), ai lavoro che riflettono sul concetto di immagine come archivio, memoria del tempo passato e delle prospettive del tempo presente come Trepiùuno (2021), Home Sweet Home- Numi Tutelari (2018-21) ed infine a Coste line (2014), un’opera dedicata ai concetti di etica, memoria e iconografia, che fa parte del progetto dell’artista intitolato Paesaggio Morale.
Lello Lopez costruisce un infinito universo di immagini e oggetti, di figure e materiali, che si alternano, si intrecciano, che dialogano nello spazio dell’opera. Le riflessioni attuate dall’artista viaggiano su frequenze intermittenti, mettendo in scena un cortocircuito visivo e di senso che disorienta, spiazza lo spettatore e lo conduce sui sentieri della memoria, del tempo e dello spazio. È proprio sul rapporto con lo spettatore e la sua visione che si gioca il finale di partita fondamentale di Lello Lopez; il confronto tra uno spazio e una situazione reale con l’impercettibile smarrimento che una realtà altra, o una circostanza banale mette in discussione, in crisi. Quello di Lopez sembra essere un viaggio fra labirinti d’immagini, di segni e simboli che animano l’universo della vita, un mondo in cui, passo dopo passo, in un esercizio sempre in bilico fra realtà e finzione, viene rappresentata, usando un’espressione cara a Jean Baudrillard, la “verità alterata”.
L’universo realizzato da Lello Lopez è un luogo mai concluso di un “processo” alle immagini e agli oggetti, uno spazio teorico e fisico, in cui le immagini, oggetti, simboli, possono assumere un nuovo significato, nuova voce e nuova attualità; un universo che è giocato sul concetto di simulazione e che mette in causa la differenza tra il “vero” e il “falso” tra il “reale” e l’”immaginario”, sviluppando situazioni che creano “effetti di visione” che affasci-nano, seducono, inquietano, attraggono gli occhi dello spettatore e li incatenano all’opera.
Processualità del progetto:
Tre mostre personali, della durata di 20 giorni l’una, si alternano come un “teatro delle arti” per dialogare con la memoria dello spazio ipogeo di San Pietro a Corte
24 ottobre – 11 novembre – Marisa Albanese
Inaugurazione domenica 24 ottobre ore 12.00
13 novembre – 2 dicembre – Lello Lopez
Inaugurazione sabato 13 novembre ore 12.00
4 dicembre – 26 dicembre – Paolo Grassino
Inaugurazione sabato 4 dicembre ore 12.00
Complesso Monumentale di San Pietro a Corte, larghetto San Pietro a Corte Salerno
dal martedì alla domenica ore 10.00 – 18.30
Ideato e curato da Alessandro Demma
Progetto promosso e organizzato da Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino
Patrocinato dal Comune di Salerno e il Museo Madre di Napoli
Realizzato in collaborazione con Studio Trisorio (Napoli) e Shazar Gallery (Napoli)