Betty Bee nasce a Napoli nel 1962, dove vive e lavora. A partire dagli inizi degli anni 90 ha creato una sigla stilistica inconfondibile, dove l’elemento teatrale, inteso come rappresentazione di se stessa, è divenuto un riferimento costante di tutto il suo percorso artistico-esistenziale.
A partire dagli inizi degli anni 90 ha creato una sigla stilistica inconfondibile, dove l’elemento teatrale, inteso come rappresentazione di se stessa, è divenuto un riferimento costante di tutto il suo percorso artistico-esistenziale.
Arte e vita si fondono infatti continuamente, con un compiacimento ironicamente narcisistico che caratterizza le opere, nelle quali mostra una predilezione innata per la provocazione, il gioco, l’esibizione del corpo e delle sue ossessioni, infatuazioni, fantasie. Il corpo esposto, raccontato e trasformato, viene dissacrato e quindi restituito ad una verità fisica ed emozionale, oggetto del desiderio e rappresentazione costante della sua incredibile molteplicità.
Dotata da sempre di eccezionale talento artistico, nel senso più esteso del concetto, e d’un incredibile e affascinante bagaglio di esperienze umane, personalmente vissute, comincia a esprimersi, nel mondo dell’arte contemporanea a Vienna nella metà degli anni 80 come performer. All’inizio degli anni 90 realizza in Italia le prime mostre, coinvolta dal gruppo degli “Eretici sfrattati”. Nel ’92 Luca Castellano la propone nella mostra Città del Monte con una forte ed emblematica foto che attira l’attenzione dei Galleristi Raucci e Santamaria con i quali lavora per lunghi anni, dal ’93 con una mostra collettiva, e in più mostre personali successivamente. Subito notata, si susseguono numerosi gli articoli nelle riviste d’Arte contemporanea e tra questi quello dell´autorevole rivista specializzata americana Artforum. Tra il ’95 e il ’97 continui sono affermazioni e successi. È costantemente in viaggio per mostre: da Aperto95 a Vienna al KunstRaum, al Museo di arte contemporanea di San Marino, per Le Mille e una Volta, a cura di Laura Cherubini e Giacinto Di Pietrantonio; e ancora, tra le altre, De Appel al Centro di Arte Contemporanea ad Amsterdam, la Kunsthalle di Francocorte, la personale alla galleria di Luciano Inga Pin con Leonetti Luigi classe 20, in cui esibisce un video del padre, suo eterno vessatore, mentre si fa il bagno, nudo, inconsapevole dell´occhio indiscreto della telecamera. Con il video-documentario Betty Bee (sopravvivere d’arte) ‘Ciao Bucchì (1999) vince il primo premio al Festival Cinema Giovani Torino e nel 2001 viene chiamata da A.B. Oliva per rappresentare l’Italia alla Biennale di Valencia; nello stesso anno la Metropolitana di Napoli acquista, per la stazione di “Quattro Giornate” una sua istallazione. Nel 2002 partecipa alla collettiva Napoli Anno Zero Qui è Ora a cura di G. Maraniello a Castel Sant’Elmo, l’anno successivo è presente con 2 opere a Trani, alla al Castello Svevo. Achille Bonito Oliva la invita successivamente nelle sale della Certosa di Padula. Nel 2004 inaugura la personale Incantesimo Lunare al Museo Castel Nuovo (Maschio Angioino) di Napoli. La mostra è anche l’occasione per presentare il nuovo progetto editoriale dell’artista: un catalogo che è anche un diario, una biografia costruita attraverso frammenti eterogenei. Opere, foto ricordo, pagine di memorie private, lettere, e una buona selezione di testi critici. L’ultima pagina è riservata allo spettatore, che, invitato a scattare una polaroid all’installazione, può incollare su un apposito spazio la sua foto. Un modo per rendere ogni volume diverso ed esclusivo, documentando l’opera attraverso gli sguardi della gente.
Nel 2005 inaugura la personale Blasfemo alla Changing Role Move Over Gallery di Guido Cabib a Napoli, ed è scelta da Loran Hegyi per la prestigiosa collettiva Napoli Presente al Pan (Palazzo delle Arti di Napoli). Nello stesso anno è ospite del Pac di Milano in Rosso vivo, a cura di Gianfranco Maraniello, e ancora espone a Berlino allo Stifung Theater und Kunst in Semaforo Universale, a cura di Patrizia Bisci.
Nel 2007 espone a The Food Show al Chelsea Art Museum di New York e al MAXXi di Roma in una mostra dal titolo Evanescence dove indaga il problema dell’anoressia nel mondo della moda, creando con l’utilizzo del proprio corpo, pezzi di corpo di donna in sagome realizzate con materiali diversi che in progressione arrivano all’evanescenza. Nel giugno del 2007 espone al Festival di Ravello, scelta da Achille Bonito Oliva, in La Passione Secondo ABO. Lo stesso anno è anche fra i protagonisti della mostra Arte e Omosessualità da von Gloeden a Pierre et Gilles, a cura di Vittorio Sgarbi a Milano (Palazzo della Regione) prima, e a Firenze dopo. Nel 2008 è a New York nella collettiva Home Sweet Home – Dorsky Gallery e in The Ego, The Persona, The Shadow and The Old Man, Or Was It The Great Mother – Gallery The Guild, entrambe curate da Ombretta Agrò Andruff. Nello stesso anno in Italia è protagonista del solo show Effetto Serra a cura di Luca Panaro presso la Galleria Betta Frigieri Arte Contemporanea di Modena. Ancora, nel 2008, Betty presenta, in forma simbolica di gioielli, alcune delle opere più emblematiche divenute icone del suo percorso artistico: Cristo Nero, la Sirena, il Mostro, Lick and go assumono forma di gioiello d’arte da indossare. Nel 2009 espone con A.B.O. e Giusy Caroppo a Barletta in una mostra dal titolo Itramoenia Extra Art, ed è in India per la mostra Home Sweet Home presso la Arts.i Religare Initiative Limited di New Delhi, a cura di Ombretta Agrò Andruff, mostra sul tema della violenza sulle donna. Espone ancora nello stesso anno alla Fondazione Filippo Menna di Salerno in Arte di Sera / 33 – Sovrimpressioni a cura di Eugenio Viola e Antonello Tolve, ed è a Roma presso la galleria Il Ponte in Invito all’opera a cura di Achille Bonito Oliva. Nel 2010 a Palazzo Barone Ferrara le viene dedicato il solo show Metal Fence a cura di Anna Saba di Donato. Nel 2011 è presente nella collettiva It’s time to say goodbye, mostra a Palazzo Zenobio di Venezia a cura di Guido Cabib ed è scelta poi da Vittorio Sgarbi per la 54° Biennale di Venezia, Padiglione Italia al CAM (Contemporary Art Museum di Casoria) dal titolo Campania Senses. Betty Bee, sempre nel 2011, è l’unica artista campana contemporanea a rappresentare l’arte nelle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità in Testimonianze d’Italia I 150 anni dell’Unità in mostra al Vittoriano, Roma. Nel 2012 è presente alla 17° Fiera Miart in Miart Parade a cura di Milovan Faronato ed è protagonista al Pan di Napoli scelta da Alberto Dambruoso e Marco Tonelli per i Martedì Critici. Nel 2013 è presente alla mostra Arimortis al Museo del 900 di Milano, a cura di Milovan Faronato, è scelta come guest-star per la mostra Vietato ai Minori, alla Galleria Essearte di Napoli e partecipa alla prima edizione del grande progetto-mostra Paleocontemporanea a cura di Holger Milkau che si svolge in prestigiosi siti della città di Napoli (Museo di Capodimonte, Catacombe di San Gennaro, Museo Archeologioco Nazionale e Osservatorio Astronomico di Capodimonte). Nel 2014 espone presso la fondazione Morra Greco di Napoli con la personale Second Life a cura di Francesca Boenzi, partecipa ad I HAVE A DREAM Palazzo Reale, Milano, collettiva promossa dal Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights Europe, a cura di Melissa Proietti e Raffaella A. Caruso, e realizza, nello stesso anno, per la galleria Essearte, nel cuore di Napoli, la mostra personale Script, a cura di Ciro Delfino. Nel 2015 Cristo Nero e altre sue opere storiche sono esposte con Eidos Immagini Contemporanee a Bologna Arte Fiera, in un progetto dedicato alla presenza dell’ “imprevisto” nella storia dell’arte, con altri outsider che hanno lavorato sul corpo, quali Rainer ed Araki.
Protagonista di varie interviste tv, le sono state dedicate puntate delle trasmissioni televisive RAI Il giorno della Creazione (2005), Fuori Quadro (2014) a cura di Achille Bonito Oliva e Voyage au féminin (2002) da parte dell’emittente francese AB Sat France.