In Campania nel primo trimestre 2015 sono nate 4.022 aziende con un saldo positivo pari a +1.854. La provincia di Salerno si colloca all’undicesimo posto della graduatoria nazionale per tasso di incidenza. Il presidente Lombardi: «Segnali positivi, ma occorre strutturare meglio il sostegno all’auto-imprenditorialità».
In Campania nel primo trimestre del 2015 sono nate 4.022 imprese guidate da giovani under 35 con un saldo positivo pari a +1.854 aziende. La provincia di Salerno si colloca all’undicesimo posto della graduatoria nazionale per tasso di incidenza (15.211 imprese, con un tasso d’incidenza del 12,8% sulle imprese iscritte). Caserta si colloca al terzo posto, Napoli al nono, Avellino al diciannovesimo posto e Benevento al ventitreesimo posto. In tutte le province campane – evidenzia il Centro Studi Ance Salerno, che ha estrapolato i dati dalla rilevazione trimestrale condotta da Infocamere e pubblicata il 1° giugno scorso – il tasso d’incidenza delle imprese under 35 sul totale delle aziende iscritte ai registri camerali risulta sensibilmente superiore alla media Italia (9,5%).
L’analisi di Unioncamere conferma che i settori più attrattivi per le nuove leve imprenditoriali risultano il commercio e l’edilizia, ai quali occorre aggiungere i servizi alloggiativi e la ristorazione. Molte attività si inseriscono, inoltre, nell’ambito dei servizi alla persona e del commercio al dettaglio. Unioncamere fa, inoltre, notare che hanno contribuito in maniera rilevante ad alzare i tassi di incidenza i neo-imprenditori immigrati. Nel contesto nazionale su 35.442 nuove aziende giovanili, 7.773 (una su cinque) è guidata da una persona nata al di fuori dei confini italiani. Nel caso delle imprese guidate da immigrati, nel commercio si concentra il 29,5% di nuove aziende giovanili e nell’edilizia il 18,1%. Massiccia la presenza di stranieri anche nei servizi di alloggio e ristorazione.
Tra i primi dieci settori nei quali sono confluite le nuove imprese i servizi finanziari costituiscono uno dei riferimenti più gettonati (il 48,3% in questo segmento è guidata da un under 35). I servizi alla persona (43,9%) e il commercio al dettaglio (39,6%) si configurano come aree di grande interesse.
Delle oltre 115mila nuove imprese nate tra gennaio e marzo su tutto il territorio nazionale, oltre 35mila (31%) sono guidate da giovani con meno di 35 anni. «La culla di questa vitalità imprenditoriale – è scritto nella nota di Unioncamere – continua ad essere il Mezzogiorno, dove ha sede il 36% delle imprese giovanili nate lo scorso trimestre con poco più di 13mila nuove iniziative».
Unioncamere fa notare che quasi due aziende italiane su tre hanno puntato fin dall’inizio su internet ed il 45% è pronto a vendere online. Commercio (20%); costruzioni (9,5%) e servizi di ristorazione (5,1%) sono i settori nei quali si registra la maggioranza delle iscrizioni. Nel 76% dei casi siamo in presenza di imprese individuali e solo nel 17% di società di capitale.
Il saldo tra aperture e chiusure di imprese giovanili a livello nazionale nel primo trimestre del 2015 è stato pari a +16.606 unità. «Pur rappresentando il 9,5% di tutte le imprese oggi iscritte alle anagrafi camerali – spiega la nota di Unioncamere – le imprese guidate da under 35 contribuiscono per oltre il triplo di questo valore (31%) all’afflusso di nuove forze imprenditoriali nel tessuto del Paese».
«Il dato del Mezzogiorno rispetto alle imprese giovanili – rimarca il Centro Studi ANCE Salerno – conferma il ricorso a forme di auto-imprenditorialità nelle aree con i maggiori tassi di disoccupazione giovanile e femminile. La riprova di questa tendenza si evince dal fatto che l’area geografica in cui i giovani imprenditori contribuiscono di meno alle nuove iscrizioni è il Nord Est (27%); e nel Nord Ovest e al Centro si va di poco oltre il 29%». L’imprenditoria giovanile offre, non a caso, riscontri molto positivi in Calabria: la provincia italiana dove si registra l’incidenza più elevata sul totale delle aziende esistenti (15,3%) è Crotone tallonata da Vibo Valentia (15,1%).
«Il dinamismo giovanile nell’attività di impresa – ha dichiarato il presidente di ANCE Salerno Antonio Lombardi – è un fenomeno che occorre valutare senza dubbio in maniera positiva. Ma non è un caso che i maggiori tassi di incidenza delle aziende under 35 si verifichino nelle aree del Mezzogiorno, con buone perfomance nelle province della Campania».
«È evidente – ha continuato Lombardi – che bisogna tenere presente le due facce della medaglia. Da un lato l’encomiabile forza di volontà dei giovani del Sud di non rimanere ai margini del mercato del lavoro; dall’altro la disperata necessità di mettere in campo fin da subito politiche strutturali di inclusione occupazionale non più rinviabili. Non ci si può certo accontentare di trend effimeri rispetto a quella che si configura a tutti gli effetti come un’emergenza sociale».
«La natura giuridica e i settori maggiormente prescelti (quelli con barriere all’ingresso più fragili) confermano che l’auto-impiego molto probabilmente prevale sulle ragioni della scelta vocazionale. È su questi temi cruciali – ha concluso Lombardi – che la politica e le istituzioni devono al più presto dare segnali concreti e ed efficaci».