Nei giardini del Palazzo Baronale De Concilis di Torchiara mi accoglie un crocchio di persone dal quale si leva alta la voce di Claudio Aprea, neo assessore alla cultura del comune di Capaccio Paestum, che lancia intemerate a destra e a manca e una colpisce anche me in quanto direttore di Unico: “Arriva anche Bartolo che dalle colonne di Unico scrive male di me …”. Ovviamente, il tono è ironico e scanzonato, è un modo di sottolineare che ci conosciamo e che ci possiamo consentire qualche battuta.
Di altra natura, invece, la sua irritazione nei confronti di chi ha organizzato l’evento che lui stesso ha definito “un palcoscenico di maghi e imbonitori venuti da fuori per consegnarci un fantomatico algoritmo che risolverà tutti i nostri problemi …” Ma cominciamo da capo …
Salgo nel salone dove si terrà il convegno e trovo il prof. Luigi Rossi che annuisce al “grido” di dolore di un distinto signore del tutto sconsolato dell’andazzo delle cose nel Cilento. “Sono venuto per ascoltarti” dico all’amico e maestro di vita. Lui, come è suo costume, si schermisce e si concentra sul quanto dice il suo interlocutore … La padrona di casa e organizzatrice dell’incontro è L’ospite, Maria Grazia Guida, coadiuvata da suo fratello Gennaro. Lei, milanese d’adozione ed ex vice sindaco con Giuliano Pisapia, si scusa per il ritardo e dà il via ai lavori della giornata seminariale a cui ha invitato Rossi come storico, Gaetano Visalli come testimonial di buone pratiche già sperimentate tra le province di Siena e Perugia, e Rosanna Romano direttore generale della politiche culturali e per il turismo della regione Campania.
Don Luigi Rossi, ci conduce lungo gli argini della nostra storia dal medio evo ai giorni nostri. Alla fine non può non interrogarsi sul “Cosa fare per far rialzare la testa al nostro territorio?”
Per Rossi pur dando voce al “Pessimismo dell’intelligenza non dobbiamo demordere dall’ottimismo della volontà”. Ecco perché “noi siamo il portato di tre civiltà più l’inserimento dei Monaci greci eremiti in fuga esiliati e accolti. Furono loro a farci scoprire l’equilibrio tra l’essere e l’avere”. Anche la libertà conquistata nel 2° dopoguerra, al netto dei pochi fascisti e molti opportunisti, arrivò insieme ai nuovi modelli di vita e la politica di un “partito” condannato al governo del paese per mancanza di alternativa.
Anche la Chiesa si è girata dall’altra parte per troppo tempo per paura dell’arrivo del comunismo al potere.
“Che fare? – Si chiede Rossi – La metanoia e la conversione laica sono la soluzione! Passiamo dall’io e tu, al noi e voi; dal fast allo slow. Ritroviamo l’ecologia dell’io inserito nel cosmo …”
Quando Maria Grazia Guida presenta Gaetano Visalli gli affida fiduciosa l’idea di un “progetto di sviluppo partecipato per riequilibrare il fenomeno della povertà assoluta che va giù e la povertà relativa che va in su”.
Solo lo sviluppo della libertà può favorire la crescita tutto condito con un’iniezione di milanesità per promuovere una cultura alternativa che dà spazio ad un’economia civile e induce chi amministra a porsi in una condizione di ascolto.
Gaetano Visalli è un po’ troppo di tutto! Basta dare un’occhiata al suo curriculum oppure ascoltando la moderatrice del tavolo o lui stesso nella sua ipertrofica introduzione (Nazioni unite, Vaticano, Unione Europea, avvocato internazionale …) prima di arrivare a far intravedere alla platea il famigerato “algoritmo” che ha fatto saltare sulla sedia Claudio Aprea. La proposta è di realizzare un “patto” pubblico – privato, come già avvenuto nelle province di Siena e Perugia, anche nel Cilento, finanziando il tutto con i fondi della BEI (Banca Europea per gli Investimenti). La fase progettuale sarà demandata ad un “tavolo” tecnico da convocare a cura di M. G. Guida e coordinato da Rosanna Romano che nel suo intervento mette sul tavolo un’analisi delle cose fatte alle quali bisogna dare continuità, e quello che ancora manca che potrà scaturire dalle proposte che arriveranno nel corso del confronto un po’ più operativo.
I politici presenti, a parte il sindaco padrone di casa Massimo Farro, (Franco Alfieri, Luca Cerretano, Claudio Aprea, Vincenzo Pepe, alcuni sindaci …), una volta tanto posizionati in modalità di ascolto, prendono atto del dibattito sviluppatosi e si dicono disponibili ad accompagnare l’eventuale progetto che dovesse essere predisposto dal gruppo di lavoro costituitosi.