Come succede a chiunque quando arriva una raccomandata dal colore verde, anche il sottoscritto è entrato in agitazione già prima di aprire la busta. I pensieri corrono subito sul crinale tra la curiosità e la preoccupazione di cose ti possa essere contestato. Se poi la missiva è intestata alla società che gestisce il giornale che tu hai fondato e diretto da quasi 25 anni, la preoccupazione si tramuta in interrogativi su cosa possa essere stato il motivo dell’interessamento.
Senza attendere di entrare in casa la busta è già aperta e i fogli sono aperti tra le mani. Gli occhi scorrono velocemente la premessa, saltano le considerazioni e arrivano al punto cruciale che sono i numeri relativi ai bilanci di dieci anni di vita dell’azienda con i risultati economici (utili e perdite) in bella evidenza.
Ancora più avanti la contestazione che è messa a premessa dell’eventuale sanzione: “… pur essendo la contabilità formalmente corretta, non viene considerata attendibile …” per cui vengono ricalcolati gli importi in base agli studi di settore e le relative somme evase e sottratte al fisco: la somma è supera €35.000 !
La mente corre veloce a fare una valutazione su dove andrebbe a cadereun’eventuale conferma dell’accertamento qualora non si riuscisse a dimostrare il contrario. Mi prendo 24 ore di tempo per informare il commercialista, mia moglie e il resto della famiglia ma, pur tentando di razionalizzare la situazione, mi rendo conto che la Calore Srl non potrebbe ammortizzare un esborso così oneroso se non consegnando l’intero patrimonio nelle mani dell’agenzia delle entrate.
Il tempo porta consiglio e già il giorno dopo parte la mail a tutti i soggetti citati, oltre che all’avvocato.
L’interlocuzione non mi dà molte speranze: tutti stroncano le mie pretese di far valere le ragioni in fase i contraddittorio durante il confronto che ci sarà nella sede di Vallo della Lucania. Chiedo lo spostamento dell’incontro con il titolare della pratica perché nella data prefissata sarò impegnato a Torino e a Varesee gentilmente mi viene accordato senza problemi … mi sembra un buon segnale.
Con l’aiuto del commercialista e raccolti i consigli di alcuni soci raccolgo le “carte” che mi potranno essere utili per sostenere le ragioni della Calore Srl e mi concentro a scrivere una memoria nella quale rappresento i motivi per cui la nostra società è da considerarsi sostanzialmente un’associazione di persone fisiche e giuridiche con capitale diffuso e che non ha mai distribuito utili nel corso della sua storia. Ribadisco che la forma societaria scelta si rese necessaria in quanto continuare a gestire un gruppo di 4 testate con l’associazione Pa.Ci.Dia onlus che era subentrata da un’altra associazione costituita per far nascere un giornale nella Valle del Calore non era il massimo della trasparenza né poteva garantire una base di sostenitori che garantisse continuità nel tempo. A dimostrazione di quanto detto, ricordo che, come risulta dalla visura camerale, nel corso della sua storia e in occasioni di svolte decisive per l’azienda i soci hanno sottoscritto due aumenti di capitale.
Pertanto, se è vero che la Calore Srl è una società di capitale, è altrettanto vero che lo scopo di lucro è stato del tutto derubricato a solo elemento formale.
Forte dei queste argomentazioni mi reco all’incontro nella sede dell’agenzia delle Entrate di Vallo della Lucania dove mi accoglie il dott. Emilio Pirfo, una persona molto gentile e aperto al confronto. Poggio sul tavolo le copie del settimanale Unico e del mensile I Piccoli pubblicate nel 2014 (l’anno preso in esame) e illustro la nostra posizione in merito. Fin da subito mi rendo conto che ho aperto una breccia nelle argomentazioni poste a base del provvedimento e con pazienza da ambo le parti svisceriamo più a fondo gli elementi messi sul tavolo.
L’incontro si conclude con la sottoscrizione del verbale che recepiva le mie ragioni oltre all’andamento del confronto. Mi riservo di inviare una memoria più puntuale in merito a quanto riferito a voce e sintetizzato nel verbale e saluto il funzionario con speranzosa fiducia di aver, quantomeno, messo sotto un faro la nostra situazione.
Ritorno a Paestum con la labile convinzione di aver aperto una breccia nel “muro di gomma” che è considerata l’Agenzia delle Entrate: in fondo avevo solo rappresentato la realtà della cose!
L’appuntamento per conoscere le determinazioni dell’ufficio centrale dopo la relazione del dott. Pirfo, è rinviato ad una settimana di distanza dall’incontro. Per vari motivi non chiamo immediatamente nel giorno convenuto, ma mi riservo di farlo nella settimana successiva.
Di martedì, a distanza di 10 giorni dall’incontro, compongo il numero dell’ufficio di Vallo della Lucania e chiedo notizie in merito. Il Dott. Pirfo subito mi rassicura che la pratica è stata archiviata d’ufficio e che le ragioni addotte erano state poste a base della decisione. Mi invita, se ne ho voglia, ad andare a prendere visione della determina con cui la decisione è stata formalizzata. Rispondo che lo farò senz’altro il giovedì a seguire.
Nel giorno e nell’orario stabilito entro con tutt’altro spirito nell’edificio posto sulla variante di Vallo della Lucania. Salgo le scale senza il patema d’animo con cui ero salito la prima volta e busso alla porta della stanza dove mi ero rapportato con il funzionario. Il Dott. Pirfo mi mette nelle mani il documento. Lo leggo con altrettanta avidità con cui avevo letto l’avviso davanti casa. Mi rendo conto che le argomentazioni poste a base della decisione sono le stesse che avevo inserito nella memoria difensiva. Chiedo di poterne avere una copia che prontamente mi viene fatta. Saluto e ringrazio il dott. Pirfo e, prima di andare via, gli comunico al mia intenzione di scrivere un articolo su quanto accaduto.
Con un sorriso, un po’ meravigliato, mi dice che non ha niente in contrario.
In fondo, penso che sia giusto dare atto a chi è preposto a svolgere un lavoro nell’interesse collettivo (quello di recuperare le risorse per far funzionare lo stato) che c’è attenzione e ascolto nei confronti dei contribuenti e dove ci sono le condizioni per rivedere le decisioni prese non c’è nessuna remora a farlo.