Si ricorda Franco Palumbo all’Agripaestum di Capaccio-Paestum il 5 aprile 2019 in un raduno laico per ragionare a mente fredda su come non disperdere l’eredità dell’uomo che ha avuto l’ardire di tentare di aprire il monolite che è la società politica di Capaccio Paestum, e ci è riuscito.
18 marzo 2017 partì la sua scalata al palazzo di città per farne una “casa di vetro”.
Sono in tanti a sedere nella sala dove si tiene il convegno: c’è Franco Alfieri, Girolamo Auricchio, Gabriele Iuliano, Adamo Coppola e Giuseppe Orlotti; ci sono molte persone che lo hanno accompagnato nell’espere Politica recente e più lontana nel tempo; c’è anche molto popolo che si sente orfano in cui avevano posto molte speranze …
I Palumbo boys si cimentano nell’impresa di disperdere nella realtà capaccese le “ceneri politiche” della sua impresa con la speranza di non perdersi troppo di vista. I “pretoriani” di Palumbo sono convinti che nel prossimo futuro potrebbe presto tornare il tempo di rimettersi in marcia verso il futuro “in passi lunghi e ben distesi” come immaginato dal loro leader.
Hanno scelto #farebene, il motto del sindaco venuto da “fuori” come nome all’associazione che richiama alla mente la filosofia con il quale si presentava ad una città che per due decenni non era riuscita a darsi quella continuità amministrativa che di solito consente a chi governa di mettere un campo il piano strategico.
La sensazione che si percepisce in sala è quella che Palumbo non è arrivato al successo per caso ma perché ha seminato idee su un terreno pronto ad un’avventura fuori dagli schemi consolidati nella Città dei Templi.
Ecco perché la fine dellla sua esperienza politica e, ancora di più, quella dell’uomo ha saputo intuire che la granitica difesa della “capaccesità” era solo una foglia di fico per continuare a tirare a campare.
In fondo, l’ex sindaco di Giungano ha liberato energie compresse per troppo tempo e che oggi, in questa campagna elettorale, torneranno a mettersi in gioco. Tornare indietro sarà impossibile come è impensabile per i protagonisti immaginare di confrontarsi sulle antiche questioni e con i soliti luoghi comuni.
Perfino chi da sempre ha potuto contare sul voto “familistico” dovrà trovare il modo di andare oltre ciò che è stato per imboccare definitivamente la strada del confronto politico basato sulle cose da fare, le scelte da compiere, le priorità da affrontare.
Il gruppo fondatore dell’associazione, mentre si tira fuori dall’agone politico rinunciando a fare scelte sui candidati vicini e lontani, con #farebene, allo stesso tempo, scende in campo e si schiera con le idee e il programma di Franco: sarà su questo che valuteranno, senza fare sconti, gli ex compagni di viaggio che vogliono capitalizzare l’esperienza dei 500 giorni di governo in maggioranza. Mentre, per bocca di Sabrina Palumbo, la figlia di Franco, lancia una vera e propria fatwā contro chi “ha dato la spallata decisiva, la vigilia di Natale, alla voglia di vivere” sulla quale si reggeva il padre.
Ed è sempre Sabrina, avvocato, a dettagliare anche la linea decisa dal gruppo fondatore dell’associazione #farebene: le richieste di iscrizioni e di adesioni saranno vagliate dopo che si sarà conclusa la campagna elettorale. I candidati sindaci che lo vorranno, invece, dovranno “guadagnarsi il nostro appoggio tenendo in debito conto le idee di Palumbo e i progetti avviati per dare un volto nuovo a Capaccio Paestum.”
In poco più di un’ora si è consumato il rito costruito con un cerimoniale essenziale ma efficace. Se la disseminazione sarà stata efficace lo vedremo nel tempo a venire ..