Venerdì 20 dicembre 2023
Riprendiamo il cammino da Roscigno “nuovo”. Il paese è stato rifatto a monte di quello “vecchio” abbandonato a seguito di un decreto che lo classificò irrecuperabile alla fine del 1800 a causa di un esteso fenomeno franoso che minacciava di trascinarlo a valle.
Il nuovo paese è strutturato con strade carrabili orizzontalmente e scale pedonali verticalmente rispetto a Monte Pruno che è la prima meta di oggi.
Usciti dal paese, ci incamminiamo su una stradina di campagna che ben presto diventa sterrata. Antichi cartelli segnalano che siamo nei pressi del sito archeologico dove fu scavata la “Tomba principesca” che negli anni ’30 del secolo scorso portò la località agli onori della cronaca. Lo sterrato diventa sempre più impraticabile fino a diventare irriconoscibile: rovi e arbusti lo hanno eclissato a chi tenta di raggiungere la cima. La vista dei resti della vecchia palizzata, divelta dal tempo e resa inutilizzabile dalla mancata manutenzione, ci danno la certezza che potremo salire allo scoperto ed orientarci anche in base a ricordi di precedenti visite.
La “Tomba principesca”, scoperta negli anni ’30 del secolo scorso, che accolse le spoglie e il corredo funebre (ora custodito nel museo archeologico di Napoli) di un giovane guerriero in viaggio proprio sulla “Via Istmica” diretto o rientrante a Sibari. Solo dopo un faticoso avanzare a spanne su un sentiero dichiarato ma scarsamente segnato e ancora più difficilmente percorribile, riusciamo a raggiungere l’altopiano dove è situata l’area archeologica risalente al V° secolo avanti Cristo. Le mura della città sono diroccate, l’area che un tempo fu arredata con panchine e cartellonistica è decadente e disseminata di rovi. I cinghiali hanno zappato l’ampio pianoro eleggendola dimora permanente; delle staccionate che proteggevano a valle il sentiero che sale da Roscigno sono del tutto divelte … un nuovo segnale che indica la via Istmica ha il QC che, invece di indicare la mappa della via, riporta sul sito del parco che, in questo caso, è afono di informazioni utili per orientarsi …
Dopo una breve pausa spesa alla ricerca di “segni” d’altri tempi, iniziamo la discesa per tornare sulla statale 166 che sarà la nostra traccia fino al passo della Sentinella. In questo caso, il sentiero è stato appena pulito ed è gradevole percorrerlo. Esso scende dolcemente lasciandoci il tempo di scorrere con lo sguardo la grande vallata situata a destra delle gole del Sammaro. Sul versante opposto si intravede Sacco, un paese, come tanti altri dell’alta Valle del Calore, quasi del tutto disabitato. Il borgo un tempo fu posto di passaggio per carovane come dimostrano i resti di Sacco Vecchia, di epoca longobarda, situata a monte del paese a sorvegliare di dirupi che precipitano nella gola dove perfino il fiume cela alla vista la sua sorgente. Al contrario, è ben evidente, a circa cento metri di altezza e troneggia un ardito ponte che, dagli anni ’60 del secolo scorso, sfida la forza di gravità unendo le due sponde del fiume dopo millenni di separatezza.
Sono circa 3 i Km da percorrere lungo la SS 166 che porta ad Atena Lucana passando per San Rufo.
Giunti nei pressi del passo della Sentinella, finalmente, un cartello ci indica la strada bianca che andrà a congiungersi con il sentiero incastonato tra i due monti che si ergono a tra due valichi.
Il tratturo che imbocchiamo ci conduce per “mano” lungo la profonda gola che taglia in due la faggeta che scherma il sottobosco dal sole.
L’andare è rallentato dall’inerpicarsi del sentiero che, in alcuni tratti, fa concorrenza agli alti alberi che svettano l’uno sull’altro alla ricerca di luce … I bastoncini ci fanno buona assistenza e compagnia per superare il dislivello.
Solo quando arriviamo sull’alto pianoro che fa da base per prendere slancio per affrontare la risalita fino alla cima del monte Cocuzzolo delle Puglie, ci rendiamo conto che la meta prefissata è, ormai, a portata di mano. Questo perché noi dobbiamo scendere per poco più di un chilometro camminando sulla sella del Corticato dove scorre la SP 11 che proviene da Castel San Lorenzo e Felitto
Il passo del Corticato, dove si concluderà l’escursione odierna, è ai nostri piedi!
La sella “d’asino”, che segna il vertice dei due versanti, è un gioiello della natura e un regalo di sole e panorami che “pretendono” una sosta nonostante che il gelido vento che risale dal versante del Vallo di Diano, consigli di affrettarci verso posti più riparati.
Ma, per quanto il passo si fa più spedito nello scendere l’agevole sentiero, la vista tende a trattenere l’andare per consentirci di fare il pieno di luce e visioni che saranno oggetto di ricordi in tempi più avanti a venire.