Restauro, sostenibilità, accessibilità e promozione culturale sono le leve per la conservazione, la valorizzazione e la rigenerazione del patrimonio cilentano. Indispensabile è la collaborazione tra le istituzioni del territorio, gli imprenditori, gli intellettuali e i cittadini.
L’inarrestabile processo di globalizzazione e la crisi economico-finanziaria che colpiscono le aree più deboli, come quelle dell’Italia meridionale legate a debolezze strutturali e e mancate riforme, colpisce in maniera feroce l’isolato Cilento, che negli ultimi anni ha visto accelerare il già preoccupante fenomeno dello spopolamento a cui fa seguito l’abbandono del territorio.
Occorre creare un modello di sviluppo per recuperare queste aree svantaggiate, queste selvagge e straordinariamente belle ‘aree interne’ del Cilento. La crescita economica e la valorizzazione delle risorse possono realizzarsi solo con un prerequisito, importante quanto difficile da mettere in atto: la fine del campanilismo, quella puerile battaglia che vede paese e borghi gareggiare per spartirsi… il nulla!
Ridare vita ai centri cilentani rappresenta una sfida complessa ma necessaria. L’obiettivo è preservare la ricca eredità storica e culturale del territorio, offrire ai giovani la possibilità di restare. Perché ciò sia possibile occorre restaurare e conservare gli edifici storici, riqualificare gli spazi pubblici, migliorare l’accessibilità, potenziare i servizi per residenti e turisti, promuovere la cultura, avviare programmi educativi, puntare alla sostenibilità e all’innovazione, coinvolgere l’intera comunità.
Il restauro di edifici storici è cruciale per preservare il patrimonio architettonico e rivitalizzare l’identità storica dei paesi del Cilento. Nel farlo, occorre adottare approcci conservativi che rispettino l’integrità originale degli edifici e il restauro deve essere accompagnato da un piano di gestione a lungo termine che preveda la manutenzione e l’uso funzionale degli edifici, perché non diventino luoghi inutilizzati e vuoti.
Occorre riqualificare gli spazi pubblici perché siano luoghi di incontro e di socializzazione. La progettazione, che dovrebbe prevedere aree verdi dove promuovere attività culturali e ricreative, dovrebbe coinvolgere i resudenti dei vari borghi, affinché gli interventi rispondano alle loro esigenze.
Migliorare l’accessibilità sistemando e ampliando strade, realizzando parcheggi lì dove necessario e creando una rete di collegamenti su gomma fra i vari comuni agevolerebbe i cittadini negli spostamenti fra territori spesso isolati. Creare servizi accessibili e inclusivi per tutti, soprattutto disabili e anziani, aumenterebbe la vivibilità dei centri storici, e i turisti potrebbero in tal modo scoprire luoghi meno noti e accessibili del Cilento.
Organizzare festival, eventi culturali e rievocazioni storiche in un periodo distribuito durante tutto l’arco dell’anno, all’interno di percorsi tematici e visite guidate che accompagnano i turisti nei vari borghi, coinvolgerebbe gli abitanti e farebbe crescere l’economia. Per realizzare ciò è necessaria la collaborazione tra amministratori, associazioni, artisti e intellettuali, allo scopo di offrire un programma di eventi distribuito su tutto il Cilento: un calendario unico, cilentano, che darebbe la forza organizzativa e l’attrattività di una città, non di piccoli borghi sparsi. Per realizzare il cartellone culturale del Cilento occorre però prima sconfiggere il campanilismo, troppo radicato per lasciarsi estirpare in una manciata di anni.
Rivolgersi ai giovani con programmi educativi, promuovendo nelle scuole il senso di identità, di appartenenza e responsabilità verso il territorio attraverso workshop, attività didattiche e laboratoriali, riuscirebbe a sensibilizzare le future generazioni di cilentani sull’importanza della conservazione del patrimonio.
Interventi di efficienza energetica e l’utilizzo di energie rinnovabili renderebbe sostenibile e innovativo il processo di riqualificazione degli edifici storici, sempre nel rispetto dell’estetica originale. Le tecnologie informatiche aumenterebbero la consapevolezza del patrimonio rendendo accessibili informazioni storiche e culturali e offrendo esperienze immersive ai visitatori.
In una visione integrata e partecipativa, è determinante per la rigenerazione territoriale il coinvolgimento attivo dei cittadini attraverso agevolazioni fiscali e contributi a fondo perduto, in una collaborazione tra amministrazioni, associazioni, imprese e cittadini in un approccio che deve essere olistico e multidisciplinare, perché soltanto una pianificazione attenta e partecipata potrà rigenerare il patrimonio culturale del Cilento.