Per il comprensorio del Tanagro si è chiuso un anno terribile a causa di un virus subdolo che ha sconvolto tutto il mondo. L’11 aprile 2020 è stato messo in piedi un piano straordinario di controlli sulle strade del Vallo di Diano e del Tanagro, finalizzato a limitare gli spostamenti nei giorni di Pasqua e Pasquetta. Duecento uomini delle forze dell’ordine hanno presidiato le vie principali e secondarie soprattutto dei cinque comuni “zona rossa”: Auletta, Atena Lucana, Caggiano, Polla e Sala Consilina. In strada, giorno e notte, carabinieri, agenti della Polstrada e della Guardia di Finanza con le uscite autostradali di Polla, Atena Lucana e Sala Consilina sempre presidiate dai militari dell’Esercito.
Per la popolazione degli stessi cinque comuni, ex zona rossa del Vallo di Diano e del Tanagro, Auletta, Atena Lucana, Caggiano, Polla e Sala Consilina, il 28 aprile scorso è partita una campagna di screening di massa. Pensavamo fosse una questione di mesi ma ci stiamo accorgendo che potrebbe durare anni questa pandemia.
Il 2020 verrà ricordato per mascherine, grandi limitazioni a diritti, abitudini e tradizioni, incertezze, difficoltà economiche, paura del contagio. I più giovani, tra cui io, tendono a considerare il 2020 il peggior anno della Storia, soprattutto chi non ha vissuto la II Guerra Mondiale. Se ci guardiamo indietro, magari chiedendo ai nostri genitori o, meglio ancora, ai nostri nonni, scopriamo che non è affatto così, questo 2020 non è stato il peggior anno della storia umana.
Leggendo nei libri di storia scopriamo che l’anno peggiore per l’umanità potrebbe essere stato il 1816 ricordato come l’anno senza estate. L’Europa era ancora piena di macerie per le guerre napoleoniche, quando venne colpita da una piccola glaciazione. Per una forte eruzione vulcanica in Indonesia si diffusero polveri in tutta l’atmosfera. Il clima fu freddissimo, i raccolti andarono a male e tutta l’Europa soffrì di una grave carestia. L’estate fu fredda e umida, l’uva non maturò e la gente esasperata per la mancanza di pane – si racconta – che mangiò di tutto: prima ogni genere di animale da cortile, poi anche i gatti, le radici di alberi e i muschi.
Andando a ritroso con la ricerca, oltre 1000 anni prima ci fu un’estate ancora peggiore. Era l’anno 536 dopo Cristo e come raccontò lo storico bizantino Procopio il sole per mesi ebbe la stessa luminosità della luna. La causa fu probabilmente una grande eruzione vulcanica in America che lanciò nell’atmosfera una nube enorme di polveri. L’estate fu gelida: la prima di un decennio che sarebbe diventato il più freddo degli ultimi 2.000 anni. Nevicò in piena estate, le coltivazioni resero pochissimo e milioni di persone dovettero fare i conti con una grave carestia, che contribuì all’arrivo della peste bubbonica in Europa e Asia, con oltre 25 milioni di morti in pochi mesi.
Approfondendo ancora, ho scoperto che l’anno più orribile potrebbe essere stato il 1348 con l’arrivo della peste nera in Europa, diffusa in pochi mesi in tutto il continente. Sono gli anni in cui Boccaccio scrisse il Decamerone, ispirandosi all’idea di un isolamento in un casale di campagna. In quei mesi venne inventata la quarantena, anzi la “quarantina” in veneziano, cioè l’isolamento in porto delle navi, impedendo che gli equipaggi potessero mettere piede a terra prima di essere certi che non fossero contagiosi. Eppure, quella forma di isolamento non impediva ai topi di scendere a terra dalle navi e, come si è scoperto solo in tempi recenti, erano soprattutto i topi a trasmettere la peste. Così nel giro di un paio di anni morì circa un terzo della popolazione europea! Un anno davvero orribile.
Ma la storia ci insegna che dopo le grandi calamità, arrivano sempre periodi di grande sviluppo, proprio come il Rinascimento che seguì la grande peste del 1348. E proprio questo è il migliore auspicio per il 2021 che è appena arrivato!
Massimiliano De Paola