di Lucio Capo
Gli uomini e le donne dell’Arma hanno recuperato una tomba Pestana di 2300 anni fa, raffigurante un guerriero che ritorna a casa col bottino di guerra, che i tombaroli avevano trafugato negli anni ‘90, da una delle necropoli di Paestum. Le indagini, dei Carabinieri, partite nel 1995, hanno permesso di individuare la preziosa refurtiva, nel mese di maggio 2015, in un deposito di Campione d’Italia, di proprietà di un collezionista elvetico, dichiaratosi ignaro della provenienza illecita delle lastre dipinte…ma come è ingenuo lo “svizzerotto”, forse sarà stata la troppa cioccolata ingurgitata ad avergli annebbiato la vista, e indotto a scambiare un affresco del IV sec.a.C., per una qualsivoglia crosta di muro scarabocchiata. All’ingenuo “svizzerotto” un consiglio glielo darei!… se vuoi fare il collezionista mangia meno, informati di più e studia molto ma molto di più. Le cinque lastre affrescate, che componevano la tomba, sono state mostrate alla stampa nella Capitale alla presenza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Sette, resteranno in mostra, fino al 10 gennaio, nel Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri, in piazza Risorgimento a Roma. La “Tomba del Guerriero” tornerà a Paestum dopo le vacanze – ha assicurato il ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini – “Questi bellissimi affreschi torneranno nel luogo dal quale sono stati trafugati, ed andranno ad arricchire una delle aree archeologiche più importanti d’Italia, su cui nei prossimi anni faremo importanti investimenti. Paestum, per la sua straordinaria bellezza, merita il giusto riconoscimento nazionale ed internazionale di visitatori e risorse, che negli anni passati non ha avuto”. Gran merito va all’Arma dei Carabinieri, che ha recuperato gli affreschi originali che decoravano la “Tomba del Guerriero” di Paestum databile tra il IV e il III sec.a.C. Cinque lastre affrescate, che ritraggono la vita di un giovane guerriero lucano in trionfo, che ritorna a casa, armato di scudo circolare e giavellotti, mentre conduce per le briglie un mulo con un carico sulla groppa, probabilmente il bottino di guerra e un cagnolino, accolto da una dama e da due ancelle. Viene raffigurato “ il rientro di un giovane guerriero col bottino di guerra salutato dalle donne di casa “ – ha spiegato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Paestum – “ gli affreschi ci raccontano della vita di un membro dell’aristocrazia lucana del IV se.a.C.. Purtroppo, senza corredo funerario, che sicuramente i tombaroli hanno venduto a parte, non è possibile datare la tomba in modo preciso e non si conosce neanche il luogo esatto dove è stata scavata. Gli scavi clandestini sono devastanti per i beni archeologici “. “ A Paestum – ha aggiunto il Direttore – di tombe simili ce ne sono centinaia, ma ognuna è unica “. Solo nei sotterranei del Museo Archeologico, su carrelli estraibili, invisibili ai più, ci sono 450 lastre dipinte. Sottoterra , nelle necropoli fuori e dentro le mura ce ne sono a migliaia. Solo con quelle “ ammassate “ sotto il Museo si potrebbe realizzare la più grande, unica ed importante pinacoteca del mondo antico, da allestire in uno dei tanti contenitori vuoti che ci sono a Paestum…ad esempio il Tabacchificio del Cafasso. Mirabile esempio di archeologia industriale, magnificamente descritto da Gillo Dorfles in un memorabile articolo sul Corriere della Sera, bisognerebbe che qualche anima pia lo facesse leggere al Direttore. Sarebbe bello che lo Stato comprasse il Tabacchificio del Cafasso, ed annunciarlo, quando la “ Tomba del Guerriero” di Paestum tornerà a casa.
Senza l’intervento del Comando Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, l’ennesimo furto di beni archeologici,nella più Bella Città della Magna Grecia, sarebbe rimasto sconosciuto ed insoluto. Le necropoli di Paestum, che fanno da corona alla Città Antica, giacciono, ben protette da occhi indiscreti, sotto le serre e nei campi coltivati. Beni della collettività, alla mercè di tombaroli senza scrupoli, che, continuano a scavare e rubare impunemente da decenni, con la complicità di proprietari terrieri corrotti ed avidi. Sotto i capannoni delle bufale e nei campi di granturco, scarole, finocchi, cavolfiori, carciofi e insalate varie dell’Andriuolo, di Santa Venera, di Terra del Tesoro, di Tempa del Prete, di Spinazzo, del Laghetto, della Licinella, della Linora, della Torre, di Borgonuovo e di tutta la Chora da Agropoli ad Altavilla, giacciono centinaia, forse migliaia di tombe antiche, che, vengono sistematicamente profanate e depredate dei loro tesori, corredi e lastre dipinte, che vanno ad arricchire il mercato clandestino delle opere d’arte e ad ingrassare le collezioni private di mezzo mondo. Reperti di inestimabile valore rubati a Paestum, che, fanno bella mostra in qualche casa di cosiddette persone “per bene”, indigena o internazionale. Se i Pestani avessero a cuore le loro origini, non venderebbero i loro padri, per un un chilo di mozzarella!