di Bartolo Scandizzo
Con la nomina dei componenti della commissione che dovrà valutare i “selecontrollori” degli ungulati che spadroneggiano nell’area del Parco nazionale del Cilento Diano e Alburni ed aree contigue, il Consiglio direttivo ha posto la parola fine al processo di “preparazione” iniziato già nel 2013 per dare parziale soluzione al problema.
La commissione è composta da rappresentanti dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)e dell’ATC (Ambito Territoriale Caccia) e presieduta dal Direttore f.f. dell’Ente, Giovanni Ciao, dovrà verificare se tutti gli aspiranti “selecontrollori” per lo più cacciatori, hanno fatto tesoro degli “insegnamenti” ricevuti durante i corsi organizzati dal parco.
I corsi si sono tenuti in diversi ambiti territoriali per dare modo a tutti i cacciatori presenti nell’area di accedervi.
Certo, mettere insieme un’associazione di protezione e ricerca ambientale e cacciatori per abbattere sensibilmente il numero degli ungulati (cinghiali) in un’area protetta è quanto di più difficile si possa immaginare. Per cui, si spera che i risultati attesi da questi interventi possano dare risposte numericamente soddisfacenti a quanti hanno fatto della presenza della fauna selvatica nelle aree protette, un elemento di campagna denigratoria proprio rispetto al concetto stesso di “parco”.
Nei fatti, però, è difficile immaginare che la procedura scelta possa portare a ad “eliminare” sensibilmente il problema! In Toscana e in altre realtà, nonostante le stesse procedure siano state avviate da tempo, i risultati sono stati modesti sia rispetto alle risorse impiegate sia relativamente all’entità dei danni provocati dagli stessi animali che orami spadroneggiano ben oltre il perimetro delle aree protette. È proprio di questi giorni la foto di un cinghiale che scorazzava tra le vie di Roma ed in passato lo stesso fatto si è verificato a Genova!
Dopotutto, tutti possono costatare che, nonostante le battute di caccia al cinghiale nelle aree contigue con sconfinamenti profondi nel perimetro del parco non si sono mai arrestate (sembra che nell’area parco sia sensibilmente aumentata la vendita di congelatori), il fenomeno permane a livelli di massima allerta. Forse bisognerà tentare altre vie per contenere la presenza ad una dimensione numerica accettabile …
C’è da dire che il presidente, Tommaso Pellegrino, e l’intero consiglio hanno messo tanta “carne” al fuoco su tematiche altrettanto importanti per chi vive in questo territorio.
Basti pensare al decremento demografico nelle aree interne, al deterioramento del patrimonio abitativo, alla messa a reddito del patrimonio dell’ente, alla messa in rete dei musei minori, al coordinamento della promozione dei siti patrimonio UNESCO: Paesaggio del Parco, Paestum, Velia e Certosa di Padula. Con l’aggiunta di iniziative congrue sulla Dieta Mediterranea che, passata l’orgia di iniziative in occasione di Expo 2015, sta decantando nell’immaginario collettivo all’idea di un’altra “medaglietta” da appuntare sul “petto” dell’ente.
A proposito di riconoscimenti, non si deve dimenticare l’ultimo arrivato, l’inserimento del PNCDA nella Carta Europea del Turismo Sostenibile, coglie in pieno la necessità di un coordinamento tra tutti i soggetti portatori di interesse che lo stesso Pellegrino ha fatto suo negli indirizzi programmatici annunciati e approvati all’unanimità dal consiglio direttivo.
Insomma, è arrivata l’ora di riprendere in mano l’iniziativa politica per spostare l’attenzione dai problemi alle ricette che fanno intravedere qualche soluzione funzionale a riconciliare, almeno in parte, gli abitanti della regione verde con l’idea stessa di vivere in un posto che altri ci invidiano ma che molti dei residenti considerano ancora la “terra dei tristi”. Nonostante tutto, abbiamo molti motivi per immaginare un futuro “felice”.