Semina vento che raccoglierai miliardi. E’ uno slogan che, negli ultimi anni, potrebbe andare per la maggiore anche nelle nostre zone. Con un cambiamento dei panorami: a causa delle megaeliche, dovremo abituarci ad abitare come se fossimo in Olanda. E nella partita, accanto ad alcuni imprenditori locali, ci sono anche le multinazionali. Ma, ed è qui la singolarità dell’evento, la “testa” è tutta locale. Tutto è iniziato da Serre, o per essere più precisi, da Ottati. Ora il budget da spendere, nell’interno Sud, è di oltre 10 miliardi di vecchie lire. Anche trasformata in euro la cifra racconta la grande rilevanza dell’iniziativa nata dalle caparbie intuizioni di un don Chisciotte che i mulini a vento non il combatte ma li costruisce, per sfruttare l’energia gratuita ed infinita del vento. Il suo nome è Antonio Aquara. Ha già “portato a casa” alcune decine di progetti finanziati con la legge 488. “Grazie all’eolico oggi Serre è una piazza finanziaria di importanza internazionale. Vi fanno capo le più importanti società del settore. Nomi, oltre all’Acea di Roma, non ne posso fare. Dico solo che le più grosse sinergie finanziarie e tecnologiche del settore delle energie alternative le studiamo qui, in questa piccola e periferica località. E si fanno anche gli accordi. Si presenta così questo ex ragioniere di Ottati. E’ uno studioso autodidatta delle energie locali rinnovabili. Ha condotto, quando noialtri andavamo per discoteche o assemblee politiche, degli studi personali sull’argomento tal da farlo diventare uno dei principali esperti europei del settore. Ma non si è confinato nelle teorie. Ha assemblato una macchina eolica “adattata” ai tipi di venti meridionali. Per questo oggi molte aziende produttrici lo utilizzano come consulente tecnologico. Al suo fianco, nel gruppo Ecoint, c’è il geologo altavillese Germano Di Verniere. “Operiamo dal 1995. Siamo specializzati – dice Aquara – nelle energie rinnovabili: eolica, solare, idroelettrica e biogas. Siamo partiti dal vento, perché gli Alburni hanno, per questo, una posizione orografica (che riguarda l’orografia, la distribuzione dei rilievi montuosi. ndr) ottimale.”
Perché avete scelto Serre per la prima vostra realizzazione?
E’ stato il trampolino di lancio, una sorta di centro sperimentale. Poi abbiamo valutato la direzione dei venti, la velocità e la turbolenza. Adesso siamo pronti per il salto di qualità.
Come avverrà?
Installeremo un centinaio di torri tra i monti Picentini e gli Alburni. Sorgeranno tra Postiglione, Sicignano, Campagna, Teora, Romagnano al Monte e Salvitelle. Prevediamo di dare occupazione a 33 addetti.
I vostri progetti riguardando anche la zona di Altavilla?
Sì, con la Holding A. Alburni, una nostra collegata, svilupperemo una iniziativa per estrarre biogas per lo smaltimento di letame e reflui degli allevamenti bufalini.
Si ha l’impressione però che le vostre iniziative vadano molto lentamente…
Ci sono due fattori. Ci sono le resistenze delle amministrazioni comunali, che mentre fanno costruire case e villette multi colorate all’Arlecchino sulle più belle coline, paventano i pericoli di un aerogeneratore. Che è inquinante solo dal punto di vista visivo, per il resto è una grossa bicicletta. Per non parlare poi delle nostre banche. Fino a poco tempo fa mi ritenevano inaffidabile. Succedeva anche quando avevo già 20 dipendenti. Ho ricevuto non pochi ostacoli che non mi va di raccontare. L’unica banca che ha creduto ciecamente in quest’iniziativa, dandoci più di una mano, è la Banca di Credito Cooperativo di Altavilla Silentina e Calabritto. Grazie, soprattutto, al direttore Sica ed al presidente Saponara.
I programmi di medio-periodo?
Nel sud Italia stiamo sviluppando parchi eolici per almeno 5 mila installazioni. Sono già tutte autorizzate ed esecutive. Sorgeranno in Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
L’APPROFONDIMENTO
Quanto costa una centrale eolica? L’investimento per la realizzazione chiavi in mano è in media nell’ordine di almeno mille euro per ogni KW (Kilowattora) di potenza installata. Il costo annuo di esercizio e manutenzione è pari al 3% dell’investimento e la cosiddetta “disponibilità delle macchine” (rapporto tra il numero di ore durante il quale l’aerogeneratore è disponibile per la produzione di energia ed il numero di ore dell’anno) è vicina al 98%. A Serre l’impianto è di 600 Kw e produce un milione e mezzo di Kw in un anno. Può soddisfare, così, tute le esigenze energetiche del paese che ospita la struttura. C’è poi il richiamo turistico. “Abbiamo – racconta Germano Di Verniere – un calendario di viste scolastiche fittissimo.”.