17 novembre 2024 – XXXIII domenica del tempo ordinario – La seconda venuta di Cristo – Facciamoci trovare vigili.
Mancano due settimane alla fine dell’anno liturgico durante il quale abbiamo letto il Vangelo di Marco. Domenica prossima si conclude con la Festa di Cristo Re.
Il passo odierno ci parla della seconda venuta di Cristo in cui sarà pronunciata l’ultima e definitiva parola su ognuno di noi.
Il Vangelo è una buona novella e certamente il passo non intende incutere paura. Marco infatti presentando il discorso escatologico di Gesù e raccontandoci la parabola del fico ci invita a meditare sul nostro futuro guardandolo con speranza e nello stesso tempo con serietà.
Siamo chiamati a vivere nel presente con la consapevolezza di essere orientati verso una meta definitiva ed eterna, verso una fine di cui però non ci è dato conoscere quando e come avverrà, e soprattutto come possiamo interpretare i segni premonitori dei tempi che solo Dio conosce vigilando nella sua attesa.
Alla fine dei tempi, quando tutto starà per distruggersi e finire, proprio allora si vedrà il Signore glorioso venire sulle nubi per rendere eterno il creato tutto e separare definitivamente il bene dal male.
Non si tratta della fine del mondo ma del fine del mondo. Solo apparentemente perciò il passo evangelico può sembrare difficile da interpretare.
Se pensiamo alla fine del mondo pensiamo subito alla fine di tutto. Che ogni cosa abbia la sua origine, la sua durata e che debba terminare è scontato e testimoniato dalla scienza e dalla storia.
La fine del mondo è imminente?
Questa domanda accompagna tutti sin dalla tenera età quando si comincia a sentire parlare di universo senza fine, quando si comincia a studiare da dove ha avuto origine la vita, quale sarà il futuro del pianeta, dove sta andando l’uomo.
Tante ancora le domande su questo tema da poter porre e da poter porci ma sono sicura che molte delle risposte sarebbero: preferisco non pensarci.
Eppure questi interrogativi affiorano in tanti testi letterari, filosofici; sono ripresi nella cinematografia; riecheggiano soprattutto in momenti particolari in cui le vicende del mondo ci creano sgomento, quando per esempio si verificano avvenimenti catastrofici come guerre, tensioni fra le potenze mondiali, sempre più fornite di armi nucleari, calamità naturali, pandemie.
I cambiamenti climatici, un possibile impatto con un asteroide, l’arresto della rotazione terrestre, sono descritti dagli scienziati con assoluta certezza come cause che porteranno alla fine della vita sulla terra. Cause che sempre più possono far supporre che la fine sia vicina.
Se facciamo poi riferimento a passi biblici possiamo riscontrare come antiche profezie sembrino stiano avverarsi. O ancora se si ricordano predicatori di sventura che nel corso dei secoli hanno ritenuto vicina la fine del mondo, l’apocalisse dovrebbe avvenire in un futuro nemmeno tanto lontano.
Ma nessuno sa l’epilogo della nostra storia, non ci è dato conoscere quando e come avverrà, ce lo ha detto proprio Gesù. Le sue parole come sempre ci invitano alla conversione, risvegliano la nostra coscienza, ci interrogano sulla nostra esistenza, sul dono straordinario che abbiamo ricevuto e che non dobbiamo sprecare.
Facciamoci trovare perciò vigili per non lasciarci cogliere di sorpresa dalla sua venuta. Santa domenica in famiglia.