La scuola in cifre
La pubblicazione Focus “Principali dati della scuola –Avvio Anno Scolastico 2024/2025” arricchita dai dati Ocse e dalle considerazioni di Marcello Pacifico, Presidente ANIEF
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito – Direzione Generale per l’innovazione digitale, la semplificazione e la statistica -Ufficio di statistica”, ha diffuso i seguenti dati della scuola italiana. La pubblicazione Focus “Principali dati della scuola –Avvio Anno Scolastico 2024/2025” è stata curata da Francesca Palmini e Daniela Di Ascenzo con la collaborazione di Carla Borrini. Il focus ha lo scopo di fornire una sintesi dei principali dati relativi alla scuola statale con il fine di illustrare le distribuzioni, generalmente per territorio e/o per livello scolastico, delle grandezze di maggior interesse: sedi scolastiche, alunni e classi, dotazioni organiche del personale docente, sia su posti comuni sia su posti di sostegno. La fonte, si rileva dalla nota introduttiva, delle tabelle e dei grafici proposti sono i dati provenienti dalle procedure di Organico di Fatto per l’anno scolastico 2024/2025 e si riferiscono alla data del 6 settembre 2024, pertanto sono suscettibili di ulteriori aggiornamenti, poiché le procedure di acquisizione sono in corso di svolgimento. L’appendice, inoltre, presenta un quadro di insieme relativo agli alunni delle scuole paritarie dell’anno scolastico precedente con i dati desunti dalle Rilevazioni sulle scuole. Questo il quadro delle Istituzioni scolastiche statali: il numero di Istituzioni principali sedi di direttivo è pari a 7.600, distinte in 127 Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti e 7.473 Istituzioni scolastiche. Le Istituzioni scolastiche a loro volta si ripartiscono in 150 Direzioni Didattiche, 4.684 Istituti Comprensivi, 56 Istituti principali di I grado e 2.583 Istituzioni del II ciclo. Lombardia, Campania e Sicilia si confermano le regioni con il maggior numero di istituzioni scolastiche. Le sedi scolastiche che compongono le istituzioni sono 40.076, il 69% delle quali è dedicato all’infanzia e all’istruzione primaria. Questi i riferimenti intorno agli alunni e alle classi: nell’anno scolastico che sta iniziando 362.115 classi di scuola statale accoglieranno 7.073.587 studenti, di cui 331.124 con disabilità. Nella scuola secondaria di II grado circa la metà degli studenti frequenta un percorso liceale. Nell’anno scolastico appena concluso, rileviamo dal documento, le scuole paritarie erano 11.765 e gli studenti frequentanti 790.460. La scuola dell’infanzia si conferma, benché in decrescita, il settore educativo in cui si concentra il maggior numero di alunni (in valore assoluto) delle scuole paritarie: 433.583 bambini distribuiti in 8.166 scuole. Altri dati, infine, in merito ai posti del personale docente: i posti istituiti per l’a.s. 2024/2025 sono complessivamente 684.583 posti comuni e 205.253 posti di sostegno. I posti comprendono sia l’organico dell’autonomia sia l’adeguamento di detto organico alle situazioni di fatto; per il sostegno sono compresi anche i posti in deroga. È importante sottolineare che per il sostegno il dato relativo ai posti in deroga è in via di aggiornamento da parte degli Uffici periferici. Degli oltre 684mila posti comuni, 14.142 sono “posti per l’adeguamento”, mentre, dei 205.253 posti di sostegno, 79.083 sono “posti di sostegno in deroga”.
Arricchiamo questi dati con il rapporto “Education at a Glance 2024”, pubblicato recentemente dall’Ocse. Da quest’ultima informativa è dato rilevare che il 53% degli insegnanti italiani ha oltre 50 anni, contro il 37% della media europea. Una realtà che distanzia il nostro Paese dai livelli di eccellenza. Il Presidente ANIEF, Marcello Pacifico, focalizza questa criticità del mondo scuola:
“Le colpe dell’eccessiva presenza di insegnanti over 50 vanno ricondotte alla precarietà di Stato che ogni anno scolastico produce 250mila supplenze almeno fino al termine delle lezioni e porta ad assumere in ruolo i precari tardissimo, in barba all’assunzione automatica dopo 36 mesi prevista dall’Ue, ma anche all’aumento esponenziale dell’età pensionabile che fa lasciare il lavoro solo a 67 anni e della mancata considerazione del burnout professionale nel comparto Scuola malgrado sia ormai scientificamente provato che si tratta di un lavoro iper-stressante”.
In Italia i Proff. cinquantenni sono circa 500 mila, secondo ANIEF. Tale cifra si costituisce se si considerano i 685.000 posti di insegnamento su cattedra comune e oltre 220.000 di sostegno, di cui la metà non di ruolo quasi 100mila in deroga.
“Avere quasi mezzo milione di insegnanti avanti negli anni costituisce un peso negativo non riscontrabile in nessun Paese Ocse all’avanguardia A questo si aggiunge un’altra tara tutta italiana: il 28% delle oltre 900mila cattedre quest’anno saranno assegnate a docenti precari. Pure questa è una pessima caratteristica del nostro sistema scolastico, tra l’altro in peggioramento considerando che nel 2015-16 il numero dei docenti precari si attestava 13,8%, con la supplentite dunque praticamente raddoppiata nell’ultimo decennio. Per tutti questi motivi continuiamo a chiedere con forza interventi a favore degli insegnanti sempre più sottoposti alle patologie da burnout: occorre introdurre per i dipendenti della scuola lo stesso trattamento dei lavoratori delle forze armate. I docenti devono avere la possibilità di lasciare il lavoro anticipatamente, senza un euro di decurtazione sull’assegno di pensione, attorno ai 60-62 anni anziché gli attuali 67. Questo permetterebbe sia di ridurre costi sociali, sia di svecchiare il corpo docente dei nostri alunni ormai più vecchio del mondo”.
La popolazione scolastica è quindi in continuo calo, con una media di 100mila studenti in meno per anno. Lievita, invece, il numero dei disabili nei banchi. L’allarme fu già dato dal Censis, a seguito di uno studio svolto qualche anno fa. La scuola perse nell’ultimo lustro, precedente al 2021-2022, ben 403mila alunni (-4.7%), da 8,6Mln. di alunni passò a oltre 8 milioni, con perdite prevalenti nell’Infanzia(-11,5%) e nella Primaria (- 8,3%). quest’anno e nei prossimi sette anni il Censis prevede un calo a 7milioni di alunni e tra vcirca 20anni a 6 milioni. Tra circa 20anni ci sarà 1,7 milione di alunni in meno, dato che non risparmierà nemmeno le Università. Nel complesso, i numeri indicati nell’ anno scolastico 2021-2022 sono stati questi: quasi 7,3 milioni (7.263.157) di studenti e poco meno di 924mila (923.852) docenti. Il MIM li fornì all’Agi. Quanto all’abbandono scolastico, nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni, già nell’anno scolastico 2021 risultò del 12,7%, contro il 14,2% del precedente anno. La percentuale più alta di abbandono si registrò sempre al Sud, con il 16,6%, contro il 9,8% del Centro e il 10,7% del Nord. La Sicilia si configurò regione maglia nera, con il 21,2%, seguita Puglia con il 17,6 e Campania con il 16,4. La regione più virtuosa allora risultò il Molise, con una percentuale del 7,6 di abbandono scolastico.