Di Lucio Capo
Consumiamo tempo e il tempo ci consuma, e, nel frattempo consumiamo suolo, condannati ad essere sempre soli, solamente sole, a sapere di sale, condannati a calpestare solo suoli grigi di cemento, prima invece, a piedi nudi, mi beavo di terra bruna ed erba umida di rugiada mattutina. Fili d’erba per visioni ancestrali ricoperti di spazzatura edilizia, mentre sempre più divine si astengono dal procreare, non più disposte a dare la propria vita per un mondo di ipocrite superfetazioni, di piatte cementificazioni, di inutili obliterazioni artificiose… forse capire Aletto è la consolazione dell’inetto. Più consumiamo suolo e più pensiamo di consumarne. Più realizziamo case, cose, casini e casotti e più ne costruiamo. Poi conosci la verità, su uno stiletto del dodici, che ti racconta con grazia, di fili d’erba, che parlano al mondo sordo, muto e cieco, e, capisci che gli alberi da frutta e le piante della sabbia hanno canti melodiosi come le sirene del Peloponneso. Foreste di arido cemento e ferro arrugginito al posto di fronde e fiori consacrati ad Hera Madre. Ma l’incipit poetico non vuole assolutamente addolcire lo squallido presente monocromatico fatto di costruzioni abusive e non, realizzate al posto del giallo-oro di campi di grano, che hanno profanato il verde-smeraldo di oliveti secolari a strapiombo sul mare, che hanno spianato il bianco-candido di dune fiorite e profumate ricoperte di pancrazio. In spregio alla Dea e alle sue sacerdotesse ci comportiamo come Crono che mangia i suoi figli, noi parimenti consumiamo la Madre Terra. Ma Crono è anche Chronos, il Tempo, il mito dei cicli agricoli, della fecondità e della successione. Il Tempo che divora tutte le cose che egli stesso ha creato… poi rimane solo il nulla, e, sprazzi di cielo infuocato al cospetto della Dea Athena. La Provincia di Salerno ha consumato, solo nel 2015, 50mila ettari di suolo agricolo. Un consumo dovuto alla marea grigia del cemento illegale e dell’edilizia abusiva, alla costruzione d’infrastrutture fatiscienti e centri commerciali inutili, di tutto il “Percolato” urbano, pensato da menti contorte, da urbanisti del “Quadrivio”, che concepiscono solo e sempre squallide accozzaglie di palazzi a contorno di rotonde. Il consumo di suolo non distrugge solo il paesaggio. La cementificazione del territorio incide in modo significativo sulle tasche dei cittadini, in termini di mancata produzione agricola, nel mancato sequestro del carbonio, nell’impermeabilità del suolo occupato dal cemento. Una Terra cementificata non più in grado di contrastare i fenomeni erosivi. Una Terra cementificata non può più fermare le alluvioni. I costi del consumo di suolo, dovuto alla cementificazione del territorio, si abbatteranno come una mannaia sui consapevoli e gli inconsapevoli. I cittadini della Provincia di Salerno, nei prossimi anni, saranno obbligati a pagare una tassa occulta, di 13milioni di euro, per la mancata tutela del territorio. Valori critici per consumo di suolo si registrano ad Eboli, con 3600 ettari di suolo consumato pari al 27% e a Battipaglia con un consumo di suolo di 3200ettari pari al 47% del proprio territorio comunale. Serre, paese degli Alburni, con il 17%, ha registrato l’incremento maggiore in termini percentuali per consumo di suolo. Il Cilento non è immune da questo fenomeno inarrestabile. Il consumo di suolo e il dissesto idrogeologico nel Parco Nazionale è sotto gli occhi di tutti, e, solo chi non ha occhi per vedere lo scempio e orecchie per sentire lo sferraglio delle ruspe che mangiano terra, può negare . Nelle Aree protette, nelle zone SIC e ZPS, nei campi coltivati, lungo gli argini dei torrenti, e, fino dentro il mare, le betoniere e gli scavatori sono operativi notte e giorno. Si continuano a costruire casette a schiera, villette con piscina e patio con affaccio, villaggi e villagetti turistici. E se la Campania ha superato il 10% di suolo consumato, si registrano percentuali preoccupanti proprio nel Cilento. Agropoli ha consumato590 ettari suolo pari al 18% del suo territorio. Capaccio ha consumato 1247 ettari di suolo pari all’11% del suo territorio. Ascea ha consumato 320 ettari di suolo pari 8.5% del suo territorio. Castellabate ha consumato 442 ettari pari all’11.8% del suo territorio. Giungano ha consumato 97 ettari di suolo pari all’8.2% del suo territorio. Laureana ha consumato 96 ettari di suolo pari al 7% del suo territorio. Montecorice ha consumato 200 ettari di suolo pari al 9% del suo territorio. Pollica ha consumato 183 ettari di suolo pari al 6.5% del suo territorio. Vallo della Lucania ha consumato 216 ettari di suolo pari all’8.5% del suo territorio. Albanella ha consumato 362 ettari di suolo pari al 9% del suo territorio. Ispani ha consumato 78 ettari di suolo pari al 9.3% del suo territorio. Ogliastro Cilento ha consumato 111 ettari di suolo pari all’8.4% del suo territorio. Sapri ha consumato 144 ettari di suolo pari al 10.1% del suo territorio. Torchiara ha consumato 87 ettari di suolo pari al 10,2% del suo territorio. Vibonati ha consumato 164 ettari di suolo pari all’8% del suo territorio. Pochi ma significati numeri che rappresentano parte della realtà del Cilento…mentre le aree interne si spopolano, la fascia costiera si riempie sempre più di cose, case, casini e casette… È il progresso BELLEZZA!