È il 27 marzo del 2025 quando le forze dell’ordine hanno bussato alle porte di dieci indagati per comunicare loro che la loro libertà di muoversi liberamente veniva limitata e avrebbero dovuto difendersi dalle accuse che la Sezione Operativa della Direzione Investigativa Antimafia di Salerno ha formalizzato presso le loro residenze situate in Torchiara (SA), Capaccio Paestum (SA), Temi, Baronissi (SA) e Sulmona (AQ).

Questi i destinatari dell’ordinanza: Custodia in carcere: SQUECCO Roberto cl. 66, di Capaccio Paestum; BERNARDI Antonio cl. 96, di Capaccio Paestum; DE CESARE Domenico cl. 76 di Baronissi; DE CESARE Vincenzo cl. 2003 di Baronissi; COSENTINO Antonio cl. 71, di Polla; GENOVESE Angelo cl. 75, di Baronissi.
Mentre gli altri vanno agli arresti domiciliari ALFIERI Francesco cl. 65, di Torchiara (SA); PICARIELLO Mariarosaria, cl. 71, di Capaccio Paestum (SA); NOBILI Stefania cl. 71, di Terni; PECORA Michele cl. 76, di Capaccio Paestum.
Gli indagati, a vario titolo, sono ritenuti responsabili dei delitti di scambio politico elettorale politico mafioso; tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso; estorsione aggravata dal metodo mafioso; detenzione, porto e cessione di armi da guerra e comuni da sparo e favoreggiamento personale;

In ordine alla contestazione di scambio elettorale politico mafioso, si evidenzia che le indagini (durate circa due anni (2022-2024), hanno avuto ad oggetto la ricostruzione dei rapporti intercorsi tra il sindaco dimissionario di Capaccio Paestum, avv. ALFIERI Francesco, ed il pregiudicato capaccese SQUECCO Roberto, condannato in via definitiva per associazione per delinquere di tipo mafioso perché ritenuto esponente dell’ala imprenditoriale del clan MARANDINO operante in Capaccio Paestum, e la ex moglie dello SQUECCO, NOBILI Stefania, consigliere comunale di Capaccio Paestum all’epoca dei fatti in contestazione.
Le vicende oggetto di accertamento riguardano la candidatura a sindaco del Comune di Capaccio Paestum di ALFIERI Francesco nella consultazione elettorale del giugno 2019. Il materiale investigativo raccolto ha consentito di contestare un patto elettorale politico mafioso fra SQUECCO Roberto, NOBILI Stefania ed ALFIERI Francesco, avente ad oggetto la raccolta di voti in favore del politico in occasione delle competizioni elettorali amministrative del Comune di Capaccio del 2019 in cambio del mantenimento della struttura denominata Lido Kennedy, all’epoca già attinta da provvedimenti ablatori, nella disponibilità di SQUECCO Roberto, anche tramite prestanome.
Secondo quanto ritenuto nella ordinanza cautelare, SQUECCO Roberto, a seguito dell’inevitabile parziale abbattimento eseguito dall’amministrazione comunale di Capaccio Paestum del Lido Kennedy, abbattimento resosi necessario a causa di un evento naturale che lo aveva reso pericoloso per la pubblica incolumità, si determinò — ritenendo violato il patto siglato nel 2019 – a veicolare al Sindaco ALFIERI esplicite minacce rivolte alla sua persona al fine di impedire l’abbattimento della citata struttura balneare, tramite BERNARDI Antonio, appartenente alla polizia locale di Capaccio Paestum e PECORA Michele, dipendente dell’ufficio cimiteriale di Capaccio Paestum, persone vicine allo SQUECCO, le quali, a tal fine, avrebbero avvicinato PICARIELLO Mariarosaria, assessore dimissionaria alle politiche sociali del citato comune. Quest’ultima avrebbe riferito, secondo quanto emerso dalle intercettazioni e dai successivi riscontri, ad ALFIERI Francesco i messaggi minatori dello SQUECCO.

Successivamente, ad abbattimento del lido Kennedy avvenuto, SQUECCO Roberto avrebbe dato corso ad una serie di incontri con tre soggetti provenienti da Baronissi, COSENTINO Antonio, DE CESARE Domenico e GENOVESE Angelo, i primi due pregiudicati. A costoro, lo SQUECCO avrebbe commissionato un attentato dinamitardo in danno del Sindaco Alfieri. L’attentato, studiato nei minimi particolari con sopralluoghi e studio delle mappe, non sarebbe stato portato a compimento per un mancato accordo con i baronissesi. A questi ultimi, sulla base delle intercettazioni, è stato contestato il possesso di esplosivi e di armi da guerra e comuni da sparo, tra le quali un Uzi ed un kalashnikov.
Nel corso delle investigazioni, sono stati raccolti indizi di colpevolezza ritenuti gravi dal GIP in ordine al reato di tentato omicidio perpetrato da DE CESARE Domenico nei confronti del noto esponente del clan GENOVESE operante in Baronissi e zone limitrofe, GENOVESE Angelo, il cui movente sarebbe da ricercarsi in una tentata estorsione posta in essere da quest’ultimo nei riguardi del primo.
Al consigliere dimissionario PICARIELLO Mariarosaria è contestato il reato di favoreggiamento personale in quanto con le sue dichiarazioni mendaci ed omissive rese alla P.G. delegata da questa Procura della Repubblica, avrebbe aiutato SQUECCO Roberto, BERNARDI Antonio e PECORA Michele ad eludere le indagini in corso.

Il provvedimento cautelare è ovviamente suscettivo di impugnazione e le accuse così formulate saranno sottoposte al vaglio del giudice nelle fasi ulteriori del provvedimento.
È difficile commentare un ordine di custodia cautelare in carcere per i primi sei indagati e agli arresti domiciliari per gli altri quattro …
Ma vale la pena provarci anche perché ci troviamo in piena campagna elettorale per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale di Capaccio Paestum!
I candidati sindaci che al momento si sono proposti all’attenzione degli elettori non sono toccati dall’indagine, né i possibili candidati alla carica di consiglieri sembrano essere toccati dagli atti già emanati, fatta eccezione per Maria Rosaria Picariello, ex assessore della giunta uscente.
Nonostante ciò appare evidente che l’indagine copre con la sua “cappa” di eventuali sviluppi futuri sulla città, sui possibili candidati sindaci e sulle liste che dovranno approntare in tempi ristretti.
Infatti, Capaccio Paestum è tra i comuni che andranno alle urne a fine maggio e, in caso di ballottaggio, a metà giugno per il secondo turno.
È facile chiedere ai candidati sindaci, che a mettere in pratica, di escludere ipotetiche figure che potrebbero incappare nella “rete” a strascico calata nel mare dei sospetti che va a pescare anche oltre le “acque” territoriali delle ultime due o tre amministrazioni che si sono succedute a palazzo di città. Ma anche in questo si vedrà la loro capacità di gestire le complessità che andranno ad assumersi in qualsiasi ruolo saranno chiamati dal corpo elettorale.
Ma il mare dei “tempi così dilatati” nel passato, recente e remoto, è talmente vasto che potrebbe trasformare in un campo minato l’assolvimento del mandato elettorale basato su un programma che, con il voto, gli elettori decideranno di affidare l’esecuzione a chi avrà la maggioranza dei suffragi.
Dopotutto, l’aspetto economico è già ampiamente ipotecato e “scritto” nel documento di riequilibrio di bilancio approvato dal consiglio dimissionario e “validato” dal Ministero degli Interni.
Nel merito dell’oggetto sul quale si sarebbero scatenati gli appetiti degli indagati parlano i fatti: dopo il sequestro e la chiusura del lido Kennedy e conseguente abbattimento delle parti pericolanti, la struttura è ancora in “brutta” mostra. Chi frequenta il lungomare osserva i “resti” fatiscenti del “non luogo” è diventato quel tratto di spiaggia … chi vi passa accanto lo vede come un “conoscente” caduto in disgrazia che non ha speranze di redenzione. Ecco perché, forse, è arrivato il momento di radere al suolo l’immobile e liberare la spiaggia ampliando l’arenile a disposizione della libera balneazione.
Per onore di verità, vale la pena anche far notare che il capo d’accusa che vede Alfieri come destinatario è un po’ “debole”, in quanto, chiunque si candida in una lista cerca di raccogliere voti per sé e lo fa anche per il candidato sindaco sostenuto dalla lista, no per supportare “un patto elettorale politico mafioso” ma perché “SQUECCO Roberto” sosteneva la moglie e “NOBILI Stefania” era candidata a sostegno di ALFIERI Francesco” candidato a sindaco nella competizione elettorale per le amministrative del Comune di Capaccio del 2019”.
L’avvocato Stefania Nobili, candidata con Alfieri, risultava una libera professionista incensurata.
Inoltre, quella campagna elettorale Alfieri non aveva grandi chance di ripetere l’impresa di Palumbo … bastava solo che gli altri due candidati, Italo Voza e Franco Sica, fossero andati uniti al voto che avrebbero vinto al 1° turno!
La Nobili, risultata eletta grazie alla vittoria di Alfieri contro Voza al ballottaggio, fu “costretta” alle dimissioni a seguito della sfilata di ambulanze a sirene spiegate per le strade di Capaccio Scalo organizzata dal “marito” che provocò una forte indignazione popolare e molti danni alle società che facevano capo a Squecco.
Oggi a Capaccio Paestum, che si avvia ad affrontare la campagna elettorale più difficile di sempre, la comunità avrebbe bisogno di una “pausa” di riflessione profonda su come porsi nei confronti della politica locale … guardare al futuro facendo tesoro degli errori dei “passati” che ci hanno portato a questo punto!