Esistono i ruoli: il ruolo giornalistico, il ruolo ingegneristico, il ruolo calcistico, il ruolo inerente alla docenza universitaria … Relativamente alla quale, una singolare maniera di esplicarla fu quella attuata da Renato Caccioppoli e Abba Lerner, per essi meglio si addirebbe la ‘missione artistica di docenza’, in luogo del ‘ruolo di docente’… Anche nel caso dei nonni, piuttosto che parlare di semplice ‘ruolo nonnistico’, si confarebbe la coppia di termini ‘missione nonnistica’; tuttora svolta dai tanti longevi, anche ultracentenari (emblema, la 107enne Rosa De Vita, di Moio della Civitella) che arricchiscono, in termini d’esperienze ed insegnamenti di vita ai loro cari, il Cilento; terra nella quale gli anziani possono godere la loro età in tranquillità e serenità offerte da natura e da paesaggi tipici del luogo. Eppure, l’attuale epoca, caratterizzata da un frenetico dinamismo, offre poco tempo per riflettere, occorre andare sempre più velocemente, si è avvinghiati da un senso sfrenato ed un ritmo vorticoso che era completamente sconosciuto ai nostri progenitori. La cui saggezza, i cui consigli, i cui racconti sono stati un capitolo importante, probabilmente per la maggior parte di noi. Affetto, carezze e saggezza manifestate rivivono in noi: il ciclo naturale delle stagioni, il caotico susseguirsi degli eventi, mai potranno cancellarle. La sociologia della famiglia analizza ‘piccoli difetti’ e ‘parzialmente erroneo comportamento’ nei confronti di nipoti da parte di taluni nonnini che potrebbero viziare i propri fanciulletti: ma tutti i vecchietti tendono ad accontentarli, a far loro tanti bei regalini … Credo possa ritenersi persona fortunata, quella che ha potuto godere del privilegio di aver conosciuto bene i nonni, usufruendo dei racconti drammatici inerenti ai tempi della guerra, o di quelli ‘leggeri’ rievocanti la conquista della loro donzella, nostra attuale nonnina. La precedente generazione rappresenta importante patrimonio, fonte di affettuoso agire, di amorevoli cure, giustamente immortalata dalla narrativa, dall’arte pittorica, scultoria, fotografica… Papa Francesco ha spesso celebrato i nonni, rimarcandone l’importanza: “Le nonne e i nonni sono la nostra forza,la nostra saggezza.Che il Signore ci dia sempre anziani saggi”. Di ‘anziani saggi’ ne ho conosciuti 4, ma ne ho avuti 5 (il nonno paterno si sposò due volte,dal primo matrimonio nacquero sei figli tra i quali il mio futuro padre), che non ebbero la possibilità di frequentare la scuola Elementare. Nonno Giuffrida e mio padre Luigi proseguirono la tradizione familiare dei gestori di macelleria, coinvolgente una decina di generazioni, lungo il cui avvicendarsi veniva tramandato il mestiere da padre in figlio. Una singolarità riguardante l’altro mio nonno, Giuseppe, tre figli, 2 maschi e mia madre Antonetta; pseudonimo “Zi’ Peppe ‘O Scangianome”, svolgeva il mestiere di custode di magazzino: divertiva i paesani inventando nomignoli identificanti gli stessi. Nel volume ‘In memoria di Coperchia, giardino dell’anima’ (Gutenberg Ed./maggio 2015), testo scritto dal docente universitario di discipline umanistiche, Prof. Vincenzo Aversano appare, nella sezione ‘Strangianomi’, questa notizia. Nonno Peppino mi rievocava tanti drammatici episodi di combattente nel corso della Prima Guerra mondiale, ricordo sue lacrime nel raccontare di aver perso un fratello durante quel conflitto, e la disperazione che ancora lo pervadeva, quando riassumeva l’orribilità della guerra, in un eloquente ‘uccidere per non essere uccisi’. Relativamente a nonno Giuffrida, egli amava la musica, suonava discretamente il mandolino; era componente d’un gruppo musicale che durante il periodo estivo si esibiva nelle sagre paesane. Rimasto vedovo per la prematura morte di Michela, vittima di un terribile male, la sua nuova consorte divenne Lucia,sorella di Michela, dalla quale ebbedue figli. I miei nonni amavano la semplicità, sane e genuine compagnie con le quali divertirsi, detestavano l’aspetto dell’ ”apparire”, oggi tanto attuale. A ciascuno la dimensione che più gli si confà, il proprio stadio esistenziale… Ecco, introduco due personaggi al di fuori del coro, sento loro vicini relativamente ad alcuni ideali comuni: non dispongo d’alcun profilo Facebook, non sono iscritto a nessun Social network; peraltro, di reti sociali,di ‘clic di internauti’ e di ‘TeleHomines’ (ovvero dell’Homo Videns, un nuovo modello di ‘essere umano/televisivo’), ne trattavo nel 1989; alcuni racconti di quel periodo, li ho prospettati al direttore Scandizzo. Dunque, non esplico alcuna pubblica ostentazione; il mio ideale politico e sociale è l’anarchismo (nel senso politico/nobile del termine); in testi autobiografici, preferisco impiegare la prima persona (vicende biografiche, professionali ed artistiche, in generale, sembra siano scritte da un narratore esterno), attesa la circostanza che le note autobiografiche sono da me redatte: ritengo il ‘narratore esterno’ una sorta di non eccessiva considerazione del lettore, il quale ben comprende chi scrive quelle note. Pirandello sosteneva che l’originalità è una vocazione, non una scelta: “Chi passeggia in mutande è un eccentrico, non un originale”. Due personalità originalissime: Renato Caccioppoli e Abba Lerner; immense Genialità nei rispettivi campi, coraggiosi nell’affrontare, in virtù d’una superiore apertura mentale, da soli, i tortuosi sentieri della Diversità. Tra essi un legame inscindibile, corrispondenza d’orientamenti e di atti: durante le loro esperienze giovanili si iscrissero ad un movimento socialista; entrambi docenti universitari anomali e fuori dagli schemi rigidi delle Accademie; ‘temperamenti anarchici’, ebbero in odio il potere del Governo sulle vite dei cittadini; amavano l’arte, la coltivavano con intensità, suonavano il pianoforte. Renato Caccioppoli (1904-1959) associò il suo talento artistico alla personalità di grande matematico; il regista Martone gli dedicò un film, in proiezione al cinema nel 1992, ‘Morte di un matematico napoletano’; nel quale, tra gli altri episodi, spiccavano: le sue passeggiate per le vie di Napoli con un gallo al guinzaglio (per sbeffeggiare il regime, che aveva promulgato un decreto vietante il passeggio con cani, ritenuta manifestazione di ‘poca virilità’); la frequentazione di popolani, di pezzenti, di ‘umiliati e offesi’ di Dostoevskijana memoria; il coraggiosissimo discorso e l’esecuzione de ‘La Marsigliese’ durante un comizio di Hitler e Mussolini a Napoli nel 1938 (l’audace gesto gli costò il carcere e la clinica psichiatrica, dove ideò un teorema), il suo modo singolare bocciare allievi durante l’esame di Analisi matematica (lo scrittore Luciano De Crescenzo superò l’esame di Analisi Matematica con l’estroso docente partenopeo, conseguendo “21 di scoraggiamento”). Divenne facile preda di bevande alcoliche in seguito alle aspirazioni politiche miseramente svanite ed all’abbandono della moglie, Sara Mancuso, che egli amava profondamente; concluse l’esperienza terrena con un colpo di pistola alle tempie, era l’8 maggio del 1959. Abba Lerner (1903-1982), statunitense di origine ebraica, fu economista e docente universitario. Sovente si presentava nelle aule delle lezioni universitarie con barba assai lunga ed incolta, camicia sbottonata sempre priva di cravatta, e con dei sandali che avrebbero trovato più idonea collocazione su una assolata spiaggia popolare, piuttosto che in un austero e raffinato luogo di cultura… Insomma era “un tipo”, persona speciale, assai particolare, e, soprattutto per quanto attiene al suo settore specifico, l’Economia, parecchio al disopra della media; al punto che sfiorò il premio Nobel (analogamente a Caccioppoli che lambì la ‘Medaglia Fields’, equivalente ad un Premio Nobel per la Matematica, riconoscimento quest’anno assegnato al matematico italiano Alessio Figalli), non raggiungendolo a causa del suo atteggiamento bizzarro e di un temperamento anarchico al di fuori di qualunque “canone pirandelliano” ed “etichetta universitaria”. Il mio omaggio a due ‘spiriti liberi’, personalità che hanno contrapposto, alla uniformità in auge al loro tempo ed al loro ambiente, la rarità dell’affrancamento dal ‘braccio intellettuale’: in tale rappresentazione artistica ho inserito, insieme ad un’arpa ed un paesaggio marino realizzati con simboli matematici, la luce del numero 9.
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