Dal primo aprile, sono cessate le restrizioni più severe ed è stato sciolto il Comitato Tecnico Scientifico, ma il virus in Italia continua a circolare nella nuova variante Omicron due.
Il virus, da oltre un mese, è stato quasi oscurato dalla comunicazione dei media, perché l’attenzione collettiva è stata dirottata sulla guerra in Ucraina, che ha monopolizzato l’informazione, facendo passare in secondo piano il problema della pandemia. Ma il virus c’è ancora e lo testimoniano le migliaia di contagi giornalieri e l’alto numero dei decessi.
Questo fatto ci dice che non dobbiamo abbassare la guardia, perché il pericolo è sempre dietro l’angolo e ci può ancora colpire se ci rilassiamo e se pensiamo che il contagio sia diventato più blando e meno aggressivo.
Sarebbe un errore imperdonabile che potremmo pagare a caro prezzo e potrebbe vanificare tutte le nostre precedenti rinuncie che abbiamo fatto durante il periodo più duro e più difficile che la pandemia ci ha riservato.
Non facciamo diventare la nostra memoria, che è già corta in moltissime persone che vivono sul suolo italico, non solo liquidità, ma addirittura gassosa, dimenticando in fretta un periodo di due anni, molto duro e sicuramente tra i più difficili della nostra vita.
Abbiamo il dovere di tutelare noi stessi, i nostri familiari ed il contesto sociale in cui viviamo, per cui teniamo ancora la nostra attenzione sul virus e non pensiamo che siamo ritornati al tempo della nostra massima libertà, perché non è proprio così e non sappiamo ancora quando la nostra mente potrà avere il piacere di poterla di nuovo riassaporare.
Ancora una prudenza controllata e un senso di responsabilità per tutelare la nostra vita. Non sono sacrifici insopportabili, ma sono solo comportamenti dettati dalla saggezza, che dovrebbe essere sempre la nostra stella polare nel guidare le nostre azioni quotidiane.
Responsabilità, vuol dire controllo dei nostri comportamenti e prudenza, vuol dire attenzione ai nostri movimenti giornalieri. È proprio il minimo sindacale che dobbiamo chiedere a noi stessi, per la nostra sicurezza.