Progetto Culturale in armonia con Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025
La “demokratia” di Elea: grecità e filosofia
L’editoriale di storia e filosofia del Prof. Giuseppe Gargano – medievalista, scrittore e docente di Letteratura italiana e latina – sulla “Democrazia nella Magna Grecia: il caso emblematico di Elea” è una ricerca inserita in seno al progetto “La mediterraneità della Magna Grecia”, redatto da Ambiente e Cultura Mediterranea quale contributo ad Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025. L’autore propone una lettura di conoscenza della democrazia nella polis magno-greca Elea guidata dal filosofo Parmenide e poi da Zenone, entrambi della Schola eleatica. Una democrazia che si ispirava a quella realizzata da Pericle nella città di Atene in cui il legislatore ateniese coinvolse tutta la cittadinanza con il suo vasto programma di lavori pubblici. Infatti, il sistema ateniese era il modello ispiratore, rappresentativo del pensiero greco; un modello democratico in cui emergeva una grande armonia tra l’essere greci, l’essere filosofi e l’essere democratici. Questa trilogia – grecità, filosofia e democrazia – troverà somma applicazione a Velia.
Il significato più interessante che emerge dall’analisi di Gargano è quello di una gestione democratica di Velia attuata dalla cultura; nella Grecia antica – ambiente storico di nascita della filosofia – il tema di partecipazione della cultura al potere era ricorrente sotto forma di orientamento da parte di filosofi, retori, accademici, consiglieri a vario titolo («Se mai altra volta, certo ora potrà attuarsi la nostra speranza che filosofi e reggitori di grandi città siano le stesse persone», Dione, Lettera VII in La Sicilia dei due Dionisi, 2003); lo stesso Platone, infatti, si porrà l’obiettivo di realizzare a Siracusa una riforma politica che sarà osteggiata dai tiranni; obiettivo mai raggiunto non ostante tre tentativi.
Velia, comunque, sperimenta la “demokratia” e diventa una “città democratica” come le polis greche in cui erano presenti istituzioni, tribunali, assemblee che esercitavano poteri decisionali; il tutto discendeva dall’applicazione del concetto di democrazia. La ricerca dello storico Gargano offre numerosi spunti di riflessione sulla parola “democrazia” che è l’unica parola greca che è entrata a far parte di tutte le lingue; ciò potrebbe essere interpretato che “essa” sia un concetto solido, ben rafforzato, non ostante nel mondo dell’Ellade il significato fosse quello di una negazione (L. Canfora, Parole di giustizia, 2015) perché “demokratia” deriva appunto da “demos” (popolo) e “kratos”, cioè potere, comando, forza, violenza, inizialmente intesa nel senso di violenza popolare; la democrazia sarebbe il governo dei poveri (Aristotele), cioè di quelli che non posseggono niente; cioè “la democrazia è il potere di chi non ha potere” e quindi bisogna difenderlo, affermarlo, consolidarlo, ovvero è il frutto di uno scontro tra oligarchi e demos. A Velia il conflitto tra le classi sociali è simboleggiato da Zenone; egli lotta per affermare la democrazia contro il tiranno Nearco che voleva conoscere i nomi dei cospiratori democratici; Zenone si mozzò la lingua con i denti sputandola addosso al tiranno e morendo poi dissanguato; gesto eroico che spinse gli eleati a rovesciare la tirannide e ripristinare la democrazia. Magna Grecia e Sicilia hanno dunque sperimentato democrazia e tirannide e contribuito allo sviluppo del pensiero filosofico e scientifico. In tale visione storica l’indagine di Giuseppe Gargano offre interessanti spunti di riflessione, analisi e considerazioni sulla cultura della Magna Grecia che ben si relaziona con Agrigento Capitale 2025.
[1] Italo Abate è Presidente di Ambiente e Cultura Mediterranea
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