“La mediterraneità della Magna Grecia”, è il progetto promosso da Ambiente e Cultura Mediterranea che si avvia con la pubblicazione di una accurata indagine storica di Elio Di Bella, professore agrigentino, scrittore e giornalista che ravviva il dibattito culturale sulla Magna Grecia focalizzando le sue ricerche su “Agrigento, il Mediterraneo e Pirandello”.
Lo storico pone l’attenzione sulla navigazione nel Mediterraneo, il mare di Omero, a partire dal XVII secolo a.C., in cui si sono avvicendati prima i micenei, indi i fenici, poi cartaginesi, greci, romani e arabi. L’autore – prima di soffermarsi sulla memoria storica di Agrigento di cui fornisce un ampio retroterra culturale – riesce a farci immaginare l’epopea della colonizzazione dell’occidente mediterraneo con le migrazioni di popolazioni egee per l’approvvigionamento delle risorse cui conseguirono la creazione di emporion, poi di centri abitati, indi delle polis greche; spostamenti di società mediterranee che interessarono la fascia costiera dell’Apulia, della Calabria, della Campania e della Sicilia; quest’ultima divenne con Agrigento e Siracusa la più importante isola del Mediterraneo occidentale, sia per la grande varietà delle sue risorse, sia per la posizione strategica di controllo del canale di Sicilia e del basso Tirreno. Il contatto tra i greci e le terre affacciate sul Tirreno fu «un momento per la civiltà occidentale che ha avuto un’importanza più durevole di quasi ogni singolo progresso compiuto nel mondo antico» (D. Ridgway, The First Western Greeks, Cambridge, 1992). I popoli italici potettero infatti godere del grande rinascimento greco che si attivò con la diffusione della cultura dell’Ellade; sul piano architettonico con la costruzione dei templi dorici di Paestum e di Agrigento, sul piano filosofico con il pensiero di Zenone di Elea, sul piano scientifico con Pitagora di Crotone, di Archimede di Siracusa e di Empedocle di Agrigento; tutta una cultura ed un mondo di popoli di stirpe ellenica (ioni, eoli, achei e dori) che si era spostato con i portolani lungo la rotta nord dando vita alla nascente storia del Mediterraneo. In questo contesto Elio Di Bella rappresenta Agrigento come una città in continua trasformazione dalla greca Agrakas alla romana Agrigentum all’araba Girgenti e, infine, alla città figurativa della cultura e sicilianità di Luigi Pirandello scrittore, poeta e drammaturgo agrigentino. Il suo saggio riesce a comporre una unità storico-culturale tra “Agrigento, il Mediterraneo e Pirandello” ed a figurare Magna Grecia e Sicilia unite dal mare di Odisseo e di Enea per sostenere Agrigento Capitale 2025.
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