di Francesco D’Errico Altavilla Silentina ha il privilegio di avere un prestigioso Santuario, che da circa un secolo alimenta il culto della Madonna della Neve. In passato numerosi fedeli vi giunsero in pellegrinaggio per rendere omaggio alla Madonna e chiedere protezione e grazie. Ma da alcuni decenni, l’afflusso dei fedeli è diminuito notevolmente, presumibilmente a causa del mutamento della società incline al materialismo, al profitto e svalutazione dei grandi valori trasmessici dai nostri antenati. Il nostro Santuario, pur essendo di modeste dimensioni, lo ritengo più importante delle altre chiese dello stesso nome, avendo stretta affinità con la Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma, che diede origini al culto della Madonna della Neve ed entrambe sono sorte a seguito di misterioso sogno e visione della Vergine Maria. La Basilica romana fu costruita verso la metà del IX secolo d.C. da Papa Liborio con fondi offerti da due ricchi coniugi, i quali, non avendo eredi, decisero di donare i propri beni alla Santa Vergine per realizzare una chiesa a Lei dedicata. La Madonna, visto il fervore dei due benefattori, durante la notte dal 4 al 5 agosto dell’anno 350 o 352 apparve loro in sogno dicendo che avrebbe fatto un miracolo per indicare il luogo dove erigere la chiesa. La mattina i due coniugi parlarono del sogno fatto da entrambi. Dopo aver scoperto la neve sul colle Esquilino, cosa strana, trovandosi in piena estate con molto caldo, si recarono dal Papa Il quale fece presente loro di aver fatto medesimo sogno la stessa notte. Subito dopo raggiunsero il colle Esquilino dove trovarono la neve e molte persone che assistevano al prodigioso evento. Poi il Papa, seguendo la superficie del terreno innevato, tracciò il perimetro ella nuova chiesa. Come è noto anche il nostro Santuario trae origini da sogno fatto nel 1890 e 1893 dall’agricoltore del luogo i Masi Antonio figlio di Giovanni e di Angela Carrozza, il quale ebbe la visione di aver perduto il figlio di anni 4. Nel condurre le sue giovenche l pascolo in contrada Feo, pensando che il figlio si trovasse nella zona, lo chiamò per nome più volte. Non avendo avuto risposta, dal dolore si accasciò per terra. Poi, alzando gli occhi al cielo chiese aiuto alla Madonna Subito dopo gli apparve una bellissima signora tenendo per mano il bambino smarrito, la quale gli disse di essere la Madonna della Neve. Aggiunse che gli avrebbe ridato il figlio se le avesse promesso di trarla da sotto le macerie sotterrate in un tratto di terreno della località Feo. Il Di Masi al primo sogno non fece nulla perché venne distolto dal padre, che gli fece capire che il sogno era semplice illusione. All’inizio del 1893 il sogno si rinnovò. Questa volta si confidò con alcuni amici, i quali si dichiararono disponibili ad aiutarlo nell’impresa. Il 19 marzo incominciarono a scavare nel luogo indicato dalla Madonna. Il giorno 29 aprile, tra altre cose, trovarono un oggetto di metallo ossidato nel quale fu ravvisato il crocifisso ed il 3 maggio sotto a delle tegole fu rinvenuta una specie di statuetta arrugginita ed ossidata, ritenuta in buona fede che fosse l’immagine della Madonna. Diffusasi la notizia degli scavi e rinvenimento dei presunti oggetti sacri, accorsero sul posto molte persone, le quali nella circostanza fecero delle spontanee offerte di danaro al Parroco Don Vincenzo Mottola per le messe che celebrava in una baracca di legno e per costruire una chiesa L’aumento delle offerte fece sorgere il sospetto che il Parroco ne traesse profitto abusando della credibilità dei fedeli .Fu denunciato all’Autorità Giudiziaria per truffa. Subì il processo, al termine del quale fu assolto dalle accuse avendo dimostrato la buona fede e la mancanza d’interesse personale. Il presunto crocifisso e la presunta statuetta della Madonna furono analizzati da specialisti nominati dal Tribunale e da altro esperto nominato dal Vescovo, senza riscontrarvi alcun segno d’immagine sacra, per cui il Vescovo ne proibì l’esposizione. Nonostante tale esito negativo, la moltitudine dei fedeli ha continuato a frequentare il luogo, essendo convinti dell’autenticità sacra dei due oggetti, essendo stati rinvenuti a seguito del sogno fatto dal contadino Di Masi Antonio.Con grande fervore si sviluppò la venerazione della Madonna della Neve e fu costruitala piccola chiesa che venne aperta al culto con grande solennità il 21 aprile 1912. Il santuario è anche caratteristico perché sorge su una collina circondata da verdeggiante vegetazione All’ingresso del sagrato svetta in aria maestosamente una grande quercia secolare. La colina verso ponente domina la fertile piana del Sele ed il sottostante fiume Calore, un tempo navigabile. Verso levante guarda la piana e la valle del Calore, la collina degli ulivi di Altavilla ed i monti Alburni. Inoltre ha sede in zona storica, dove prima dell’era cristiana esisteva la ridente città della Magna Grecia Carilla, che fu distrutta dal cartaginese Annibale durante la seconda guerra Punica. Vuolsi che dei superstiti di tale città, rifugiandosi in collina, abbiano dato origine ad Altavilla. Il Santuario costituisce patrimonio di fede, di cultura e di memoria ed ha le potenzialità di sviluppo generale, però, ha bisogno di maggiore attenzione e valorizzazione spirituale, di miglioramento paesaggistico e di adeguata sistemazione delle due strade di accesso e di costruzione di una rete elettrica. Per il progresso del Santuario e continuità del culto della Madonna della Neve sarebbe opportuno che venisse costituito un comitato di bravi e devoti cittadini, o addirittura una Associazione, che collaborasse con l’Autorità Ecclesiastica, nella gestione del plesso religioso, dei relativi festeggiamenti della Madonna e s’interessasse del risveglio dei tradizionali pellegrinaggi dei devoti alla Madonna, come ai vecchi tempi. Altavilla e, particolarmente Borgo Carillia, ne trarrebbero vantaggio economico, morale e di prestigio. E’ anche necessario che l’Amministrazione Comunale e tutti i cittadini di buona volontà operassero attivamente per valorizzare il santuario, che rappresenta l’orgoglio e fiore all’occhiello di Altavilla Silentina.
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