La Laura, contrada balneare di Capaccio-Paestum, da Varolato alla rotonda di Lupò, incrocia ai semofori, quella che una volta si chiamava Via Elice Codiglione. La Laura era tutto un filare triplo di Eucalipti, piantati dalla Bonifica, spazi e terreno pubblico occupato dai privati. Un oligopolio familiare, proprietario delle sabbie di quella che una volta si chiamava “Launa” o “Sele Morto”, ha trasformato, la Laura in un matrimonificio. Almeno una decina di alberghi, con decine di sale per sponsali, tutte piene, fino e oltre il 2000, di spose velate vestite di bianco in seta, pizzo,tulle e georgette, di rubizzi genitori vestiti in lamè, di invitati in abito di ciniglia scuro, di invitate strizzate in lunghi abitini svolazzanti, con spacco inguinale, di chiffon e raso macramè, a mostrar protuberanze adipose e flosce. Un giro d’affari multi milionario, fatto di antipasti di terra e di mare, due primi, due secondi, aragosta a colazione, macedonia con gelato, torta di Renato e a chiudere il buffet, pasta e fagioli, alternati da spaghetti aglio, olio e peperoncino, con l’immancabile presenza del neomelodico di turno, che canta sdolcinate e melense storielle d’amore e d’anarchia. Un pranzo poteva arrivare a costare fino a 50milioni di vecchie lire. 100mila lire a cranio, per invitato alle nozze, che con l’avvento dell’Euro si trasformarono, senza scrupolo, in 100euro a cranio, per invitato alle nozze. Chi si era sposato negli anni ’50 e aveva procreato, si vide costretto dalla prole, ad organizzare negli alberghi della Laura il pranzo matrimoniale, indebitandosi fino al midollo. Poi i nati negli anni ’80, per ristrettezze economiche e per i cambiamenti di stile e modello hanno preferito sposarsi in luoghi ameni e amen agli alberghi-matrimonifici della Laura. Quello che poteva trasformarsi nella “Rimini del Sud”, è una coacervo di luminose cattedrali nel deserto, che si accendono e si spengono solo in occasione del Capodanno. I saloni per sponsali, per l’occasione si trasformano in sale da ballo, che ospitano cantanti sul viale del tramonto, pronti per una apparizione televisiva all’alba, presentati da altrettanti conduttori, anch’essi sul viale del tramonto, il tutto condito da ballerine tangate e l’immancabile trenino, con vagonate di signori incravattati e sudaticci, attaccati alla vita della gentil consorte laidamente scodinzolante, mentre il rimmel e la tintura appena rifatta, sotto le calde luci della sala, si sciolgono in un rivolo che cola giù lungo i lobi a tracciar solchi neri sulle gote, come un novello Rudolph alla White House. La Laura ha fatto d’apripista al “Castello delle Cerimonie” del “Boss delle Cerimonie”, che spopola tra le TV tematiche, con qualche incursione in quelle generaliste. Un matrimonificio andato in pezzi per colpa del Covid-19. Gli operatori si lamentano perché non lavorano più, 1000 eventi annullati nel 2020 alla Laura, in quest’anno di virus e forse altrettanti saranno annullati nel 2021. Oramai gli albergatori hanno perso il conto della disfatta, tra cerimonie e matrimoni annullati, gli unici contratti chiusi portano la data dell’estate 2022. Eventi, cerimonie, matrimoni, feste e festini, cancellati. Il 2020 completamente da dimenticare, tra dolori, lutti e morte sociale. Un disastro che ha colpito tutta la filiera legata alla sposa, dal wedding planner al wedding dress, dal wedding food al wedding vaiges. Con ciò rimane aperta la questione della Laura, se dopo la pandemia sarà in grado di far da traino per l’intera filiera turistica capacese, oppure rimarrà nello splendido isolamento a cui l’hanno relegata pochi uomini. Se opera di rilancio, della Laura, e, quindi di Paestum, va fatto, bisogna incominciare dalla strada su cui affacciano gli alberghi, dalla Pineta e dal spiaggia, che non può essere relegata, solo a parcheggio indiscriminato in estate. Ricordando l’antica questione tra il Comune di Capaccio contro il Principe Doria D’Angri, feudatario nel settecento delle paludi della Laura. Una diatriba che diede i natali alla classe borghese rurale. Una borghesia rurale, che bonificò parte della palude della Laura e si oppose ai soprusi del Principe, che aveva chiuso a difesa le località comunali di Cergallara, Elice e Codiglioni. Una questione che durò per oltre trent’anni, ancora oggi due strade della laura si chiamano, Via Questione 1 e Via Questione 2. La lite tra il Comune di Capaccio e il Principe Doria D’Angri si concluse, con un compromesso a totale vantaggio del Principe, il quale pretese che gli si pagasse persino il letame che gli animali lasciavano sui terreni. Oggi la questione delle questioni è l’accesso libero al mare e alla spiaggia della Laura. Non vorremmo trovarci anche noi a dover pagare un dazio per attraversare la pineta ed accedere alle spiagge, tutte oramai privatizzate e cancellate, visto che col nuovo “Piano Spiaggia” si pensa di cementificarle, piastrellarle ed asfaltarle!
Lucio Capo