Indimenticabile, stupenda, meravigliosa: sono alcuni degli aggettivi che possiamo usare per definire l’esperienza della XV Giornata Mondiale della Gioventù, vissuta a Roma dal 15 al 20, ma sicuramente non sono esaurienti. Tutti abbiamo vissuto quei 6 giorni nelle stesse condizioni, ma per ognuno di noi hanno significato qualcosa di diverso.
Nel senso che ciascuno e andato con dei dubbi, paure, domande. infine la risposta è stata unica: Gesù. Siamo partiti in 15 dalla Diocesi di Vallo della Lucania oltre ad altri giovani già presenti a Roma per svolgere il servizio da volontari. Giorni interessantissimi, vissuti pienamente. Li abbiamo condivisi coi giovani della diocesi di Napoli, infatti siamo partiti con loro per Roma con un treno speciale Il 15 Agosto. A Roma siamo stati accolti in una parrocchia dalle parti di San Giovanni in Laterano. Il pomeriggio del primo giorno è stato caratterizzato dall’accoglienza che il Santo Padre ha riservato a lutti gli italiani presso la cattedrale di Roma San Giovanni in Laterano. “O Roma Felix” “O Roma felice” con tali parole ci ha salutali il nostro caro papa Giovanni Paolo Il, anch’egli felice, come da tanto non lo si vedova. Eravamo numerosissimi sotto il sole di ferragosto, grondanti di sudore e assetati. Ma appena Il Papa è arrivato tutto ciò e passato in secondo piano: con la sua presenza è cominciata la festa durata fino a domenica. Il Papa ci ha esortato ad accogliere i nostri amici stranieri.
Ha poi ripetuto le parole con le quali ha iniziato il ministero di vescovo di Roma: “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo. Aprite i vostri cuor, le vostre vite i vostri dubbi le vostre difficoltà, le vostre gioie e i vostri difetti alla sua forza salvifica e lasciate che egli entri nei vostri cuori. “Non abbiate paura Cristo sa cosa c’è dentro l’uomo. Solo Lui lo sa. Servire Cristo è libertà!”. Dopo aver rivolto l’ultimo pensiero alla Vergine Maria, assunta in Ciclo, il Santo Padre si è recato in Piazza San Pietro per accogliere i nostri coetanei stranieri. La festa continua: un’esplosione di gioia, colori, suoni, canti, balli. In serata tutti ci siamo ritirati nei luoghi di alloggio. La nostra dimora per quattro notti è stata la palestra di una scuola. Abbiamo dormito nei sacchi a pelo por terra, fatto docce fredde all’aperto e file ai bagni. Piccoli disagi che sono diventati oggetto di battute e risate. Anche per questo aspetto la GMG ci è stata utile. Alla fine ci siamo resi conto che l’essenziale è lo stare insieme condividendo difficoltà e sorrisi. Nei tre giorni seguenti, 16 17 e 18 agosto tutti avrebbero vissuto la Giornata Giubilare. Infatti non dobbiamo dimenticare che quest’anno la GMG ha racchiuso il grande evento del Giubileo dei Giovani “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14) sono le parole del Vangelo di Giovanni che ci hanno guidato in questi anni di preparazione. Il 16 agosto assieme a circa 200.000 giovani abbiamo vissuto la nostra giornata giubilare. Al mattino ci siamo recali al Circo Massimo dove circa 2000 sacerdoti erano a nostra disposizione per le confessioni. Poi alle 11.30 abbiamo partecipato a una della quattro Messe interazionali che ogni giorno si sarebbero celebrate in quel luogo suggestivo. Davanti al palco si ergeva la Croce dei giovani, quella che il santo Padre ci affidò 15 anni fa in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù. Il nostro pellegrinaggio si è concluso con il passaggio attraverso la Porta Santa della Basilica di San Pietro alle 8.30 di sera. Prima pero abbiamo percorso via della Conciliazione pregando e riflettendo sulle Beatitudini. Il 17 e 18 agosto di mattina abbiamo partecipato alle catechesi presso una chiesa vicino al nostro luogo di alloggio, Sono state presiedute rispettivamente dal vescovo di Rotherham e dal vescovo ausiliario di Bologna mons. Ernesio Necchi, Sono stati due momenti importanti ed edificanti. Non abbiamo partecipato passivamente, infatti dopo il loro intervento ci riunivamo in gruppi di studio per riflettere e condividere quanto ascoltato. Da questi gruppi poi scaturivano delle domande che proponevamo ai vescovi, Infine il tutto si concludeva con la Celebrazione Eucaristica, Nel pomeriggio eravamo liberi di partecipare alle numerose iniziative “Incontra giovani”. Molte le proposte tra feste, momenti di preghiera, musical, concerti, tra cui quello di Angelo Branduardi. Insomma abbiamo espresso la nostra giovinezza e voglia di vivere nei diversi ambiti della realtà. Alla base di tutto c’è l’incontro personale con Gesù. In questo momento ci interroghiamo sul senso della nostra vita sulla strada da intraprendere. La ricerca poi continua nell’incontro con gli altri, nei diversi aspetti della quotidianità: il lavoro, la scuola, l’amicizia. Ed ecco il grande giorno, Sabato 19 agosto: tutti in cammino verso Tor Vergata. Che cosa stupenda: noi giovani di tutto il mondo per quasi due giorni abbiamo condiviso la gioia di sentirci amati, uno affianco all’altro, sopra lo stesso prato, sotto il cielo stellato di Roma. Solo un uomo come il Papa è riuscito a radunare una moltitudine di giovani di tale entità. Il perché? Non ci trasmette solo un’emozione come può ad esempio essere quella di una canzone, non è solo uno spettacolo. Ci parla di noi della nostra speranza che si chiama Gesù. Ecco perché è stato bellissimo pregare col Santo Padre durante la solenne veglia. Tutti abbiamo partecipato con attenzione tanto è vero che il Papa contento ha detto: “Non è stato un monologo, ma un dialogo”, e si alzava portava il tempo con le mani, ci ha trasmesso una gioia incontenibile. Egli ci conosce e conosce il mondo in cui viviamo. Ci ha chiesto se è difficile credere. Lo è Però ci ha anche detto che con l’aiuto della grazia e la forza dello spirito possiamo continuare a camminare sulla strada di Gesù. L’ affetto col quale il Santo Padre ha accolto tra le braccia i giovani che hanno raccontato le loro esperienze di vita, ci ha alto passare la paura, perché nel nostro cammino non siamo soli. C è sempre il Signore pronto ad accoglierci senza condizionamenti, egli di ama per quello che siamo, deboli, peccatori, dubbiosi, paurosi. Ma ci ama e questo conta, in una festa così speciale non potevano certo mancare i fuochi d’artificio. Uno spettacolo di luci, suoni, colori che esprimevano bene quello che ognuno di noi provava dentro. Tutti noi, 2 milioni di giovani, abbiamo trascorso la notte Il a Tor Vergata in attesa della nuova alba. Come un paradosso al caldo asfissiante del giorno di notte è calata l’umidità che ci fatto svegliare tutti infreddoliti, Comunque il sole, appena spuntato, non ha tardato a là sentire il suo calore. Ma più del sole le parole del Papa hanno riscaldato i nostri cuori. Parole di speranza, amore, incoraggiamento. Ha detto: “Carissimi, ritornando alle vostre terre, mettete l’Eucaristia al centro della vostra Vita personale e comunitaria: amatela, adoratela, celebratela, soprattutto la domenica, giorno del Signore, Vivete ” l’Eucarestia testimoniando l’amore di Dio per gli uomini… l’eucaristia vi ispiri ideali di solidarietà e vi laccia vivere in comunione con i vostri fratelli sparsi in ogni angolo del pianeta”. Soltanto se crediamo in queste parole e le mettiamo in pratica nella nostra vita la Giornata Mondiale della Gioventù ha un senso. Altrimenti rimarrebbe solo una bolla esperienza che ci ha commosso ed emozionato. Infine il Santo Padre ci ha invitato a portare l’annuncio di Cristo nel nuovo millennio, sull’esempio di coloro che ci hanno preceduto a partire da San Pietro e San Paolo. Ci ha esortato cosi: “Tornando a casa, non disperdetevi. Confermate ed approfondite la vostra adesione alla comunità cristiana a cui appartenete Da Roma, dalla Città di Pietro e di Paolo, il Papa vi accompagna con affetto, parafrasando un’espressione di Santa Caterina da Siena, vi dice: “Se sapete quello che dovete essere, matterete fuoco in tutto il mondo”: Ecco la nostra sfida, Ormai siamo ritornati nelle nostre comode case, siamo rientrati nella quotidianità ma sicuramente diversi. Non possiamo certo pretendere che tutto cambi dall’oggi al domani. Prima dobbiamo cambiare noi, mettendoci da un punto di vista diverso e poi impegnarci molto nel quotidiano a partire dalle situazioni e dalle persone che ci circondano. Un punto di partenza essenziale che ci ha ricordato il Santo Padre è la consapevolezza che come uomini siamo limitati, dobbiamo lasciare che nella nostra vita entri la Grazia e lo spirito che ci guidino e ci diano la forza di infuocare. Anche un piccolo e insignificante fiammifero può incendiare un bosco.
Grazie Gesù, 2 milioni di volte!