Il progetto Dispositio ex clausione linearum è un percorso di sperimentazione artistica incentrato sul disegno. Si articola in due fasi: La prima fase è iniziata il 16 e si è conclusa il 22 aprile, con una residenza d’artista che ha ospitato, all’interno delle sale del Mu.Di. (Museo Diocesano), Dario Agrimi, Antonio Finelli e Angelo Maisto: tre artisti affermati nel panorama contemporaneo. Gli artisti sono stati chiamati ad articolare una seria e attenta visione dell’uomo contemporaneo, utilizzando la capacità del disegno di figurare il mondo, come fu già inteso nella tradizione medievale da San Bonaventura da Bagnoregio. Un lavoro di isolamento rispetto al frastuono della società contemporanea. E proprio essa è stata analizzata da diverse prospettive grazie all’intervento di pensatori e intellettuali che, nei giorni, hanno condotto degli incontri di approfondimento con gli artisti. Oltre ai curatori, hanno preso parte: il Direttore Don Luigi Aversa, il Prof. Vincenzo Esposito (Antropologo), il Dr. Lucio Buonomo (Psicologo) e Padre Giuseppe De Vincentiis (Teologo). Tutto ciò ha arricchito l’elaborazione formale dell’allegoria La Società della stanchezza: un trittico su tavola di 360 cm x 225 cm, realizzato come espressione finale del periodo di clausura condotto nelle sale del prestigioso museo cittadino. In contemporanea al lavoro collettivo, ogni singolo artista ha proceduto, attraverso un percorso personale, alla creazione di disegni individuali. Ogni disegno è stato prodotto su carta d’Amalfi grazie al contributo della storica cartiera Amatruda; ultimo baluardo della tradizionale lavorazione artigianale della carta. La seconda fase del progetto prevede la mostra dei lavori e l’esposizione al pubblico delle opere d’arte. Dal 19 maggio, giorno del vernissage, fino al 19 giugno si potranno vedere le realizzazioni artistiche di Dario Agrimi (Trani), Antonio Finelli (Roma), Angelo Maisto (Santa Maria di Capua Vetere). L’allegoria della Società della stanchezza resterà di proprietà del museo è inaugurerà la collezione d’arte contemporanea. In occasione della mostra sarà presentato il catalogo, che conterrà gli obbiettivi raggiunti durante la fase della residenza, e sarà patrocinato dall’azienda Fornace Falcone; sempre attenta a sostenere le azioni artistiche più meritevoli sul territorio campano.
Scheda tecnica: Luogo: Museo Diocesano di Salerno Direttore: Don Luigi Aversa Titolo della progetto di residenza: Dispositio ex clausione linearum Curatore del progetto: Marcello Francolini e Fabio Avella Artisti: Dario Agrimi, Antonio Finelli, Angelo Maisto Info e Contatti: Ingresso dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 tutti i giorni escluso il mercoledì 089239126 [email protected] m [email protected] [email protected]
Approfondimenti: Il fine specifico del progetto è la produzione di opere tramite la capacità analitica e descrittiva del disegno, realizzate sulla pregiatissima carta Amatruda, che figureranno la società contemporanea. Quest’analisi rifletterà, nel percorso temporale e meditativo della clausura, lo sviluppo di una particolare strutturazione sociale che vuole l’individuo schiavo del positivismo ossessivo a discapito della lentezza, del tempo individuale (per se stessi) e della autodeterminazione “particolare” dell’individuo. Gli spunti riflessivi di partenza sono dati da San Bonaventura da Bagnoreggio, che individua nel disegno una sorta di scavo interiore, comprendente la riflessione raccolta e il tempo necessario di realizzazione. E dal filosofo sudcoreano Byung-Chul Han, che nel suo saggio La società della stanchezza del 1997, analizza il cambiamento sociale dovuto all’accelerazione della condizione speculativa sull’individuo e dell’individuo stesso che è continuamente stimolato alla produttività eccessiva, non solo intesa del prodotto, ma anche alla concorrenza nei rapporti sociali: il rendersi schiavo di se per la realizzazione di uno status determinato dal consumo e dalla posizione sociale, talmente preminenti da aver dato vita a modelli culturali, feroci e schiaccianti, e forme di malattia, come la depressione, dovute a un senso di inadeguatezza nel sostenere ritmi temporali di gestione della propria esistenza e l’incapacità di non poter non partecipare alle condizioni imposte da un sistema del tutto economico. Il saggio individua la necessità di essere stanchi; di voler non poter fare/riuscire, in contrapposizione netta allo Yes we can; l’esigenza di poter fallire con tutta la grazia di chi ha potuto provarci senza conseguenze: una rivalutazione del tempo lento come momento di compimento dell’essere. La produzione della grande allegoria e delle opere, quindi, avranno la necessità del ritiro dalla frenesia insensata, per ragionare e riflettere su ciò che è il male interiore dell’uomo contemporaneo e rappresentarlo.