La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee presenta la prima mostra retrospettiva dedicata a Marcello Rumma (Salerno, 1942-1970), figura centrale nel dibattito culturale italiano e internazionale fra gli anni Sessanta e Settanta.
Nei suoi sei anni di attività, dal 1965 al 1970, Rumma sviluppò la sua ricerca, tanto di breve durata quanto intensa e pionieristica, quale promotore di progetti espositivi e editoriali, imprenditore culturale e collezionista, organizzando mostre e pubblicazioni dedicate alle ultime generazioni e alle ricerche artistiche più sperimentali del suo tempo. Progetti riconosciuti come esperienze centrali nella storia dell’arte e della cultura contemporanee.
Tra i progetti promossi da Marcello Rumma le tre edizioni della Rassegna d’Arte Internazionale di Amalfi. La prima edizione, Aspetti del “ritorno alle cose stesse”, a cura di Renato Barilli, 1966, prese la forma di un discorso in tempo reale sul rapporto fra le immagini e i loro referenti concreti, svolgendo un’analisi sulla pittura contemporanea in Italia da parte di artisti quali, fra gli altri, Valerio Adami, Fernando De Filippi, Lucio Del Pezzo, Bruno Di Bello, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Laura Grisi, Titina Maselli, Concetto Pozzati, Mario Schifano e Emilio Tadini.
L’impatto percettivo, a cura di Alberto Boatto e Filiberto Menna, 1967, esplorò il tema della percezione nelle ricerche artistiche contemporanee, per lo più di matrice Pop e Op, in cui, accanto alle opere di artisti americani quali Robert Indiana, Jasper Johns, Ellsworth Kelly, Roy Lichtenstein, Kenneth Noland, Richard Smith, Frank Stella, Joe Tilson e Andy Warhol erano presenti le opere di maestri europei come Victor Vasarely e di artisti italiani appartenenti all’ultima generazione come Rodolfo Aricò, Piero Dorazio o Enrico Castellani, la cui tela fece da sfondo al convegno Lo spazio nell’arte d’oggi, a cura di Renato Barilli.
La terza e ultima edizione, Arte Povera più Azioni Povere, a cura di Germano Celant, 1968, rappresentò il momento di sostanziale affermazione delle ricerche afferenti all’Arte Povera, allora in formazione e alla loro prima presentazione in uno spazio pubblico: in mostra erano presenti le opere di Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario e Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Gianni Piacentino, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio e le azioni – che si spinsero anche al di fuori dello spazio espositivo, per occupare la città e il paesaggio – di Riccardo Camoni, Paolo Icaro, Pietro Lista, Gino Marotta, Plinio Martelli, Carmine Limatola detto Ableo, Annemarie Sauzeau Boetti, lo Zoo di Pistoletto e con la partecipazione, su invito di Piero Gilardi, anche di tre artisti stranieri, Jan Dibbets, Richard Long e Ger van Elk.
Nel 1968 Rumma organizza inoltre il ciclo di mostre Ricognizione cinque, a cura di Angelo Trimarco, che si articola in cinque mostre personali (Agostino Bonalumi, Marcolino Gandini, Aldo Mondino, Gianni Ruffi, Gilberto Zorio) presso le sedi di Einaudi 691 e New Design a Salerno.