In questo inizio d’autunno ancora estivo una passeggiata domenicale in pineta zona Paestum Laura foce Sele è quello che ci vuole. Avanziamo verso la la destinazione prescelta un po’ sulla spiaggia un po’ in pineta perché fa ancora caldo.
Il sole è al suo punto più alto, il Lungomare che risalverso verso la foce è ancora affollato da chi accompagna il fine corsa dell’estate di un settembre da incorniciare. Nella pineta lo spettacolo è sempre lo stesso: pini agonizzanti, immondizia abbandonata in ogni angolo, alberi sempre più tristi con rami spezzati e addirittura sradicati. Rispetto a tre mesi addietro la pineta sembra ancora di più in cerca di aiuto. Purtroppo, il soccorso ancora non arriva nonostante le varie sollecitazioni da più parti.
C’è da dire però che la maggioranza della gente che viene non ha problemi ad adattarsi, non si guarda intorno più di tanto, cerca solo uno spazietto, anche in mezzo ai rifiuti, per un picnic veloce e tra rami spezzati e tronchi sradicati si accomoda, consuma, in alcuni casi, abbandona gli avanzi e se ne va.
Il tempo necessario è quello di poche ore per fare un bagno fugace, prendere gli ultimi raggi di sole e portarseli a casa e guardare con distacco i resti di chi vive l’attimo nel modo peggiore possibile!
C’è attenzione nei confronti di questa natura che sta collassando proprio non c’è. Noi che invece abitiamo il territorio, lo viviamo quattro stagioni all’anno per 365 giorni abbiamo una visione diversa di tutto ciò che ci circonda e il desiderio più grande è quello che davvero qualcuno si adoperi affinché si possa ancora salvare una parte di questa vecchia pineta.
Partendo dalla Laura, dallo storico Lido Nettuno, che da 60 anni circa risulta essere ancora un Pilastro nella balneazione pestana, e andando verso destra direzione Foce Sele la prima parte della passeggiata, se si resta sulla spiaggia, è piacevole non c’è che dire. Il lavoro che è stato fatto con la realizzazione del lungomare la passeggiata è possibile anche di sera è eccezionale! Ma poi guardando a sinistra e poi anche a destra ci si accorge che la passeggiata è rimasta qualcosa di isolato perché i lidi non tutti si sono adeguati. Infatti, chi cammina incontra “ostacoli” che si frappongono con l’orizzonte sul mare.
Dall’altro lato, la vegetazine, in apparenza rigogliosa di verde, diventa fatiscente e, in alcuni casi , un vero e proprio immondizzaio a cielo aperto. Per non parlare dei tronchi e tronchetti che continuano ad ammucchiarsi perché ad ogni folata di vento cadono rami o si ribalta un tronco. E allora lì, dove prima c’erano dei pini, spazio per la vegetazione spontanea autoctona che cerca di prendere il sopravvento grazie alle cosidette “chiarie”, spazi che consentono al sole di “penetrare” nella pineta e consentire ai cespugli spontanei della macchia mediterranea di riprendersi il suo spazio.
Ma ecco che nei pressi di Varolato, scorgiamo nella boscaglia un gruppo di giovani che “sradicano” rifiuti coperti dai rovi della macchia. Plastica, cartacce, bottiglie di vetro, buste non biodegradabili … prelevano e mettono dentro delle reti che trascinano fino al punto di raccolta dove altri selezionano e differenziano. Sono i volontari di “Platic free”, un’associazione nata a livello nazionale e radicata anche in Campania grazie all’iniziativa di Renato Venezia. Responsabile del gruppo Campano. Oggi, domenica 26 settembre 2021, l’associazione è impegnata nella giornata nazionale di pulizia che vede coinvolti gli oltre 20.000 volontari.
Il presidente nazionale Plastic Free Odv Onlus, presente in tutte le reginei italiane, è Luca De Gaetano. https://www.plasticfreeonlus.it/ Coordinatore del gruppo impegnato in pineta è Fabio Armani che, senza mai smettere di raccogliere, insaccare, trascinare, selezionare … risponde alle nostre domande sulla loro attività di volontariato. Questa piacevolissima sorpresa ci deve far riflettere su come sia facile con un piccolo gesto testimoniare con i fatti l’attaccamento alla terra che ci “ospita”. Ma è altrettanto facile, con gesti inconsapevoli, creare un grande danno alla realtà circostante dove noi stessi passiamo il nostro tempo libero.
Come è ancora più disastroso utilizzare gli spazi demaniali, chiesti e ottenuti per svolgervi attività di servizio al turismo, e poi rederli la più plateale testimonianza del disinteresse per gli altri che pure pagano per fruirne.
L’esempio eclatante si torva nella stessa zona dove i colontari facevano pulizia della sporcizia degli altri: si tratta di uno spazio situato a ridosso di una strada “taglia fuoco” preso in gestione da un lido che, come dice il cartello, è riservato ai “dipendenti della struttura”, ma è evidente che viene utilizzato per far parcheggiare ( a pagamento o meno non è importante). decine di sacchi di plastica dove, presumilmente, sono stati insaccati rifiuti vari, sono ben allineati sotto gli alberi in attesa che qualcuno li vada a rimuovere. Sono lì da tempo! non passerà ,olto h ela plastica si sfarini e il contenuto si sparga, grazie al vento, in ogni direzione …
A questo punto mi viene spontaneo rivolgere ancora una volta un appello al sindaco di Capaccio Paestum, alle autorità competenti delle zone boschive, ai cittadini affinché la nostra pineta non muoia del tutto e la si possa ricostruire nella maniera giusta per permettere, a chi come me ama la natura e la ama in maniera semplice, la possa passeggiare osservando la e assaporandone i profumi che ogni stagione regala.
L’Associazione Plastic Free Odv Onlus è un’associazione di volontariato nata il 29 Luglio 2019 con l’obiettivo di informare e sensibilizzare più persone possibili sulla pericolosità della plastica, in particolare quella monouso, che non solo inquina bensì uccide. Nata come realtà digitale, nei primi 12 mesi ha raggiunto oltre 150 milioni di utenti e oggi, con oltre 900 referenti in tutt’Italia, si posiziona come la più importante e concreta associazione in questa tematica. Non solo online, Plastic Free, infatti, è impegnata su più progetti, dalla raccolta nelle spiagge e città al salvataggio delle tartarughe, dalla sensibilizzazione nelle scuole al progetto con i Comuni, dal Plastic Free Walk al Plastic Free Diving. Cosa pensiamo… Il vero problema è il rapporto tra la plastica e l’uomo, un fallimento. Questo è il motivo per il quale la plastica, in particolare quella monouso, deve essere tolta dalle mani della massa. Fino a quando non sarà trovata un’alternativa valida, è ancora giustificato il suo utilizzo dove può fare davvero la differenza, ad esempio nella medicina o dove non è utilizzata per 5 minuti e poi buttata via, spesso nell’ambiente. Molte persone sostengono che la plastica non ha gambe, non arriva da sola nell’ambiente, non è pericolosa. La nostra risposta è semplice: anche la droga, le armi e tante altre cose considerate pericolose non hanno vita, ma se in mano all’uomo creano distruzione, non c’è ragione di farle rimanere in circolazione. Tutta la plastica creata fino ad oggi esiste ancora e i numeri diventano giorno dopo giorno sempre più preoccupanti. Impatta sull’ambiente, oltre 12 milioni di tonnellate di plastica ogni anno finiscono in natura. Impatta sugli animali, oltre 100.000 mammiferi muoiono ogni anno dopo aver ingerito plastica. Impatta sull’uomo, ogni settimana mangiamo circa 5 grammi di plastica, l’equivalente del peso di una carta di credito. Riciclare non basta, non tutta la plastica è riciclata e riciclabile. È necessario invertire rotta il prima possibile