Antonio Sabetta, Antonio Di Stasi, Alessandro, Antonella, Bartolo, Fabrizio, Francesca, Gina, Giuseppina, Rosanna Di Stasi e Vito Gnazzo.
Ecco i nove “cavalieri” incaricati di attraversare l’Oceano Atlantico per andare a riannodare, a doppia mandata, i rapporti con la terza e quarta generazione di felittesi che vivono e prosperano in America e, in particolar modo, a Old Forge, in Pennsylvania..
La comunità che vive nella cittadina mineraria conta poco più di ottomila abitanti.
Siccome si dà per acquisito il dato che almeno il 30% dei residenti è di origine di Felitto, vuol dire che la progenie di chi è partito per quella destinazione, a cominciare dalla fine del 19° secolo, è qui 3 volte più numerosi dei residenti a Felitto.
Per cui, la missione che Carmine Casella, sindaco di Felitto, ha affidato ad Antonio Sabetta, presidente del Consiglio comunale, di guidare il “vascello” sul quale è imbarcata la delegazione con l’incarico di riannodare i rapporti tra le due comunità, è di primaria importanza.
Infatti, allestire uno stand ed animarlo nell’ambito del “Felittese Italian Festival” era un’opportunità troppo ghiotta per non coglierla.
La “spedizione” è stata incardinata sul fatto che il “Festival”, è organizzato in onore della Madonna di Costantinopoli nell’area dove è stata ricostruita la cappella che ospita la statua che ha le stesse sembianze dell’originale che si trova a Felitto.
Ognuno dei nove “ambasciatori” è partito senza sapere cosa avrebbe trovato ad Old Forge.
Allo stesso tempo, tutti erano fiduciosi dello scrupoloso lavoro preparatorio fatto dall’infaticabile Alessandro. Per cui, e animati da spirito di avventura, ognuno si è “imbarcato” per esplorare un “territorio” sconosciuto a se stesso e agli altri ai componenti del gruppo.
Un grazie speciale va Gabriele Conforti che ha effettuato le riprese video dando faccia e voce ai produttori felittesi e una visione d’insieme del paese.
Ma è stato il gioco di squadra a rendere l’impresa indimenticabile sia per chi è arrivato ad Old Forge sia per chi vi è stato “ritrovato”.
Non sappiamo cosa porterà in futuro l’esperienza fatta … certamente per chi l’ha vissuta in prima persona è già diventata un patrimonio da conservare gelosamente come un indimenticabile esperienza di vita vissuta.