In un’era in cui il fenomeno dello spopolamento continua a minacciare le nostre terre, il Cilento, il Vallo di Diano e gli Alburni si trovano a un bivio cruciale.
Da un lato, un patrimonio straordinario di natura incontaminata, tradizioni secolari e una cultura ricca di storie da raccontare; dall’altro, la crescente difficoltà di trattenere i giovani, costretti a cercare altrove opportunità che dovrebbero poter trovare a casa loro.
Il vero riscatto di queste terre non passerà solo per la valorizzazione dei paesaggi e dei siti storici, ma attraverso la creazione di una generazione di giovani capaci.
Giovani che non fuggano, ma che restino, imparando, innovando, sognando e, soprattutto, costruendo il loro futuro su quel terreno fertile che oggi troppo spesso vediamo morire sotto il peso dell’indifferenza e della disillusione.
Immaginate un futuro dove i giovani del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni non sono più costretti a emigrare per costruirsi una carriera, ma diventano i custodi di un nuovo rinascimento per le loro terre.
La formazione professionale in loco rappresenta la chiave per sbloccare questo potenziale, trasformando il talento in crescita, l’ambizione in innovazione e il radicamento in prosperità.
Non parliamo di una formazione scolastica tradizionale, ma di percorsi pratici e concreti che rispondano direttamente alle necessità dei territori: un’agricoltura biologica che rispetta la terra, un turismo ecologico che celebra la bellezza senza distruggerla, e l’artigianato che si rinnova, senza mai tradire la sua essenza.
L’obiettivo è chiaro: offrire ai giovani competenze pratiche per inserirsi in settori che sono il futuro, ma che oggi sono ignorati o trascurati.
Pensate alla gestione ecoturistica dei parchi naturali, alla creazione di esperienze turistiche sostenibili, alla produzione di olio, vino e formaggi di alta qualità, al rafforzamento della filiera agroalimentare, connessa all’ambiente e alla tradizione.
Competenze che non solo creano occupazione, ma che formano uomini e donne capaci di essere protagonisti di una nuova storia.
Il futuro di queste terre deve passare attraverso una formazione pratica, non solo teorica, che metta i giovani in condizione di lavorare fin da subito.
È necessario sviluppare laboratori di formazione che non si limitino alla teoria, ma che siano orientati a offrire esperienze sul campo.
I giovani devono poter imparare lavorando, sia in azienda che in contesti progettuali sul territorio, dove possano acquisire le competenze pratiche necessarie per rispondere alle reali esigenze del mercato.
Un esempio di questo tipo di formazione potrebbe essere la creazione di progetti pilota legati alla gestione sostenibile delle risorse naturali, dove i ragazzi apprendano tecniche pratiche di coltivazione biologica, gestione del turismo ecologico e produzione di beni artigianali, con il supporto di esperti del settore.
Tali esperienze pratiche permetteranno ai giovani di entrare subito nel mondo del lavoro, diventando non solo consumatori di opportunità, ma anche protagonisti della creazione di nuovi posti di lavoro.
In questo scenario, il pubblico ha una responsabilità immensa.
Le risorse, che siano nazionali o europee, devono essere indirizzate verso una vera e propria rivoluzione formativa.
I centri di formazione professionale devono essere costruiti come fari che illuminano la via verso un futuro sostenibile, in grado di offrire ai giovani strumenti concreti e pratici per lavorare sul proprio territorio.
Laddove oggi vediamo vuoti e disoccupazione, dovrebbero nascere scuole, laboratori, centri di innovazione e incubatori di impresa.
Il pubblico deve fare di più che semplicemente finanziare: deve dare vita a un movimento che coinvolga le amministrazioni locali, le università, le imprese e le comunità.
Ogni giovane che impara una professione, ogni persona che sviluppa competenze locali, non è solo un beneficio per l’economia del luogo, ma è una testimonianza di speranza per il futuro di quella comunità.
Il pubblico deve rendere possibile la creazione di percorsi che non siano teorici, ma che si basino sul concreto lavoro quotidiano, sulla creazione di opportunità di stage, tirocini e contratti in azienda, in grado di dare vita a una rete di crescita reciproca.
Il settore privato non può restare indifferente a questo appello.
Le imprese devono smettere di guardare con distacco alle risorse locali e iniziare a considerarle come parte integrante della propria crescita e sviluppo.
Le piccole e medie imprese locali, che conoscono la storia e il valore di ogni singola risorsa, devono essere i compagni di viaggio per formare quella nuova generazione che unisce la tradizione all’innovazione.
Il turismo sostenibile, la creazione di prodotti artigianali, la gestione delle risorse naturali sono solo alcuni dei settori che potrebbero vedere i giovani diventare protagonisti assoluti.
Il privato deve essere pronto a investire nelle persone: formando, sponsorizzando e creando spazi in cui la creatività e l’imprenditorialità possano fiorire.
Le aziende non sono solo luoghi dove si lavora: devono diventare fucine di talento, dove la passione per il territorio e la cultura locale si incontrano con l’innovazione tecnologica e le nuove esigenze del mercato globale.
Investire nei giovani significa investire nel futuro di tutti, creare una filiera virtuosa che parta dal radicamento delle persone, per arrivare alla creazione di posti di lavoro, opportunità economiche e, soprattutto, valore condiviso.
Oggi più che mai, l’innovazione deve andare di pari passo con la sostenibilità.
I giovani che saranno formati per diventare i custodi del nostro futuro, dovranno avere la capacità di integrare la tecnologia con il rispetto per l’ambiente, di creare imprese ecologiche e socialmente responsabili.
I settori dell’energia rinnovabile, della gestione dei rifiuti, della produzione biologica, sono solo alcuni degli ambiti dove i giovani del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni potrebbero trovare le loro vocazioni.
Insegnare a innovare senza dimenticare il rispetto per la natura è la chiave per creare un’economia circolare che possa resistere al tempo e arricchire il territorio di valore.
L’idea è quella di formare una generazione capace di coniugare le tradizioni con le nuove esigenze del mondo, che possa essere parte di una grande rivoluzione verde, capace di attrarre risorse, investimenti e una nuova ondata di turisti consapevoli.